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Giovanni Teneggi, direttore di Confcooperative, sulle attività in corso di promozione turistica sul territorio

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“Non finanziamo ancora generiche strutture amministrative – la gente li chiama “baracconi” – o generici progetti di promozione. Prendiamo atto di ciò che il tempo ci ha insegnato: non abbiamo bisogno subito di nuovi uffici, nuovi siti web o nuovi club. Non abbiamo bisogno ancora di mestieri fittizi o “virtuali” di promozione turistica, ma di puntare su quelli molto concreti di produzione turistica dei singoli operatori”.

Giovanni Teneggi, direttore di Confcooperative, entra nel merito del fermento che in questi giorni si sta sviluppando a livello locale per la promozione turistica, con particolare riguardo all’Appennino.

“Dopo un periodo di riflessione – sottolinea Teneggi - pare riprendere un intento del sistema – enti pubblici e associazioni – di riprogrammazione di iniziative e strumenti a favore di tutto il territorio. Si riparla infatti di club di prodotto, di uffici turistici, di promozione e marketing territoriale”. “La notizia in sé è positiva – perché il turismo ha assoluta necessità di sostegno ed è una risorsa di crescente importanza per il futuro – ma suscita perplessità e comporta un rischio”.

“La perplessità – spiega il direttore di Confcooperative - riguarda i tempi e le modalità di coinvolgimento degli imprenditori. Spesso accade infatti – e anche in questo caso – che queste accelerazioni corrispondano a momenti di grande attività stagionale degli imprenditori e fuori tempo per poter sostenere le immediate attese di stagione. Vincono i tempi della politica e della concertazione, ma se non sono gli stessi tempi dell’impresa, questa sarà sempre distante”.

“Qui – secondo Teneggi – sta anche la radice del rischio. Stiamo pensando a come sviluppare il reddito e l’occupazione del settore o stiamo pensando a come “governarlo” e gestire le risorse pubbliche disponibili?. Questo secondo aspetto interessa senz’altro molto gli enti e le associazioni, ma alle imprese riteniamo interessi solo il primo, che non trova risposte se non mettendo al centro gli sforzi degli imprenditori, dei loro prodotti e operando secondo le condizioni di successo nei canali di vendita”.

“Partire da sistema, attività di promozione e reti associative generaliste nei target e in riferimento a tutto il territorio ha già dato esiti negativi in passato e ci sembra che questa abitudine sia ancora molto presente”. “Immediatamente e con urgenza – sottolinea il direttore di Confcooperative - abbiamo quindi bisogno che gli imprenditori di maggior successo e che vogliono dare continuità e maggior valore alla propria attività vedano sostegni molto diretti e concreti all’intento di realizzare soggiorni più lunghi e analogamente di allungare la stagione di lavoro. A questi, alla loro produzione di nuovi e più interessanti pacchetti di soggiorno, occorre dare subito un segnale di fiducia ed il riconoscimento di una dignità piena di operatori turistici nel panorama regionale”.

“Agli enti e alle associazioni – osserva Teneggi – spetta invece il compito di riconoscere le vocazioni territoriali maggiormente spendibili in queste attività e di costruire una risposta pluriennale e non estemporanea alle attese di questi imprenditori, affinchè dell’Appennino Reggiano si parli sempre più nel panorama italiano e internazionale anche con riferimento all’area vasta che può agganciarci a Toscana e Cinque Terre – come il Parco Nazionale ha indicato - così come alle locomotive dei nostri prodotti agroalimentari e industriali che ancora non trainano come dovrebbero il loro territorio”.