Don Giordano 27 / Riprende la marcia da Aleppo ad Homs per 180 km

Dopo cinque giorni trascorsi ad Aleppo, di cui tre in ospedale (vedasi la cronistoria pubblicata ieri, ndr), don Giordano Goccini ha finalmente ripreso la via per Gerusalemme e lo ha fatto - è proprio il caso di dirlo - a tutto…gas!
Partito di buon mattino dal monastero dove è stato ospite e addirittura dopo avere ricevuto la benedizione di padre George (responsabile del luogo sacro), ha macinato oltre 180 chilometri tra strade polverose e sotto il sole cocente, affiancando immense distese di grano maturo e pochi fazzoletti verdi dove si irrigano piantagioni di zucche e cocomeri.

Il morale era talmente alto, dopo la tanto attesa (ri)partenza, che don Giordano non ha avuto difficoltà ad affiancare e parlare a lungo con un altro ciclista (questa volta siriano) orgoglioso di possedere nientemeno che una italianissima “Colnago”. Come abbiano comunicato fra loro non ci è stato dato a sapere, ma ben conosciamo le potenzialità e lo spirito di adattamento del nostro “don”.

Così, alle tre del pomeriggio, aveva già raggiunto Homs, un’antica cittadina della Siria (800 mila abitanti) risalente al 2.300 a.C. e che in epoca romana era nota come Emesa. Nella regione si erge anche il manufatto più noto al mondo: il Krak dei Cavalieri (Fortezza dei cavalieri), che fu per quasi due secoli il più potente baluardo dei Crociati.

Homs è una località agricola e industriale dove il fiume ha un corso anomalo, cioè parte dalle montagne ed anziché dirigersi verso il mare piega improvvisamente all’interno per sfociare su di un lago. La regione è anche piena di fermenti letterari e la poesia in particolare è molto diffusa nelle scuole e nei circoli culturali. Questo ha fatto nascere la credenza che i cittadini di Homs siano un poco particolari e non è un caso se rappresentano i soggetti preferiti delle barzellette siriane (un po’ come i genovesi quando li si prende in giro per la presunta taccagneria).

Tuttavia, la fama della pazzia dei cittadini di Homs affonderebbe le sue radici nell’epoca in cui i Romani la conquistarono. Il consiglio cittadino ordinò a tutta la popolazione di comportarsi in maniera pazza così da spaventare gli invasori, ma gli effetti non furono quelli voluti e l’esercito di Roma entrò e governò la città per decenni. Non è un caso, forse, se anche don Giordano è arrivato fin qui…soprattutto alla luce dei suoi “disagi” fisici che l’hanno accompagnato anche durante questa tappa, ma fortunatamente senza troppo infierire.

Nella giornata di oggi, invece, il desiderio sarebbe quello di raggiungere Marmusa (nel deserto) dove esiste un antico monastero posto su di un monte ed all’interno vive un gesuita, don Paolo. Se ciò non risulterà possibile allora la meta della giornata sarà Damasco, capitale della Siria. Nel dare un saluto a tutti i castelnovesi, don Giordano si è lasciato andare ad un“Inshallah” (se Dio vorrà, ma questa volta in arabo).

Sì, crediamo sia decisamente guarito!

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