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Don Giordano 30 / L’ARRIVO A GERUSALEMME! Pellegrinaggio compiuto!

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Dopo 32 giorni di viaggio, interrotti da una pausa forzata ad Aleppo (in Siria) per alcuni problemi di carattere fisico e persino da un ricovero ospedaliero, don Giordano Goccini – ex viceparroco di Castelnovo ne’ Monti ed animatore instancabile dell’oratorio – è giunto a Gerusalemme. Erano le prime ore del pomeriggio quando – dopo avere varcato la frontiera con Israele e nel bel mezzo di una sorta di bufera di vento che sollevando la sabbia del deserto avvolgeva la Città santa rendendola quasi spettrale – il nostro don saliva lungo la strada che lo avrebbe portato davanti a quella “tomba vuota” così a lungo cercata.

La tomba vuota è stata la prima meta di don Giordano a Gerusalemme e soltanto una volta giuntovi davanti ha posato la bicicletta e si è fermato. Immensa e naturalmente inimmaginabile la commozione per esser riuscito a raggiungere la meta del suo pellegrinaggio, ma anche la felicità (o se vogliamo la grazia) per avere portato le gioie, le preoccupazioni, le angosce, forse anche la disperazione, dei tanti che con fiducia le hanno riposte nella sua sacca da viaggio.

Un peso ben gradito a don Giordano che ha sentito concretamente fin dalla prima pedalata e che ha sempre testimoniato in ogni luogo sacro dove si è fermato. Tante anche le persone che ha conosciuto e con cui si è fermato per dialogare, confrontarsi e talvolta anche solo per mangiare assieme un boccone e salutarsi.

Nelle prossime ore sarà nostra cura descrivere dettagliatamente il viaggio di ieri, che non è stato privo di imprevisti soprattutto (tanto per cambiare) nell’attraversare la frontiera, ma non potevamo mancare di dare subito quest’annuncio da tanti aspettato.

Don Giordano è arrivato a Gerusalemme e con lui tanti di noi.

* * *

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7 COMMENTS


  1. Non Ti conosco, Don Giordano, ma Ti voglio già bene come a un figlio. Ho seguito con trepidazione la Tua avventura, a volte commovente, e confesso di essermi preoccupato per la Tua incolumità, ma ora che sei giunto alla meta è come se anch’io l’avessi raggiunta. Grazie. Il mondo, non solo quello cattolico, ha bisogno di uomini come Te. In bocca al lupo, Don.

    (Loris)

  2. Il viaggio
    Grande Don! Hai raggiunto la meta incredibile che ti eri prefissato, ricordandoci che un sogno, per quanto grande, si può realizzare se ci si crede fermamente. Osiamo solo immaginare la tua emozione che è stata un po’ anche nostra. Ti aspettiamo perchè sappiamo che questo viaggio lo hai fatto un poco anche per noi, per poterci raccontare la bellezza del cammino, le difficoltà del percorso e la gioia di fronte al sepolcro. Abbiamo sentito nelle tue parole una nuova pace e siamo ansiosi di sentire il racconto dalla tua voce, convinti che “il vero viaggio di scoperta non stia nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi…”.
    Un abbraccio forte.

    (Ga, Silvia, Maddi e Richi)

  3. Deo gratias
    Da “Inch’Allah” a “Deo gratias”. Non mi sono perso un resoconto quotidiano di questo pellegrinaggio, che era il sogno rimasto irrealizzato della mia “carriera” di ciclo-pellegrino. Ora, grazie a don Giordano e a Roberto Rocchi, virtualmente l’ho vissuto quasi come in bici. Complimenti! Auguro a don Giordano una intensa permanenza a Gerusalemme ed un buon ritorno (in bici?).
    Grazie.

    (Giulio)


  4. Sei arrivato in Terra Santa, dove la Chiesa madre accoglie con affetto il pellegrino che giunge per nave o per aereo; con stupore sorridente, chi arriva a piedi o in bicicletta attraversando paesi che parlano di Allah e non conoscono YHWH e Gesù Cristo, figlio di Dio, eppure accoglienti e rispettosi nei tuoi confronti.
    Sei giunto pellegrino in Terra Santa, dove tanta parte di chi l’abita soffre l’ingiustizia e l’oppressione.
    Sei giunto pellegrino di pace anche a nome nostro nella terra dove Gesù ha vissuto per salvare il mondo, terra che ha sete di riconciliazione, di una nuova pace, terra ferita che ha bisogno di essere guarita, terra imprigionata che ha bisogno di essere liberata, terra che deve essere purificata dall’odio di secoli che ostacola pace e sicurezza.
    Celebrando la Messa con qualche parroco di questa Terra amata da YHWH porta anche la nostra preghiera. Oggi ti penso stanco anche se “ripieno della gioia” dello Spirito Santo che in Terra Santa è stato effuso per la prima volta nella Pentecoste.
    Torna carico da questo pellegrinaggio, più cosciente di cosa significa essere prete: chi ti avvicina o ti fugge è affamato di bontà, di comprensione, di solidarietà, di amore: muore dal bisogno di Cristo senza saperlo.
    A ciascuno di noi preti rivolge una preghiera disperata: “Volumus Iesum videre”, vogliamo vedere Gesù (Giovanni 12,21). Tocca a noi non deludere l’attesa della povera gente. A noi saper capire, sentire, cercare, compatire, scusare, amare, predicando il Vangelo con la bontà semplice e accogliente, con l’amicizia serena, con l’interessamento cordiale, con l’aiuto disinteressato, entrando attraverso la finestra dell’uomo, per uscire attraverso la porta di Dio.

    (Don Vittorio)

  5. La meta raggiunta
    Insieme a te e al tuo angelo custode ci hai portati nel cuore e ora ci fai rivivere il momento della Resurrezione… Grazie per il tuo pellegrinaggio e per la tua testimonianza, soprattutto per quello che con questa bellissima esperienza hai trasmesso e trasmetterai ai nostri ragazzi.
    Ben arrivato, don… ma torna a casa presto!

    (Anna B.)