Normanna Albertini, autrice di Felina, con il romanzo storico “Pietro dei colori" (Prospettiva) sarà ospite del Salone internazionale del libro di Torino per presentare il suo libro. Venerdì 14 maggio alle ore 14 presso la sala "Piazza Italia" si terrà l'incontro dal titolo "La scrittura in prospettiva: incipit d'autore". L’Albertini sarà intervistata da Andrea Giannasi. Si tratta di un importante riconoscimento per la scrittrice di Felina che raggiunge da protagonista il tempio della cultura italiana.
“Pietro dei colori”, ambientato tra la Garfagnana e il versante emiliano del crinale, ha precisi riferimenti storici, ma è comunque opera di narrativa frutto dell’immaginazione dell’autrice. Il protagonista è Pietro da Talada, personaggio realmente esistito e originario del nostro Appennino. Dopo la mostra, svoltasi dal 3 al 18 agosto 2002 negli oratori di Talada, Casale e Cervarezza, progettata con l’intento di divulgare l’opera del maestro proprio nel luogo nel quale si vuole riconoscere la sua patria d’origine, questo romanzo rompe in parte il silenzio sul pittore. Del “Maestro di Borsigliana”, Pietro da Talada, non si sa quasi niente, (c’è solo la scritta sull’opera trovata a Rocca di Soraggio: “hoc opus f… fieri Joannes Calesblarius de Soragio 1463. Et pictus fuit p. me Petrus de Talata”) ma si rimane attoniti di fronte alla meraviglia dei suoi colori. Come ha appreso l’arte di estrarre il suo rosso così brillante dalla Rubia tinctorum? Come si è impossessato dei segreti della pittura?
In quel ‘400 medioevale questi Appennini erano terra remota, solitaria, selvaggia, tuttavia luogo di transito di gente e merci. Eppure Joannes Calesblarius, uomo di Soraggio, gli commissionò un capolavoro per la sua chiesa irraggiungibile. Eppure, a Borsigliana, non più di dieci case, qualche stalla e un reticolo di metati smarriti nei boschi, gli venne consentito di dipingere un trittico di una bellezza straordinaria. Giotto era vissuto un secolo prima di lui, ma forse Pietro ebbe la stessa origine pastorizia e contadina. Pietro scelse che il tuo genio fosse al servizio delle montagne, vagò, i colori in una bisaccia, per foreste e valloni pur di raggiungere quelle comunità che volevano regalarsi il lusso di un quadro sacro. Una storia intrigante, grandiosa, che l’autrice ha scelto di raccontare per omaggio alla figura del pittore e alla bellezza della nostra montagna. Accompagna Pietro un religioso, fra’ Mauro, famoso cartografo di Venezia realmente esistito, che diventa la sua guida spirituale e artistica e lo conduce presso le botteghe dei grandi pittori fiorentini. Tanti i personaggi comprimari: Lucrezia Fina, sposa giovanissima che rifiuta, attraverso il digiuno, il matrimonio forzato; Orsola, cortigiana adolescente; Peruzza, contrabbandiera e compagna “per forza” del brigante Noè. L’ambientazione è quella del tempo: peste, lebbra, malaria, guerre, ma anche la rinascita delle arti che precorre e orienta il Rinascimento.
Provocatorio per le tematiche di violenza sui minori e sulle donne, in quel periodo accettate come normali anche dalla Chiesa, inquietante, intenso, il romanzo si spinge a volte oltre i limiti della narrazione, entrando nei cuori e nel disagio dei personaggi, per rivelarne il dolore impotente, dove le figure femminili emergono nella loro capacità di riscatto, mentre quelle maschili si rivelano comunque deboli, spesso limitate, opportuniste . Un romanzo che è anche ardente storia d’amore tra Pietro e Orsola, con momenti di calda passione, e, al contrario, struggente amore impossibile tra Pietro e Lucrezia Fina. Un libro che sorprende per lo stile e il linguaggio, per l’ottima caratterizzazione dei personaggi e per il finale, crudele, imprevisto, sorprendente rispetto a ciò che ci si aspettava dai protagonisti.
Complimenti!!
Complimenti Normii!!
(Pedro Moura)
Complimenti
Brava! Complimenti vivissimi! Bacio.
(Elisabetta Corbelli)