Home Cronaca Criminalità: “No allarmi ma attenzione sì”

Criminalità: “No allarmi ma attenzione sì”

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“A Reggio non ci si deve allarmare, ma vigilare e agire sì: siamo in tempo, perché la ‘ndrangheta non ha consenso, c’è una forte identità comunitaria locale e un forte tessuto cooperativo”. E’ a queste parole pronunciate all’unisono in Confcooperative il 19 febbraio 2009 dal procuratore Nicola Gratteri e dallo storico Antonio Nicaso che si riallaccia il direttore di Confcooperative, Giovanni Teneggi, nel rivolgere un invito all’unità a tutte le forze sociali ed economiche per una denuncia esplicita – in Procura, e non (o almeno non solo) nelle piazze - e, in qualche caso, un po’ di più concreta operosità.

“Abbiamo promosso e sostenuto convegni e manifestazioni – sottolinea Teneggi – perché capaci di generare coesione e comune consapevolezza di fenomeni che richiedono vigilanza e senso di responsabilità da parte di tutte le espressioni della nostra comunità, ma dobbiamo registrare come ogni manifestazione è stata utilizzata regolarmente anche come palco di semplice visibilità, per alimentare polemiche o proporre facili quanto inutili conte”.

“Le polemiche e le divisioni che hanno suscitato e stanno suscitando, le ambiguità di alcune dichiarazioni, i desideri di primogenitura, gli attacchi ironici, le accuse e le repliche piccate rischiano, al contrario, di fare esattamente il gioco delle organizzazioni criminali, che se è vero che non possono contare su quel consenso comunitario che è fondamentale per la loro affermazione, possono sicuramente lavorare meglio in una realtà disgregata, che non sa far quadrato nemmeno di fronte a fenomeni così gravi”.

“Senza alcuna presunzione, ma anche senza alcun dubbio – prosegue il direttore di Confcooperative – diciamo chiaramente che è ora di smetterla con questa sorta di gioco al massacro nel quale il silenzio è rotto solo dalla 'conta' alle manifestazioni. Le azioni da mettere in campo sono chiarissime: la prima è il famoso 'chi sa parli', ma lo faccia con le autorità inquirenti e lo faccia con la chiarezza necessaria a contrastare davvero i fenomeni malavitosi senza adombrare sospetti che ne alimentano altri in un circolo vizioso privo di effetti positivi; la seconda è quella di ritornare ad un dialogo serio e possibilmente composto tra le organizzazioni imprenditoriali, le forze sociali, la politica e gli enti locali su fenomeni gravi per tutti, ascoltando in tal senso dalle stesse autorità inquirenti quali siano i migliori apporti che insieme possiamo dare ad una vera lotta alla criminalità organizzata; la terza, infine, è quella di riempire un pericoloso silenzio con fatti e azioni e non solo con dichiarazioni e appelli, lavorando con chi lotta quotidianamente e istituzionalmente contro questi fenomeni e nel rispetto dei ruoli e delle missioni di ciascuno”.

“E’ indubbio – prosegue Teneggi - che il risultato cui si tende è comune, e in tal senso le personalità e le istituzioni più esposte non possono essere o sentirsi isolate con polemiche che sbriciolano ulteriormente quella coesione che ha sempre rappresentato un punto di forza del nostro territorio e che è stata incrinata da vicende tutte reggiane, ma anche da una crisi che ha portato nuovi elementi di insicurezza, di conflittualità e moltiplica i fenomeni di concorrenza sleale”.
“Anche alla luce di questi elementi – conclude il direttore di Confcooperative – dobbiamo ritrovare elementi di unità veri, perché in una situazione di questo genere come è possibile chiedere alle imprese di denunciare pressioni o minacce quando il sistema che le dovrebbe tutelare non mostra una solidale azione?”.

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