Nel prossimo mese di giugno ricorreranno due importanti anniversari del cardinale felinese Sergio Pignedoli: il centenario della nascita e il trentesimo della morte. Infatti il futuro porporato nasceva a Felina il 4 giugno 1910 e moriva improvvisamente a Reggio, nella casa del fratello, domenica 15 giugno 1980, a soli settant’anni.
Nell’omelia pronunciata il 26 giugno 1980 in San Pietro nella messa di suffragio Giovanni Paolo II ne ricordava “la carica umana, la ricca sensibilità, la straordinaria capacità di rapporti” e ne poneva in risalto “il culto dell’amicizia e l’interesse costante per i giovani”. Nella celebrazione per la tumulazione a Felina il vescovo Gilberto Baroni ebbe ad affermare: ”Di don Sergio abbiamo sempre ammirato la povertà, il distacco pieno e la massima libertà: l'ottimismo, la serenità, l'affabilità, il viso sempre aperto e accogliente, mai duro; la fiducia in Dio e nell’uomo; l'amore pieno e totale a Dio, a Gesù Cristo, alla Chiesa, alle anime, ai giovani”. E in un ricordo per il XXV della morte Camillo Rossi scriveva: “L’amicizia è stata certamente la nota dominante di tutto il ministero sacerdotale ed episcopale del cardinale Sergio Pignedoli, che ha lasciato in tanti ancora vivo il ricordo del suo sorriso indimenticabile; della sua personalità aperta al colloquio; del suo saper essere con tutti: padre, fratello, amico".
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Ordinato sacerdote il 1 aprile 1933 dopo aver frequentato i seminari di Marola e Albinea, nel 1936 si laureava a Milano in lettere all’Università del Sacro Cuore, di cui divenne assistente ecclesiastico; in precedenza aveva insegnato religione nel liceo classico di Reggio. Nel 1940 vestiva la divisa di cappellano militare di Marina con il grado di tenente e veniva imbarcato su navi ospedale, cacciatorpediniere e corazzate. Nel 1942 pubblicava “Franco Castellani”, ritratto di un giovane cattolico morto sul fronte di guerra. Licenziato in storia ecclesiastica alla Gregoriana e laureato in diritto canonico alla Lateranense, mons. Pignedoli divenne nel dopoguerra viceassistente generale dell’Azione cattolica. Nel 1948 Pio XII lo nominava segretario del Comitato centrale per l’Anno Santo 1950: fu un periodo di intenso lavoro, di viaggi e di contatti, esperienza confluita nel libro “Roma mihi patria”; sempre del 1950 è il manuale “Il sacerdote degli esploratori”. Per le benemerenze acquisite, il 22 dicembre 1950 Pio XII lo promuoveva arcivescovo titolare di Iconio e nunzio apostolico in Bolivia; fu consacrato l’11 febbraio 1951 nella basilica romana di San Paolo fuori le mura. Tre anni dopo era destinato alla nunziatura del Venezuela: “Trasvolatore di continenti”, lo definì Pio XII. Il 15 aprile 1955 fu nominato vescovo ausiliare di Milano, diocesi retta dall’arcivescovo Giovanni Battista Montini. Nel 1959 Giovanni XXIII lo nominava delegato apostolico per l’Africa centro-occidentale; nel 1964 Paolo VI gli affidava la nunziatura in Canada, poi lo nominava segretario della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Papa Montini lo elevò poi alla porpora cardinalizia nel concistoro del 5 marzo 1973, del titolo di San Giorgio in Velabro, e lo nominò presidente del Segretariato per i non cristiani. Fu chiamato a ricoprire altri numerosi incarichi e partecipò ai due conclavi tenutisi nella cappella Sistina nel 1978. Gli è stata dedicata una lapide-ricordo nel campeggio “Rosa dei Venti” per sommergibilisti al passo del Cerreto.
La forza del cardinal Pignedoli
Sono stato battezzato dall’allora arcivescovo Sergio Pignedoli. La mia famiglia mi ha cresciuto nella convinzione che per questo fatto ci fosse sempre la sua mano sopra la mia testa a mo’ di guida sicura. Anch’io ne sono convinto.
(Federico Tamburini)