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Centrale eolica al Lagastrello? Pro Natura dice NO!

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Pubblichiamo la presa di posizione di Pro Natura contro la "ventilata" ipotesi di una centrale eolica al Lagastrello.

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La sezione reggiana della Federazione Nazionale Pro Natura è stata informata della possibile realizzazione di una Centrale di generazione Eolica al passo di Lagastrello, nella zona che è rinomata a livello nazionale per la presenza dell’antica Badìa Medievale di Linari. Esprimiamo il più vivo sconcerto per l’eventuale realizzazione di un tale impianto in questa zona di così grande rilevanza storico-culturale e paesaggistica che verrebbe irrimediabilmente scempiata con la realizzazione di giganteschi apparati che potrebbero superare l’altezza di 100 metri, con pale del diametro di 30 e forse anche più metri. Non si può sbarrare il Passo di Linari con un impianto di generazione eolica, che si noterebbe a distanza di decine e decine di km.

Abbiamo da tempo inviato richiesta di chiarimenti al Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano ma non abbiamo mai avuto risposta: chiediamo che il Parco Nazionale si esprima pubblicamente in merito a questa eventualità, evitando di dare l’avvallo alla realizzazione di un’opera che, qualora attuata, costituirebbe null’altro che la “porta del degrado al Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano”.

In questi ultimi tempi si assiste ad una vera e propria corsa all’eolico, in conseguenza del fatto che lo Stato garantisce lauti profitti a chi si impegna nella realizzazione di tali impianti, che, senza il sussidio dello Stato, sarebbero del tutto fuori mercato. Per questo motivo si sono create le condizioni per l’ingresso a tutto campo del “malaffare” nell’eolico: proprio in questi giorni la stampa nazionale ha dato ampio risalto alla infiltrazione della cosiddetta “mafia verde” nella costruzione delle centrali eoliche.

La realizzazione di questi giganteschi apparati, oltre a devastare in modo completo il paesaggio, vanifica di fatto qualsiasi volonterosa azione di promozione del turismo, costituisce anche un’opera irreversibile in quanto, per ancorarli al suolo è necessario perforare anche per decine di metri il terreno con masse di cemento e calcestruzzo che nessuno mai più smuoverà. Senza contare che le grandi pale sono veri e propri “tritacarne” per gli uccelli rapaci, in modo particolare per le aquile reali che dovrebbero invece costituire il “vanto” del Parco nazionale”.

Stiamo correndo il pericolo grave che, di fronte ad incentivi di stato, si assista ad una corsa all’eolico che, una volta venuti a meno tali incentivi, lascerà le nostre montagne pervase da mostruose icone dello sfruttamento territoriale, che nulla hanno a che fare con le cosiddette “energie alternative” e che sancirebbero, una volta di più, un’ulteriore testimonianza delle italiche “bufale” che vanno a vantaggio, come al solito, dei soliti “furbi”.

Non è in questo modo che si aiutano le comunità locali che per “30 denari” non possono essere spinte a rinnegare le loro radici, e la loro cultura, lasciandosi in tal modo derubare del loro paesaggio, da parte di affaristi senza scrupoli. Oggi, una volta di più, di fronte al devastante espandersi della globalizzazione, occorre invece riscoprire e difendere le proprie radici, la propria identità e la propria terra, che è un bene autentico ed irreversibile, opponendosi fermamente alla realizzazione di opere di questo tipo che, a monte di una minimale produzione energetica, rispetto ai bisogni nazionali, posseggono l’effetto devastante di svuotare l’identità delle genti locali, derubandole del loro paesaggio.

(Il direttivo di Pro Natura Reggio Emilia)

22 COMMENTS

  1. Eolico sperimentale nel Parco dei Monti Sibillini
    Se proprio non vi piacciono le torri eoliche. Nel Parco dei Monti Sibillini si sta sperimentando una nuova tipologia di piccolo generatore eolico la cui altezza non supera i 3 metri ma ovviamente ve ne sono di dimensioni maggiori con potenze ben maggiori. Il suo nome è Tornado Like.
    http://www.sibillini.net/comunicazione/comunicati/2010/2010_02_04.PDF
    http://www.rinnovabili.it/tornado-like-massima-efficienza-e-ridotto-impatto-ambientale-700555

    (M. Bernardi)

  2. Scusate la notizia qual è?
    Continuiamo ad assistere ad ogni proposta, che sia la diga di Vetto, che parliamo di viabilità, che parliamo di nuclerare e da ultimo di eolico, che qualche associzione ambientalista o tale pone il proprio veto, magari prima che le persone che abitano in montagna scompaiano definitivamente e non se ne parli come reperti archeologi, sarebbe bello vedere anche qualche proposta intelligente.

