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“Una battaglia di libertà”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Molto chiara la pur misurata Barbara Spinelli, nell’articolo che pubblica oggi il quotidiano La Stampa. Interessante, da leggere, a parer mio. Non è necessario cioè tirare fuori le prese di posizione dei gruppi e/o organi di stampa che vengono spesso additati come “estremisti” da parte di alcuni settori cosiddetti moderati del Paese per capire la portata eversiva, rispetto alla Costituzione, del progetto di legge – ormai significativamente battezzato e conosciuto come “legge bavaglio” – che a detta dei proponenti intende salvaguardare i cittadini dalle asserite eccessive intercettazioni telefoniche ora all’esame del Parlamento. Ma tale progetto di legge non si occupa solo di quelle, anzi; più rilevanti sono le questioni, in esso contenute, degli strumenti di indagine e di contrasto al crimine che vengono azzoppati e degli impedimenti frapposti all’esercizio del diritto/dovere di informazione.

In questi giorni tante voci, da diverse parti politiche e sociali, si sono levate per mettere in guardia il governo dal far entrare questo “sgorbio giuridico” nel nostro ordinamento, ad esso del tutto estraneo. Dalla magistratura “antropologicamente diversa” ai giornalisti ed editori; da alcuni politici e gruppi della stessa area di maggioranza (i cosiddetti “finiani”, ma non solo) a settori della polizia, da tante e “pesanti” redazioni (di Sky Italia ma anche – è tutto dire – da quelle delle testate proprietà del presidente del Consiglio…); per tacere delle perplessità del Quirinale, che non manca occasione per esercitare la sua cosiddetta moral suasion. E per tralasciare, infine, l’ovvia ostilità dei partiti di opposizione, che stanno conducendo in questi giorni con gli strumenti a disposizione una sacrosanta battaglia di libertà per impedire, ritardare, modificare questo obbrobrio che introdurrebbe norme di chiaro stampo illiberale (se proprio non vogliamo usare la parola “fascista”, però la sostanza…).

Ma è possibile che lo stesso (impazzito?) Vittorio Feltri, direttore del berlusconissimo Giornale, abbia preso posizione contro questo progetto di legge? E’ possibile che si sia scomodato addirittura un sottosegretario del governo di Barack Obama per criticarlo, sia pur indirettamente - ingerendosi, certo, ma questa volta in modo davvero opportuno e benvenuto, negli affari interni di un altro paese, come prontamente e non a caso ha fatto notare qualche politico pro-bavaglio tipo l’emiliano Filippo Berselli, presidente della Commissione giustizia del Senato? Possibile che Gianfranco Fini, di cui si conosce la tradizione politica di provenienza, appaia oggi come la personalità più credibile e istituzionale all’interno di uno schieramento di maggioranza che non passa quasi giorno che si autocelebri e autodefinisca “campione delle libertà” e polo “dell’amore che combatte l’odio e l’invidia” e che sta invece immettendo di nuovo nel corpo della nostra Italia – dal periodo tragico del “ventennio”, dai giorni della guerra mondiale e della Liberazione – i primi, concreti germi dell’autoritarismo? E da cui un sempre più imbarazzato presidente della Camera non a caso sta prendendo le distanze (per ora solo) con la sua “corrente”?

Tutto ciò sarebbe ridicolo se non fosse purtroppo l’assurda realtà con cui ci troviamo a fare i conti oggi, nel 2010, in Italia.

Ma perché un provvedimento del genere? E come mai viene così pervicacemente difeso – “contro tutto e tutti” – e portato avanti con volontà ferrea degna di ben altre cause? Neanche fosse un importante decreto anti-corruzione – di cui sicuramente si avverte di più l’urgenza – come quello anch’esso in questi giorni in itinere parlamentare… Evidentemente a qualcuno serve; e serve con urgenza. I magistrati (anche quelli “di destra”, perché ovviamente non sono tutti “rossi”, anche se a qualcuno piace tanto darlo ad intendere…) incombono su qualche personalità che non deve essere toccata o comunque “rompono” nel costante esercizio del loro dovere? La stampa (almeno una parte di essa) ficca troppo il naso? Già, è meglio non far sapere, meglio spazzare la polvere sotto il tappeto, meglio lasciare il popolino a sbrodolarsi con gossip & cronaca rosa, meglio non dire, meglio non far pensare, meglio impedire ai cittadini di farsi opinioni ancorate ai fatti che accadono e che è meglio non far trapelare…

