Don Giordano Goccini è entrato in Siria, ma non senza qualche difficoltà.
Dopo 50 chilometri di pedalata è giunto alla dogana turca e, nonostante quanto illustrato nella sua cartina stradale, non ha trovato l’ultimo dei paesi in terra turca dove avrebbe voluto fare il cambio-moneta.
La Provvidenza - se così vogliamo chiamarla - manda un “messaggero” che si offre di fare il cambio delle lire turche in quelle siriane, forse in maniera poco formale, ma molto utile.
E’ l’unico modo per conservare soldi in tasca.
Dopo un paio di chilometri di "terra di nessuno" don Giordano si è presentato alla dogana siriana.
Gli agenti del controllo sono apparsi divertiti nel vedere un ciclista in perfetto stile sportivo e così attrezzato alle porte di una radura desertica, ma non hanno potuto fare a meno di avvertire un “superiore” per la mancanza del visto sul passaporto.
Sottoposto ad un sorta di piccolo interrogatorio (don Giordano ha dichiarato di essere diretto a Petra e di non avere provveduto al visto non pensando di arrivare così lontano dall’Italia), gli sono stati richiesti 20 dollari per avere il permesso di entrare in Siria ed a poco è servito esibire una carta di credito se non a divertire gli stessi doganieri.
Fortunatamente, l’esistenza di una banca nel gruppo di case adiacenti il confine ha garantito il cambio di lire effettuato poco prima che ora appare davvero provvidenziale se si considera che ha reso…20 dollari!
Il confine è superato anche se in tasca non c’è più nulla.
I primi chilometri di terra siriana mostrano un paesaggio brullo e sassoso.
Pochi i campi coltivati, molta polvere, molta miseria.
Un vento secco ha accompagnato don Giordano fino ad Aleppo, vasta cittadina alle porte del deserto dove esiste una chiesa cattolica retta dai frati.
Verso sera si riempie di tantissima gente (almeno 500 persone) che prima recitano il rosario eppoi assistono alla messa (rigorosamente in arabo).
Nel frattempo, traffico e rumore continuano incessantemente a farsi sentire fino a sera tardi.
Le porte del Medioriente non incantano per niente, ma il viaggio in Siria è ancora lungo e rimane la speranza di incontrare altra gente e fare nuove esperienze.
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