    (Ugolotti Robertino)

  3. Italiche follie
    Vista l’esatta spiegazione di cosa sia un impianto eolico, E’ una vera FOLLIA. Oltre che FURTO ed ASSASSINIO del paesaggio e della VITA animale e vegetale. A chi si vuole dare energia, se poi lo si deruba della possibilità di vivere i propri luoghi? L’ energia entrerebbe solo nelle tasche dei soliti furbi, limitandoci a questo vocabolo.

    (Graziella Salterini)


  4. Certo che questi enti pro natura non conoscono altro che la negazione come concetto. Che si possa costruire un impianto che limita le emissioni di CO2 e che salvi il pianeta?? Assolutamente NO. Perchè turba la vista. E allora costruiamo le centrali nucleari e usiamo il carbone cosi quando l’umanità si estinguerà avrà perlomeno il piacere di non aver la vista turbata!!! Ma per piacere!!!!

    (Commento firmato)

  5. Forse che il petrolio fa parte delle nostre radici?
    Se non sono male informato l’eolico ridurrebbe l’uso di petrolio e alla luce di ciò che sta accadendo nel Golfo del Messico… Davvero stravagante il richiamo alle nostre radici: a questi difensori di noi montanari desidero porre una domanda semplice, semplice: “Forse che il petrolio fa parte delle nostre radici?” Armido Malvolti, nato e cresciuto in montagna e che qui è tornato dopo alcuni anni di vita in città.

    (Armido Malvolti)

  6. Vorrei solo vedere se qualcuno mi risponde
    Non sono nè a favore nè contro una centrale di questo tipo, ma vorrei solo sapere se la centrale idroelettrica del Lagastrello sta producendo energia o è spenta qualcuno è in grado di rispondere al mio quesito…?

    (Paolo Maria Ruffini)

  7. Ma allora quali sono le energie alternative??????
    Aggiungo il mio sconcerto a quello di chi mi ha preceduto nei commenti. Non abbiamo molto da dire a questi pseudo-ambientalisti che, sulla base di una approssimativa conoscenza dei luoghi (bellissimi, d’accordo, come tutte le montagne reggiane ed appenniniche, non certo solo per i ruderi dell’antica abbazia di S. Bartolomeo a Linari) si sostituiscono alle gente del posto con veti e posizioni integraliste contro ogni progetto.
    Mi chiedo davvero cosa intendono con energia verde o rinnovabile quando sono contro ogni aerogeneratore o pannello fotovoltaico del quale qualcuno propone l’installazione. Siamo d’accordo che non si può disperdere le installazioni ovunque ma purtroppo il vento adatto si trova solo lungo i crinali e sui passi. L’area del passo del Lagastrello, per la sua conformazione, mi sembra ottimo per potervi concentrare diverse macchine con impatto paesaggistico limitato ad una piccola zona: infatti è lungo, ampio, con ottimo vento per buona parte dell’anno ed in una zona già ampiamente antropizzata (il lago Paduli è artificiale, lo sapevate?) e vocata alla produzione di energia rinnovabile. Se non va bene questo posto e altri simili, allora dobbiamo smetterla di riempirci la bocca di concetti quali “energie alternative” (quali intendete, una buona volta?), accettare il nucleare, gli sversamenti di petrolio o tornare allegramente al lume di candela.

    (Commento firmato)