Tutto, dopo l’eventuale introduzione di questa legge, sembrerà più bello e azzurro: meno corruzione, meno ruberie, mafia sottomessa, governo “del fare” (e che fare!) efficiente e vicino ai cittadini… Oplà! Basta impedire di scrivere ai giornali o di annunciare alle tv (vedere anche ciò che ha detto, osservando e conoscendo le cose dall’interno della redazione, la giornalista Maria Luisa Busi a proposito dell’imparzialità dell’attuale Tg1) e il gioco è fatto. Già che di suo l’italiano medio mostra parecchia pigrizia nella lettura dei giornali, nel cercarsi fonti d’informazione più serie di quelle che normalmente capitano sotto tiro e nel farsi un’idea critica di come vanno le cose… Così che si fa? Semplicemente, lo si incoraggia, gli si dà un “aiutino”, come se ce ne fosse appunto necessità, a sapere ancora meno sulle cose più rilevanti. Presto poi arriverà pure la scorpacciata dei mondiali di calcio a distrarlo ulteriormente…

Occorrerà allora, paradossalmente, chiedere e rivolgersi all’estero, laddove la legge italiana nulla può, per sapere le cose di casa nostra? Almeno finchè non tarperanno anche le antenne che captano le tv straniere o non “stringeranno” internet. Proprio come fanno paesi di avanzata e consolidata democrazia come la Libia (dell’amico democratico Gheddafi), la Russia (dell’amato liberale Putin), la Bielorussia (del caro compare Lukashenko), la Siria, la Cina, l’Iran… Davvero un’ottima compagnia.

Tanti media hanno già fatto presenti i tanti casi di malaffare (tra i più recenti quelli dell’ex ministro Claudio Scajola, che non sapeva, ahilui, che qualcuno gli aveva “dato una mano”, con quasi un milione di euro, a pagarsi la sua modesta magione romana vista Colosseo) che sarebbero rimasti nascosti alla pubblica opinione “in virtù” di questa norma che avrebbe permesso un po’ di pace, cioè di santa privacy, anche al testè nominato cittadino Claudio, che così non si sarebbe dovuto privare – per colpa di quei cattivoni dei giornalisti che hanno sollevato il caso – del “sacrificio” di sedere sulla poltrona di ministro dello sviluppo economico.

I cittadini “puliti” cos’avranno mai da temere da queste benedette intercettazioni, perchè questo governo “si impunti” tanto (lavorando anche di notte, incredibile a dirsi, neanche fosse da decidere una dichiarazione di guerra) nel volerne salvaguardare “a tutti i costi” la privacy? Anche scassando, nel contempo, stampa e magistratura... Del resto, non si voleva far passare anche quella legge che avrebbe azzerato non si sa quanti processi perché almeno un paio – un paio, quelli che interessavano a qualcuno – fossero inceneriti? Il principio insomma pare lo stesso. Salvaguardare ciò che interessa e le conseguenze siano quel che siano.

Antonio Manganelli, il capo della Polizia, ha affermato che l’alto numero di intercettazioni discende dal gran proliferare di apparecchi telefonici di questi anni (vedi i cellulari); non quindi da volontà da “Stato di polizia”. Dunque di che sorprendersi? Poi, naturalmente, è ovvio che eventuali deviazioni e/o esagerazioni vadano limitate. Come non essere d’accordo su tali ovvietà! Ma questo – lo hanno sottolineato da più parti – si sarebbe potuto fare in modo legislativamente molto semplice. Troppo semplice, cioè, per limitarsi a quello soltanto…

Molti si appellano ora al Presidente della Repubblica – Capo dello Stato, custode primo della Carta, capo del Consiglio superiore della magistratura (l’organo di autogoverno degli odiati giudici) nonchè delle Forze armate – perché si astenga dal mettere la propria firma su questa vera e propria porcheria. Rimandi la legge alle Camere, se arriverà nelle forme che si conoscono ora. Non potrà, è vero, impedirne l’approvazione una volta che gli fosse nuovamente spedita. Ma la maggioranza si vedrebbe ancora più messa a nudo nelle proprie responsabilità. Sola soletta ad inaugurare la nuova fase della vita di questo disgraziato Paese.

Ma sovviene anche un’ultima domanda. Quella Lega nord, organico (anzi, essenziale, come ama spesso ricordare il suo Boss) partner in questa maggioranza, che appare stranamente così defilata in questi giorni caldi, che fa? Vota queste civili norme in cambio di qualcos’altro, ad esempio l’appoggio per l’approvazione di un federalismo che, coi chiari di luna attuali dopo la crisi greca, forse potrebbe risultare poco popolare se dovesse comportare aumenti di spesa? Tanto – magari penseranno – la “Padania” poi si staccherà dal resto del Paese, cui farà “marameo”; e coi velenosi cocci “italiani” rimasti eventualmente se la vedranno altri…

E’ triste dirlo, ma sarebbe molto meglio un governo inutile. Farebbe meno danni di questo, che invece "fa". E purtroppo si vede.

