E’ stata una giornata dedicata al riposo, alla preghiera ed anche ad un minimo di svago, quella che ieri ha vissuto don Giordano Goccini a Istanbul. Dopo avere trovato riposo nel convento dei frati cappuccini emiliani (accolto con pastasciutta emiliana e vino lambrusco di San Martino in Rio…), ha trascorso con loro alcuni momenti di preghiera e di meditazione personale. Nella pomeriggio di ieri, invece, ha dedicato un poco di tempo anche alla visita della metropoli, in cui spicca la moschea di Santa Sofia, una volta la chiesa più grande del mondo fino alla costruzione a Roma di San Pietro e prima che fosse trasformata in moschea.
Per la cronaca Istanbul è stata fondata dai coloni greci di Megera nel 667 a.C. col nome di Byzantion (Bisanzio), mentre l’11 maggio del 330 venne trasformato in Costantinopoli in onore dell’imperatore romano Costantino. Subito dopo fu lo stesso imperatore a ribattezzarla Nova Roma, ma questo nome non entrò mai in uso sebbene ancora oggi la denominazione ufficiale secondo la Chiesa ortodossa e il Patriarcato Ecumenico sia “Costantinopoli Nuova Roma”.
Il nome Istanbul potrebbe derivare da alcuni vocali greci (di era medievale) per sottolineare la “Città delle Città”. Nel 1453 venne espugnata dai turchi Ottomani e la Basilica di Santa Sofia venne forzatamente “convertita” in moschea. L’attuale area urbana si estende su entrambe le sponde del Bosforo (nome dello stretto che la contraddistingue), mentre il porto è denominato “Corno d’oro”.
Nel 1973 è stato costruito un ponte che collega le due sponde, lo stesso che don Giordano ha attraversato per riprendere il viaggio verso la Terra Santa. Sede del Patriarcato di Costantinopoli (una delle più antiche sedi apostoliche al mondo), Istanbul è abitata da diverse comunità religiose, ma è l’Islam quella maggiormente diffusa. Le minoranze includono gli armeni-cattolici, i cattolici, i levantini, gli ebrei ed i sefarditi. Nella città, secondo un recente censimento, sono attive 2691 moschee, 123 chiese, 26 sinagoghe, 9 cimiteri islamici e 57 di diverso genere.
Vale la pena ricordare che la città è sede del Patriarcato ecumenico fin dal IV secondo d.C. e che continua ad essere la sede di altre chiese ortodosse come la Chiesa turco-ortodossa e il Patriarcato armeno.
Durante la giornata di ieri don Giordano ha potuto visitare anche la chiesa del Pantocratore (oggi moschea), la basilica di San Polieucto, la chiesa dei Santi Sergio e Bacco e persino la chiesa di Sant’Antonio da Padova (santo molto venerato nella città turca). Questa mattina presto ha poi ripreso il viaggio e molto probabilmente costeggerà le rive del Mar Nero, per dirigersi poi verso Ankara, capitale della Turchia.
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