  8. Le radici fossili dei montanari…
    Solo qualche considerazione (verificabile su Wikipedia o sul web) sull’eolico:
    – la valutazione di una fonte energetica deve passare attraverso l’EROEI, acronimo che indica il rapporto tra l’energia prodotta dalla fonte e l’energia spesa per fabbricare ed eventualmente alimentare la fonte stessa;
    – l’EROEI dell’eolico varia a seconda del sito di installazione, da 20/1 a 100/1;
    – l’EROEI del nucleare è praticamente incalcolabile per via dell’inquinamento virtualmente eterno dei siti di stoccaggio delle scorie (personalmente userei il pied-à-terre di Scajola pagato da Anemone) e della manutenzione (anch’essa inestinguibile) alla centrale anche una vola dismessa;
    Le stime vanno comunque da <1 a 100/1 (piuttosto discordi);
    - le turbine sono fatte di vetroresina, e soprattutto di acciaio e rame, materiali il cui riciclaggio e recupero sarà sempre appetibile e vantaggioso, una volta dismessa la turbina;
    - il calcestruzzo della base rimane nascosto dentro terra e sarà sempre meno impattante di un reattore nucleare o anche solo di una diga;
    - l’altezza di una torre eolica va dai 30 ai 100 metri ed è solitamente correlata alla potenza; le turbine più avanzate (lungi dall’essere “arrivate” tecnologicamente), producono anche 3MW;
    - secondo Pro Natura l’eolico è incompatibile col turismo. Speriamo non lo vengano a sapere i milioni di visitatori di Sardegna, Toscana e Puglia, oramai pervase dalle “mostruose icone dello sfruttamento territoriale”.
    Proprio a fianco del Lagastrello, sul cocuzzolo del monte Giogo, si trova una ex base Nato con splendidi casermoni dismessi e fatiscenti e con gigantesche parabole che ricordano tanto la guerra fredda. Com’è che l’ambientalismo “purista” di questa Pro Natura non si spende per rimuovere o riqualificare quello scempio ma prova a soffocare il decollo (inarrestabile, tranquilli..!), di sistemi di produzione di energia pulita gratuita e rinnovabile, profondamente NOSTRA; fatta col vento dei nostri monti e l’acqua dei nostri fiumi?
    Se ci sono le condizioni minime per l’intervento (quelle sì, necessarie per scongiurare la speculazione della mafia verde), si intervenga con coscienza e decisione; certi che ci abitueremo alle torri come ci siamo abituati ai ripetitori e ai tralicci dell’alta tensione.
    Una domanda, per concludere, da rivolgere a Pro Natura: ma chi pensate di rappresentare?

    (Davide Marazzi)

  9. Giusto, sig. Marazzi
    Ho letto il commento del Sig. Marazzi in risposta a questi pseudo-naturalisti che non sanno se essere carne o pesce. Sono talmente tronfi di se stessi che non sanno se e come tutelare ciò che dicono di rappresentare e concordo quasi in pieno con lui su tutto ciò che ha scritto. Forse non sono belle visivamente le pale eoliche, ma non sono altrettanto belle le distese di pannelli fotovoltaici a terra; non sono altrettanto belle le muraglie di cemento che formano le dighe per l’idroelettrico e non sono tantomeno belle le centrali nucleari. Però tutte queste soluzioni sono una degna alternativa agli IDROCARBURI che sono NOTEVOLMENTE più inquinanti e pericolosi.
    Una sola cosa mi permetto di contestare al sig. Marazzi. Io non disdegnerei del tutto il NUOVO NUCLEARE per le seguenti ragioni. E’ dato dimostrato ed incontrovertibile che se anche seminassimo l’intero suolo terracqueo del nostro globo di pannelli fotovoltaici e di mulini a vento l’energia prodotta non sarebbe sufficiente che per il 15% (forse) delle necessità dell’intera umanità. Quindi delle due l’una: o decidiamo di regredire nell’evoluzione dell’essere umano e ritorniamo alle candele e al traino animale oppure dobbiamo trovare una fonte energetica che ci dia il massimo risultato con il minimo danno. A tutt’oggi non credo possa essere altro che il NUOVO NUCLEARE. Si possono sicuramente trovare soluzioni di stoccaggio del materiale fissile di scarto ma la necessità impellente è energia il più possibile pulita, al minor costo e con il minimo impatto ambientale.

    (Fabio Mammi)

  10. Altri paesi insegnano…
    …che sarebbe meglio che ogni casa fosse munita di un mini-impianto eolico; ne fanno di piccoli, poco dispendiosi e capaci di produrre una buona quantità di corrente. Enti e comitati dovrebbero farsi un giro all’estero per imparare qualcosa che non sia dell’era triassica.

    (Mattia Rontevroli)

  11. Nessuno ha risposto
    Come prevedevo… Nessuno sa cosa non produce la centrale del Lagastrello e vogliono fare dighe sull’Enza; vogliono fare progetti insulsi in nome di un progresso mafioso, ovunque, questi prodi pionieri del costruire senza senso. Sarebbe più positivo preoccuparsi di quello che già esiste senza violentare ulteriormente il territorio. Se non fanno andare quello che già è costruito ci sarà un motivo… Non mi avete risposto perchè la risposta non la conoscete neppure voi.
    Grazie, Pro Natura, sono felice di essere un fossile. Viva i fossili, no alle mafie e soprattutto a quelli che non hanno il coraggio di rispondere.