(cf)

9 COMMENTS

  1. Vergognoso
    Una legge vergognosa, non ci sono altre parole per commentarla. Grazie al Popolo della libertà, libertà di fare solamente i propri interessi. Chi si è turato il naso e ha votato queste persone alle ultime elezioni regionali spero che provi un minimo di vergogna. La Lega di Roma ladrona come al solito tace ed acconsente a queste decisioni senza pudore.
    Vergogna…

    (Mattia Rontevroli)

  2. Tutto vero!!! Ma…?
    Concordo nella quasi totalità con quanto giustamente scritto in questo bell’articolo, perchè sono anche io convinto che le intercettazioni telefoniche, la sorveglianza video-acustica e tutte le metodologie di investigazione ora in possesso alle forze dell’ordine DEBBANO SENZ’ALTRO ESSERE UTILIZZATE per combattere ogni tipo di criminalità. MA…? Facciamo alcuni passi indietro e vediamo i veri motivi per i quali da ormai più anni si parla di intercettazioni e/o soprattutto di pubblicazioni illegali di stralci di intercettazioni.
    Non bisogna mai dimenticare che se la stragrande maggioranza della magistratura opera nella onestà intellettuale che dovrebbe contraddistinguerla, da tempo altra magistratura lascia filtrare AD ARTE le veline che più le fanno comodo e nei momenti più utili a certa parte politica che guarda caso si trova in quel momento (e ormai da molto tempo) all’opposizione. Come il Big Ben di LONDRA, puntualmente ad ogni nuovo appuntamento elettorale scatta la trappola dell’avviso di garanzia che viene annunciato prima sui giornali e poi forse arriva. Tanto non importa la verità, conta prima di tutto INSOZZARE L’AVVERSARIO POLITICO. Sono d’accordo che le indagini riguardino TUTTO e TUTTI, ma sono anche dell’idea che vada TUTELATO il SEGRETO D’UFFICIO che oramai è diventato il segreto di Pulcinella in tutte le procure d’Italia e in alcune, come MILANO, anche più ridicole. Allora modificare il disegno di legge è GIUSTISSIMO, ma però, visto che non si potrà mai saper chi lascia trapelare le notizie dai palazzi di giustizia, si può sapere di certo chi le rende pubbliche. Allora facciamo che si instauri la responsabilità civile nei confronti dei cronisti e dei loro editori. Se vuoi pubblicare la notizia, fallo pure, ma sappi che se ciò che scrivi non risulta essere vero o se lo fosse solo parzialmente sei CIVILMENTE RESPONSABILE di ciò che hai scritto e io posso rivalermi su di te e sul tuo giornale. La responsabilità civile deve però essere estesa anche nei confronti dei magistrati. Facciano liberamente il loro lavoro, lo facciano tutto ma soprattutto BENE, perchè se sbagliano devono poter essere chiamati in giudizio anche loro, come ogni semplice cittadino anche se solo in sede risarcitoria. Forse allora verrebbero pubblicate solo le VERE NOTIZIE e non solo ciò che serve a fer vendere un giornale o a far vincere una certa parte politica.

    (Fabio Mammi)

  3. Libertà…
    Beh, mi pare che la libertà di chiamare fascista un governo rappresentante di una maggioranza democraticamente eletta ci sia in Italia, vero, signora Cinzia Formentini? Ed anche di accostare il nostro presidente del Consiglio al dittatore libico Gheddafi o di dire che il governo stia “immettendo di nuovo nel corpo della nostra Italia i primi, concreti germi dell’autoritarismo”. O sbaglio? Prima di fare il processo alle intenzioni ed ai “gossip degli strilloni di strada” si aspetti di conoscere il testo della legge (già oggi la fascistissima Ansa fa sapere che ci saranno sostanziali revisioni alla prima bozza…)! Se sarà una “vera e propria porcheria”, come Lei è sicura, il presidente Napolitano NON LA FIRMERA’ e la rimanderà alle Camere, come è nei suoi doveri. L’Italia è un Paese estremamente democratico, tanto democratico da scegliersi autonomamente la maggioranza più gradita. Vi fa male, vi rode, non potete farci nulla ma è e sarà sempre così!

