Era prevedibile: nonostante la forte distanza don Giordano ha raggiunto Tarsus (Tarso), superando i 250 chilometri che lo separavano da Uchisar dove fino all’altra sera ha soggiornato. E' fermo a spedire la sua e-mail di aggiornamento all’interno di un Internet-café quando sullo schermo della televisione compare il video “Sono un italiano” di Toto Cutugno e il titolare del negozio si mette a cantarla a squarciagola. Magie della Turchia…!
Partiamo però dall’inizio. Lasciata ieri mattina presto la cittadina della Cappadocia, don Giordano ha intrapreso la “solita” strada di montagna affrontando due valichi a quota superiore ai 1.500 metri sul livello del mare. Durante il percorso è stato affiancato da un ragazzino dell’età apparente di 10-12 anni che guida un ciclomotore e questi continua a ripetere in uno storpiato inglese una parola che dovrebbe essere “money”, cioè soldi. Il tutto per quasi una decina di chilometri (!) fino a quando il ragazzo capisce che quel ciclo-turista non fa al caso suo e se ne va neanche tanto arrabbiato. Giunto a Pozanti (dopo avere percorso 170 chilometri) don Giordano ottiene informazioni sulla strada per Tarsus e decide di proseguire. Altri due valichi a quota 1.200 e 1.300 s.l.m. eppoi di nuovo discesa per una “corsa” complessiva di 255 chilometri. Tempo di percorrenza: 12 ore e 30 minuti (compresa una breve sosta per mangiare)!
Giunto in serata a Mersin (sul mare e nei pressi di Tarsus), dove si trova una comunità di suore italiane, ha la sfortuna di non trovare nessuno perché sono tutte impegnate fuori paese. Un alloggio di fortuna e la ricerca, l’indomani (cioè oggi), di una chiesa dove poter celebrare l’Ascensione.
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Beato, beato, beato!!!!!!!!!!! Un abbraccio, don!!!
(Marcello)