    (Paolo Maria Ruffini)

  12. Invaso del Lagastrello
    Per quanto concerne la produzione di energia elettrica dall’invaso del Lagastrello bisogna rivolgere la domanda alla provincia di Parma e a Legambiente, se vi rispondono: @Lhttp://www.newsfood.com/q/50611/parma-no-alla-centrale-idroelettrica-abusiva-di-selvanizza@=www.newsfood.com#L.

    (M. Bernardi)


  13. Mammi, lei mi commuove! Mai mi sarei aspettato di ricevere il suo favore, ma devo purtroppo contestarle qualcosa anch’io: lei è incappato in una delle innumerevoli leggende sul FV (consuma più energia di quanta ne produce, tra vent’anni sarà costosissimo smaltirlo, ecc.). Considerando l’efficienza attuale (c.a 20%) della tecnologia, sarebbe sufficiente la superficie della Tunisia per coprire il fabbisogno energetico del mondo, e lo 0,6% della superficie italiana per quello nazionale. Poi va da sè che sarebbe assurdo pensare di far fronte alle nostre esigenze energetiche solo col solare; immagino che dovremo innanzitutto ridurre gli sprechi, poi sviluppare peculiarità a seconda del territorio. In montagna a mio avviso è ottimo l’eolico e in presenza di fiumi l’idroelettrico.
    Non capisco l’osservazione di Ruffini: come si fa a sapere se è attiva e in che modo una centrale gestita da Enel? Immagino e mi auguro di sì, si tratta di chiedere ai gestori. Ma anche se fosse dismessa di certo non basterebbe a smettere di pianificare l’approvvigionamento energetico di un paese che ancora dipende enormemente dall’estero. Cosa c’entra il combustibile fossile, la mafia e soprattutto il non conoscere la risposta ad una domanda tecnica?

    (Davide Marazzi)

  14. Diga Lagastrello (Lago Paduli)
    La diga del Lagastrello è funzionante, l’acqua insieme a quella di altri bacini confluisce presso la centrale elettrica di Isola e successivamente a quella di Selvanizza. Per maggiori informazioni si vedano i link sottostanti:
    – @Lhttp://www.vallideicavalieri.it/page.asp?IDCategoria=960&IDSezione=15560@=www.vallideicavalieri.it#L;
    – @Lhttp://www.vallideicavalieri.it/page.asp?IDCategoria=960&IDSezione=15561@=
    http://www.vallideicavalieri.it#L.

    (Stefano Gianferrari)

  15. Per Mammi
    E le centrali che vorrebbero fare in Italia, di terza generazione, quando gli altri paesi sono alla quinta e non ne costruiranno certamente di sesto tipo visto che il prezzo dell’uranio è diventato proibitivo sarebbe un lancio nel futuro? Complimenti!! In Italia abbiamo vento, energia geotermica, moto ondoso e energia solare. In Svezia le palestre di fitness producono energia mentre la gente sulla cyclette perde ciccia. Lo stoccaggio delle scorie se lo metta in giardino… Queste sono idee cretacee, può imparare, grazie ad internet, da paesi con menti di popolo più avanzate.

    (Mattia Rontevroli)


  16. Ma no, continuiamo a dare retta a queste associazioni che vogliono insegnarci a difendere la montagna abitando a 100 km, che ogni volta “tirano in ballo” la Gatta-Pianello, l’impatto ambientale sul territorio, che difendono il ripopolamento di caprioli, lupi, cervi e orsi. Il vero problema è lo spopolamento della montagna, la mancanza di vie di comunicazione; ben venga in montagna l’eolico visto che lo stanno facendo tutti; se può portare un contributo economico per la nostra povera montagna.
    Ciao.

