La Cappadocia era una delle mete che don Giordano Goccini si era posto per via delle antiche tradizioni e delle radici davvero profonde della cristianità orientale ed in particolare del monachesimo, così anche nella giornata di ieri vi ha sostato per visitare luoghi di culto ed anche di interesse turistico (e ciò ha consentito anche di riprendere le energie delle migliaia di chilometri che ha fino ad ora macinato). Così la “tappa” di ieri (soltanto 56 chilometri) altro non è stato che un girare attorno a Uchisar, il paese dove fino a questa mattina ha soggiornato, per poter visitare alcuni luoghi di notevole interesse.
Allo stupore che don Giordano ha provato appena giunto in Cappadocia, altro ancora se n’è aggiunto per il tipo di paesaggio davvero unico: di natura lavica (una sorta di tufo) e lavorato a lungo dagli agenti atmosferici, la conformazione del terreno assomiglia a quella lunare con alcune particolarità uniche al mondo (i coni di roccia, le cosiddette case di fata ed altro ancora).
A tutto questo si è aggiunto il paziente e lungo lavoro dell’uomo che ha adattato queste terre alle proprie esigenze. E fu proprio il vescovo Basilio ad insegnare (non solo ai monaci) forme di vita comune per lavorare assieme nei campi e difendersi dagli attacchi dei tanti nemici che hanno solcato questi luoghi. Poi le tante chiese e cappelle, alcune decorate, altre finemente affrescate, ma quasi tutte in perfetto stato di conservazione grazie al fatto di essere interrate. Testimoniano una fede in Dio che travalica i secoli e le scene più rappresentate, guarda caso, sono proprio quelle della “tomba vuota”, cioè dell’annuncio della Resurrezione.
Notevole, nella regione, la presenza di turisti e questo ha portato don Giordano a visitare luoghi al di fuori degli itinerari turistici e meno frequentati (oltre che piuttosto aridi e desertici), così da riprendere la giusta dimensione del pellegrino. Una piccola curiosità: ad un certo punto, notando una montagna molto ripida e centrale, ha deciso di salirvi e rimanere a pregare per un lungo lasso di tempo.
L’itinerario di oggi, invece, vede don Giordano impegnato ad avvicinarsi a Tarsus (dove è nato San Paolo) distante circa 250 chilometri, troppi per essere affrontati in un solo giorno. Tuttavia, conoscendo la caparbietà del “don”, non ci sarebbe da meravigliarsi se nel contatto di questa sers ci dicesse di esservi già giunto…!
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