    (Riccardo Bigoi)

  4. Per Bigoi. Democraticissimo art. 50 bis del ddl 733
    Libertà? Guarda caso proprio ieri è stato approvato, tra il silenzio tatale degli organi di stampa, l’art. 50 bis del ddl 733 detto “pacchetto sicurezza”. In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire (o a criticare?) ad una legge che ritiene ingiusta, i /providers/ dovranno bloccare il blog.
    Questo provvedimento può far oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all’estero; il ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può infatti disporre con proprio decreto l’interruzione dell’attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.
    L’attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore; la violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.
    Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per l’istigazione a delinquere e per l’apologia di reato oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni per l’istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all’odio fra le classi sociali. Con questa legge verrebbero immediatamente ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la casta! In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie per bloccare in Italia Facebook, Youtube e *tutti i blog* che al momento rappresentano in Italia l’unica informazione non condizionata e/o censurata.
    Vi ricordo che il nostro è l’unico Paese al mondo dove una /media company/ ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento. Il nome di questa media company, guarda caso, è Mediaset.
    Quindi il governo interviene per l’ennesima volta, in una materia che, del tutto incidentalmente, vede coinvolta un’impresa del presidente del Consiglio in un conflitto giudiziario e d’interessi.
    Siete proprio estremamente democratici. Attenzione però che, per come la vedi tu, l’ultimo leader “estremamente democratico” che l’Italia ha avuto ha fatto una democraticissima, giusta, fine.

    (Mattia Rontevroli)

  5. Risposta a Riccardo Bigoi
    Ma lei cosa ne pensa di questa legge? La bozza verrà modificata soltanto per le numerose critiche ricevute in questi giorni sia da parte della maggioranza stessa che dall’estero (vedi Usa e Inghilterra, la quale quest’ultima sta approvando giusto adesso un decreto per utilizzare le intercettazioni in più ambiti), però non sono affatto fiducioso. L’obiettivo di Berlusconi (è una legge di quest’ultimo, ricordiamolo, non del Pdl; il Pdl non esiste) è di continuare a fare le sue tranquille telefonatine romantiche con i vari personaggi che lo circondano senza preoccuparsi che qualcuno lo spii e che pubblichi qualcosa tipo la telefonata con Saccà (per citarne una).
    Se questo decreto passerà le indagini di mafia scompariranno completamente (le intercettazioni sono il fulcro delle indagini, ricordiamolo), oppure, per citare un esempio, soltanto oggi saremmo riusciti a scoprire le donne arrestate TRE ANNI fa per pedofilia in una scuola d’asilo (o elementari non ricordo).
    Io sinceramente non so più cosa pensare riguardo Berlusconi. Ne ha fatte di tutte (dalla depenalizzazione del reato di evasione fiscale ad arrivare al punto di trattenere un mafioso in casa; trattenere sì) e quest’ultima non è altro che una crocetta nella sua immensa lista di “Come mi salvo oggi?”.
    Quello che più mi dispiace è leggere quanta gente lo difenda con le arrampicate sugli specchi più assurde. I commenti agli articoli sul sito del @CGiornale#C sono esilaranti, ma non mi aspettavo roba simile su @CRedacon#C.
    Ciò che mi fa ridere è che questa gente sarà la stessa che fra 20 anni non ammetterà mai di aver votato Berlusconi, dopo aver visto tutti i guai che ci ha combinato. E’ successo con Mussolini e con Craxi. Ora è il suo turno, d’altro lo diceva pure Churchill: “Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti” (non che Churchill sia un esempio da prendere, però qui non si può non dargli ragione).

    (Asmir Lalic)

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    @CNOTA DELLA REDAZIONE. Gentile Asmir, il commento di Riccardo, sulla materia in questione, è rispettabile al pari del suo e di chi vuole intervenire sull’argomento. Non spetta a nessuno giudicare se questa è roba simile adatta o meno da #CRedacon@C. Ognuno può leggere e farsi un’opinione in proposito, ma contestare la dignità a esprimersi non è un valido argomento.#C

  6. La redazione precisa
    La redazione deve intervenire per precisare che la sigla (cf) NON corrisponde al nome riportato da Riccardo Bigoi. Questo per correttezza verso il reale estensore della missiva e verso la persona in questione; ma anche per debita chiarezza verso i tutti i lettori.

    (red)#C

  7. Mea culpa…
    Se il nome da me citato è sbagliato ne chiedo scusa alla signora da me citata ed alla redazione. Per il resto confermo in toto il mio pensiero e quello della maggioranza degli italiani che hanno votato, votano e rivoterebbero questa maggioranza, nonostante i mal di pancia di chicchessia…
    Cordialmente.

