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Fenomenologia tibetana del milletrecento

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Ho deciso di pubblicare questo lavoro di sintesi di un libro di ottanta pagine che porto avanti da questa estate. Vado avanti e indietro dalla biblioteca come se fossi uno studente e porto con me uno stralcio di un trattato dei Robert Thurmann. Questo stralcio effettivamente mi convinse... ai tempi... a comprare il trattato in quel di Votigno, a Canossa, perchè mi ricordava un testo filosofico occidentale. Alla faccia! Premesso che ho letto molto poco di occidentale, al di là che l'aria respirata fosse quella di Shangri-La o della nostra montagna l'autore ci sorprende per quanto è complicato. Ho impiegato due anni prima di riuscire a leggere quelle famigerate ottanta pagine e a capirle. e devo dire che è stata una conquista. Anche se alla fine mi sono trovato come prima.

Il secondo libro reperibile di Je Tzong Khapa che ho trovato è alla biblioteca Panizzi di Reggio Emilia. Si intitola "LO YOGA DEL TIBET", ma non ricordo qual'è il titolo originale. Mi ha colpito che oltre ad essere altrettanto ostico, sono usati diversi tipi di stili di paragrafo per poter rendere le citazioni, foto per spiegare le posizioni del corpo... poi ho sentito dentro di me un'altra sfida. L'ho rimandata e ho rimesso a posto il libro.

Cosa ha di interessante questo testo?
Anzitutto non è scritto da un contemporaneo, ma da un uomo del milletrecento e ha un modo tutto suo di affrontare la realtà filosofica. Cosa è la fenomenologia? E' quella realtà filosofica che considera tutto come viene visto dal soggetto, è scienza, ma è in prima persona. Io conosco una filosofia da liceo però credo di riuscire a chiarire e a lanciare punti. Se poi sbaglio chiedo venia a voi lettori.

Spiegato ai profani, me compreso il libro dice come e perchè tutto quello che vediamo nasce da una interazione. Non è "essere" l'elettrone, il protone, la particella, ma il raggio di luce, il bosone W, il gluone. Quando io percepisco un vaso non esisto nè io nè il vaso, ma solo il nostro legame fa sì che crediamo entrambi di esistere. L'avevo proposto a una mia amica, appassionata di fisica e qualcosa si era discusso... solo che non so prendere le parti di Tzong Khapa.

Un altro punto interessante che vedeva cristiani gesuiti e buddisi scontrarsi è la teoria del vuoto dove si spiega che ogni dualismo nasce dal vuoto e al vuoto è ricondotto. Un interessante parallelo si potrebbe fare col vuoto quantico da cui nascono continuamente particelle e antiparticelle impercettibili, per poi ricombinarsi. Non si tratta di stiracchiare un testo tibetano, ma di riprendere concetti e attualizzarli.

Il PDF
Ho deciso di creare un riassunto in PDF e di renderlo pubblico qui su Redacon dove mi piace scrivere perchè può fare luce sugli aspetti che colpiscono della filosofia, e ribadisco, solo della filosofia tibetana.
Detto questo spero che il PDF, nelle parti in cui tratta di fisica e non di meditazione possa dare spunti interessanti a persone appassionate di fisica perchè è molto diverso da ciò a acui siamo abituati.
E come diceva il buon Siddharta, il nostro, non riteniamo questi filosofi migliori o peggiori dei nostri.

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