    (Paolo Diambri)

  17. Signori, calma!!!
    A Rontevroli vorrei consigliare un Valium o una grossa concentrazione di camomilla, molto più artigianale e facile a reperirsi. La mia è una opinione ed è valida tanto quanto la sua. Se vuole pensare sia fattibile obbligare gli italiani ad andare in cyclette per far funzionare la Fiat o qualsiasi altra fabbrica, ci provi pure. Ripeto a Lei e al sig. Marazzi che attualmente non esiste sul mercato energetico NULLA tranne il nucleare che possa sostituire adeguatamente e velocemente agli idrocarburi. Forse, Marazzi, Lei ha ragione e forse coprendo la Tunisia di pannelli solari si darebbe energia al mondo intero; ma ne dubito fortemente. Attualmente, visto che li monterò a casa mia, mi viene riferito che per produrre un kilovatt-ora di energia fotovoltaica occorrono circa sette metri quadrati di pannellatura. Non credo proprio che la Tunisia sia abbastanza grande per coprire le necessità di tutti i paesi, soprattutto di quelli in via di sviluppo, ma credo comunque che possano integrare una fonte primaria come potrebbe essere il nucleare.
    Signori, sono/siamo liberi o no di pensarla COME CI PARE, anche diversamente da voi? Comunque, lo stesso BUONA VITA a tutti e due.

    (Fabio Mammi)

  18. Ma noi siamo calmi, Mammi
    Facciamo due conti: se un kwp di fotovoltaico “sta” in 7 mq, in un kmq (1 milione di mq) ce ne stanno circa 142.000, ok? La Tunisia è grande 163.000 kmq, quindi coprendo interamente il territorio di pannelli potremmo produrre 23 miliardi di Kw (142.000×163.000). Il consumo energetico mondiale del 2005 era di 15 TW ovvero 15 miliardi di kw. Quindi il fabbisogno energetico mondiale potrebbe essere coperto con il 65% della superficie della Tunisia.
    Questo non significa che penso che dovremmo farlo, sia chiaro! Penso invece che ciò che serve per pianificare il nostro sviluppo energetico siano razionalità e logica, non mero interesse economico volto a produrre contratti miliardari con la Francia nucleare!

    (Davide Marazzi)


  19. Il Sig. Mammi ha detto che non esiste sul mercato energetico NULLA tranne il nucleare che possa sostituire adeguatamente e velocemente (questa è geniale, ci vogliono 15 anni per costruirne una e lui si azzarda soltanto a tirar fuori la parola velocità) agli idrocarburi. Gli consiglio una gita a Gussing in Austria. Buona vita!!!

    (Asmir Lalic)

  20. Polemiche personali a parte credo che l’unica fonte veramente rinnovabile sia il VENTO. E’ l’unica fonte che può essere rinnovata 1-10-100 volte; sicuramente le turbine eoliche devono essere installate dove c’è vento. Ora questa fantomatica associazione pro natura deve dirci se preferisce mettere qualche volatile nel “tritacarne” (non certo le aquile volano più in alto) o se preferiscono farli morire nella camera a gas alimentata da SO2 – NO2 – PM10 – CO2 assieme a tanti cristiani che respirano un atmosfera ormai troppo inquinata. Da queste associazioni ambientalistiche ( si fa per dire) vorrei vedere proposte costruttive e non solo dei NO. Credo inoltre che i migliori guardiani e ecologisti siano i montanari che quotidianamente devono confrontarsi con il territorio e le condizioni di vita troppo spesso ostili.
    Aspetto proposte da PRO NATURA per risolvere i problemi energetici visto che in Italia non abbiamo carbone, petrolio, gas naturali né vogliamo il nucleare.

    (Mario Vaiani)

  21. Al presidente di ProNatura: propostona 2012. La sua associazione dovrebbe, per essere credibile e fornire un’idea di cosa intenda quando afferma di voler difendere il patrimonio pubblico dai cosidetti soliti noti, lanciare lei stessa un progetto di sfruttamento “sostenibile” delle energie rinnovabili, chiedendo autorizzazioni e realizzando un impianto pilota. Essendo sicuro che le magnifiche e progressive sorti ambientaliste saranno in grado di produrre “energia alternativa all’energia alternativa”, una volta realizzato siffatto impianto sarete in grado di evidenziare pubblicamente le differenze fra il vostro impianto e un qualsiasi altro impianto eolico dimostrando così come si sfrutta l’energia naturale in modo naturale. Solo in quel momento, in cui ovviamente le differenze saranno tali da poter differenziare gli impianti eolici veramente ecologici rispetto a quelli di evidente origine speculativa, l’impressione è che la sua associazione si diletti nell’italico vizio del dire soltanto no senza nulla aggiungere allo sviluppo ed al progresso di una nazione. Che magari ha anche bisogno di ProNatura, ma solo se è concreta, definisce proposte ed ha il coraggio di investire realmente nelle proprie convinzioni.

    (Daniele)