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I giovani in servizio civile Caritas lanciano il progetto di sensibilizzazione al servizio

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Erano idee di venti amici a Sordiglio. Sotto mezzo metro di neve. Sapete…la neve protegge e fa maturare l’orto. Adesso i progetti di sensibilizzazione al servizio che erano tanti, stanno prendendo forma.. Infatti non si è rimasti con le mani in mano. Sono nati gruppi affiancati dai formatori che hanno il compito di ideare diverse forme di sensibilizzazione. Dico “si è” perché sono, come già detto, dentro…

Un gruppo che vede partecipi tutti i ragazzi è quello del teatro che vuole la messa in opera di uno spettacolo da registrare in video. Finalmente le idee hanno preso forma, i concetti, relativi al tema del servizio sono stati arrangiati in uno spettacolo moderno sulla falsa riga di Amleto. Sarà montato insieme a spezzoni di film significativi e diventerà un video da utilizzare come forma di sensibilizzazione. Tutto comunicherà l’idea di servire il prossimo, di conoscere e lasciarsi stupire. <>.

Un altro gruppo molto operativo è quello dello sport. Infatti ha organizzato un torneo di calcetto - di cui sono chiuse le iscrizioni per numero raggiunto – che si terrà nelle giornate di Sabato e Domenica 22 e 23 Maggio. Attorno al campo ci saranno vari stand dove sarà possibile prendere informazioni e scambiarsi idee e pareri. L’idea è classica, quanto profonda: conoscere, divertirsi e stare insieme in modo semplice e genuino.

L’opera di sensibilizzazione scolastica, che tra un po’ potrà contare anche sul video, è già iniziata nelle scuole del territorio. Per ora pianura, ma ne approfitto per lanciare in prima persona l’invito alla montagna. Già alcuni ragazzi sono andati e andranno nelle scuole. Andranno per rappresentare il loro progetto o la Caritas, per far conoscere e comprendere. Non solo i progetti, ma come si vivono. Anche ieri una ragazza si è stupita a sentire queste informazioni, quindi mi fa pensare molto...

Ma cosa è il Servizio Civile? Solo viaggi e divertimento?! Quello esiste, ma è necessario e doveroso chiarire. Anzitutto è stare sul territorio, conoscerlo. E sapere che la società genera mostri. Allora è necessario il settore sociale. Voglio fare un paragone povero. Potrei dire che la società è come una rete a maglie larghe in continuo movimento. Ogni tanto capita che qualche maglia si strappi. Ecco che ci vuole una pezza… non ce ne sono mai abbastanza! Ma ci si prova. Perché un conto è guardare dall’alto… un conto è viverci. Un compito che anche il nostro soggetto assolve. Giovani che vivono questa esperienza di servizio che stanno sul territorio, tra poveri, immigrati e malati, come anche Gesù, solo per citare le radici cristiane.

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