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Signori ecco il Mescà, lago fantasma!

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RAMISETO (21 maggio) – Quanti di voi hanno mai sentito parlare del lago Mescà?
Siamo in comune di Ramiseto, nel Parco Nazionale, e un nuovo eccezionale “colpo” fotografico ce lo regala il nostro “foto-collaboratore” Stefano Cuccolini, che da bravo artista appassionato di montagna sale in un luogo sconosciuto ai più.
Eppure ci troviamo – come si legge in un documento regionale del 1985 in merito alle zone vincolate ai sensi della legge Galassini – in un “singolare ambito di grande valore paesaggistico ed ambientale, per le particolari connotazioni geomorfologiche e vegetazionali che lo caratterizzano. Lo sperone montuoso, compreso tra le due valli confluenti del torrente Liocca e del rio Passatore, offre a chi percorre la strada proveniente dal capoluogo comunale e diretta a Succiso, lo spettacolo dei verdi declini boscosi, al di sopra dei quali trovasi il piccolo altopiano torbiero del Mesca, lago relitto, di origine glaciale, in avanzata fase di colmamento, che conserva nei suoi strati di torba la storia di migliaia di anni di vicende climatiche, succedutesi in questo angolo di Appennino e oggi ricostruibili mediante avanzati metodi scientifici”.

Di fatto ci troviamo innanzi a un vero e proprio lago fantasma, prossimo al riempimento naturale e non sempre colmo d’acqua. Qui si insediarono anche antichi gli uomini della preistoria…
Stefano Cuccolini racconta così questa sua nuova cattura.
“Le prime foto di questo lago le avevo viste sul blog di Alessandro Olmi (che consiglio vivamente) e ne ero rimasto subito affascinato. E' un lago che si trova sotto l'alpe di Succiso e si forma in primavera con l'acqua di fusione della neve. Sulle carte sentieristiche è segnato (come lago Mesca), ma lo conoscono comunque in pochi in quanto non ci passa vicino nessun sentiero e soprattutto perchè non lo si può vedere tutto l'anno”.
“Consultate le web cam del territorio e sentito Alessandro – prosegue Stefano - , sabato 17 maggio sono partito in missione. Dopo una bella salita di un’ora ho trovato il punto di riferimento segnalatomi da Alessandro dove, da qui, occorre entrare nella faggeta e camminare in linea retta per circa 500-600 metri. La cosa curiosa è che il lago rimane nascosto alla vista fino all'ultimo metro: l'ultimo pezzo è in salita e quando ormai pensi di aver sbagliato direzione te lo trovi davanti all'improvviso...”

Uno splendido regalo di quanto resta di un’antica conca glaciale “dove sono evidenti le importantissime tracce della morfogenesi, quali le morene recessionali, gli imponenti massi erratici, le rocce esarate”.
Nel lago Mescà (o Secco), addirittura, sono stati rinvenuti manufatti preistorici attribuibili al mesolitico, verosimile testimonianza di un'antica antropizzazione, peraltro singolare a questa altitudine. Non ultimo, nell’anno della biodiversità, ricordare che questo specchio d’acqua dove si riflette l’Alpe ha una comunità faunistica e floristica particolare, frutto di una successione biologica relativamente poco disturbata e, per questo, di primario interesse scientifico. La regaliamo così ai nostri lettori.

* * *

Per gli appassionati di foto ricordiamo il blog “Natura luce colori” di Stefano Cuccolini, dove si possono apprendere tutti i particolari di questa foto, in particolare si tratta di una panoramica 4 scatti con Nikon D80; AF-S Nikkor 18-70mm F/3,5-4,5G; 18mm - Iso100 - F/13 - 1/25 - Polarizzatore circolare Cokin (P164) - Filtro Cokin P121m (GND 2 stop) – Treppiede

(Gabriele Arlotti)

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