    (Riccardo Bigoi)

  8. Chiamare le cose col proprio nome
    Gentile Bigoi, in tutta sincerità come chiamerebbe un provvedimento del genere assunto, poniamo, da un governo di altro segno politico (uno a caso: di sinistra)? Per me pari sarebbe. E per lei? Un provvedimento del genere è indubitabilmente di tipo fastistoide, inutile giocare con le parole. La tiritera che questo governo sia stato eletto democraticamente mi fa un baffo. Perchè, secondo lei, infatti, esistono gli organi di garanzia? Forse perchè – questo si suppone che abbiano pensato i padri costituenti quando hanno steso il testo che governa la nostra democrazia repubblicana – qualcuno avrebbe potuto essere tentato, no? Si veniva da un ventennio in cui non è che ci fosse proprio tutta questa aria fresca, questa possibilità di esprimersi, vero? Capita così, no, di solito? Inutile anche ripetere il solito esempio dell’Hitler democraticamente incaricato (col 33% dei voti – non l’80% – alle elezioni del 1932!) dal capo dello Stato tedesco di allora, Hindenburg; che comunque è sempre perfettamente pertinente per intendersi.
    Oppure facciamo passare il concetto che se una maggioranza ha i numeri può fare IL BELLO E IL CATTIVO tempo perchè, dice lei, democraticamente eletta? No, non funziona così (a mio modesto parere, chiaro). Anche il governo è soggetto alle leggi fissate nella Costituzione. E se intende emanare leggi fuori dal recinto costituzionale – qual è questa immonda legge-bavaglio, che cozza forte contro, ad esempio, l’art. 21 – ecco, sì, si può tranquillamente dire che il suo agire, zittendo (o comunque limitando fortemente) la libera informazione, si pone sui solchi del fascismo.
    E alla sua eccezione che se si possono affermare queste cose significa che c’è libertà… beh, la risposta è addirittura degna di Monsieur de La Palisse: PER ORA si può. Domani, invece, quando questa porcheria (lo ribadisco) fosse vigente, sarà tutto da vedere.
    La differenza col suo modo di vedere è tutta qui: io vedo il pericolo oggi, lei invece, forse per motivi legati all’appartenenza politica (quindi per ideologia), aspetta di vedere cosa capiterà, afferma che sono in corso modifiche, etc. E se quel che succederà non piacerà poi neppure a lei perchè pian pianino farà sempre più fatica a vedersi pubblicate le sue libere opinioni… Beh, sarà tardi. Il mostro, una volta liberato, divorerà via via tutti, non si faccia illusioni. Oggi chi non la pensa in un certo modo, domani chi criticherà pubblicamente il governo (vedi Gelmini), domani l’altro chi non dirà che il presidente del Consiglio se sbaglia dice solo cose diversamente giuste e chi lo contesta ha sempre diveramente torto… E via così. Cose già viste. E piaciute poco, direi (almeno a me che per fortuna le ho solo sentite raccontare e studiate sui banchi di scuola).
    Auguri.

    (cf)

  9. E’ la stampa, bellezza! Libertà di stampa e democrazia
    Gentile signor Bigoi, pur condividendo quello che è scritto, la informo che CF non è Cinzia Formentini, in quanto quando scrivo firmo sempre con il mio nome per esteso. Qualsiasi cosa io scriva. Approfitto per scrivere un mio pensiero.
    La libertà di stampa senza bavagli è un diritto per salvaguardare la democrazia, una garanzia per mantenerla. Guillermo Bravo Vega, Walter Tobagi, Peppino Impastato, Michelle Lang, Marco Lucchetta, Ilaria Alpi, Mira Hrovratin, Enzo Baldoni, Maria Grazia Catulli, Cosimo Cristina, Giuseppe Fava, Giovanni Spampinato, Mauro Rostagno, Beppe Alfano, Anna Politkovskaya, Raffaele Ciriello, Sultan Muradi,
    Marcello Palmisano, Sahar Hussein Al Haioeri, Giuseppe Siani sono solo alcuni nomi di una lunga lista di persone, giornalisti morti, uccisi mentre facevano il loro lavoro: raccontare la realtà. Difendavano il nostro diritto a conoscere i fatti, attraverso le parole e le immagini. In Italia e nel mondo. Questa è per me la libertà di stampa, che ovviamente deve avere delle regole ma mai dei bavagli.

    (Cinzia Formentini)