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BAGARRE A VETTO / La diga che non c’è: fa discutere e intervenire i carabinieri

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VETTO (19 aprile 2010) – Diga di Vetto, scoppia la bagarre. Strano a dirsi, ma si discute, a lungo, di un’opera non prevista né dal Piano invasi nazionale né dai vari piani regionali. Eppure c’è un comitato, presieduto dal geometra Lino Franzini, che, a senso unico a Vetto, venerdì scorso ha promosso un incontro sulla diga.

QUELLO CHE LE CRONACHE NON SCRIVONO: L’INTERVENTO DEI CARABINIERI

Sara Garofani, sindaco di Vetto, si è prestata a moderarlo. Ma ha chiarito che, pur dovendo approfondire la materia è concettualmente contro quest'opera. Che, scriviamolo, lira più lira meno (con tutto il rispetto per gli euro) dovrebbe costare un centinaio di miliardi di vecchie lire, con una vita prevista sui 100 anni.
Forse per tutto questo, la serata di Vetto rischiava di passare sotto l’anonimato, se non fosse per alcune note di costume, di forze dell’ordine e interventi stampa di cui ora vi diamo atto.

La prima: alla serata di venerdì scorso è intervenuto un “disturbatore” in aula. Morale? Sono stati allertati i carabinieri e la polizia locale per provare ad allontanare l’uomo che, soddisfatto, dice “interrompere chi parla non è reato”. E dire che le sue posizioni erano tutto sommato moderate, così come ha provato a fare intendere. “Chi c’è dietro coloro che vorrebbero privatizzare il fiume, costruire la diga, la centrale elettrica e gestire la speculazione edilizia che ne deriverà?” si chiedeva l’uomo.
Fatto sta che solo un lungo intervento del sindaco, a quanto è dato sapere, ha schivato al vettese l’allontanamento coatto con peggiori conseguenze.

IL SEGRETARIO DEL COMITATO: E’ DI ATTICOLA

Sbirciando sul sito del comitato, colpisce la presenza, in veste di segretario, di Renzino Fiori, stimato professionista, e capogruppo di opposizione per il Pdl a Vetto, autore di “Piccoli racconti sulla Valle dell’Enza”, la splendida antologia di 16 narrazioni collocate dalla fine degli anni Cinquanta all’inizio degli anni Sessanta ad Atticola di Vetto, il paesino che la diga avrebbe sommerso e in cui lui stesso è nato e che racconta così: “un pugno di case poste alla confluenza di due torrenti gonfi d’acqua nelle stagioni delle piogge e quasi secchi d’estate”.
E, a proposito di Pdl, ecco la nota capace di fare l’impossibile. Ricompattare Filippi con Pagliani. Quest’ultimo si esprime così. “La costruzione di un invaso in alta val d’Enza – si legge - è un’opera indispensabile per lo sviluppo della nostra montagna e dell’agricoltura in val D’Enza, i benefici sono molteplici e l’unica persona rimasta a non comprendere l’opportunità eccezionale dell’opera per Vetto, Ramiseto e l’intero versante montano della val d’Enza è il Sindaco di Vetto e presidente della Comunità montana Sara Garofani”.
“I consiglieri del centrodestra vettese Fiori, Pioppi, Crovi e Ruffini insieme al coordinatore comunale del Pdl Giovanni Ferrari sono insieme al comitato locale guidato da Franzini i primi promotori della costruzione dell’invaso che servirebbe anche per produrre energia idroelettrica pulita per un bacino di circa 35.000 persone. Con la costruzione di quest’opera, che vive un ritardo di troppi decenni, si risolverà anche il problema annoso del deficit idrico della bassa val d’Enza che da sempre rende difficoltose le irrigazioni per circa 5 – 6 mesi all’anno delle coltivazioni che rappresentano stoicamente l’eccellenza agroalimentare delle provincie reggiana e parmigiana”.

IL TURISMO CHE NON C’E’ E CI POTREBBE ESSERE

Dal sito del comitato: “Può un bacino idrografico artificiale inserirsi armoniosamente in un contesto dove il verde dei boschi e le acque verdi o azzurre di un lago la fanno da padrone? Chiunque risponderebbe di sì. Lo testimoniano le migliaia di turisti che ogni anno si recano in visita ai laghi, dal più piccolo, come il lago del Monte Ventasso al Lago di Garda; la presenza di un lago arricchisce il fascino di una qualsiasi valle. La realizzazione della diga di Vetto permetterebbe di ammirare uno straordinario scenario a chiunque transiterà lungo la Valle dell’Enza”.
“Ma così non è – prende posizione Gabriele Arlotti, vettese e direttore del Consorzio per la valorizzazione dei prodotti dell’Appennino –. Prima di tutto questa discussione pare fuori dal tempo, perché per la diga è un’opera non cantierabile, a differenza di invasi di medie dimensioni e rispettosi del fiume, già studiati, che le nuove conoscenze di ingegneria idraulica consentono e che, giustamente, occorre prevedere per dare una risposta concreta al problema idrico. Ma per il turismo ci si rechi davvero a Ridracoli per vedere come, in realtà, questo non è decollato. Oppure a Vagli dove gli amministratori spiegano, abbastanza chiaramente, che un conto è un lago appenninico naturale, un altro è un invaso che, d’estate, proprio perché serve a irrigare, non è fruibile dai turisti! Anche per questo quel paese, pur ricco per le cave di marmo, si è spopolato”.
Però si potrebbe avere energia elettrica con benefici per la collettività?
“La minoranza vettese ha dimostrato in questi anni come la centralina tuttora esistente sul fiume non ha portato alcun beneficio alla comunità locale… ma solo al produttore di energia”.
Il comitato scrive che il fiume vivrebbe.
“A valle cesserebbe di scendere ghiaia con ben note conseguenze – riprende Arlotti -, mentre a monte si sommergerebbe un areale unico che, invece, è degno dell’inserimento nel Parco nazionale, perché l’asta dell’Enza che da sotto Gottano sale nel Ramisetano è uno dei tratti d’Appennino più incontaminati e magnifici presenti. Questa è l’opera meno onerosa, meno impattante e soprattutto turisticamente più efficace che si potrebbe veramente fare. Sarebbe interessante piuttosto un comitato che vada in questa direzione, così come già hanno fatto intelligentemente alcuni borghi toscani oppure Sologno”.

IL DIRETTORE DI MIA VETTO

Con una dura nota rompe gli indugi, anche, Paolo Maria Ruffini, vettese e direttore di Mia Vetto, il primo sito per la valorizzazione culturale, storica e turistica del paese. Che così scrive “Non vi sono venuto a rompere al congressino pro diga e non voglio dire nulla di importante ed eclatante sono solo fiero di avere contribuito con tanti altri a fermare negli anni Novanta questo clamoroso scempio sulla val d'Enza, ma erano tempi diversi e avevo anche più tempo io. Solo leggo con tanta tristezza che esiste anche chi con davanti al nome una laurea, afferma con foga sul sito a favore della diga che l'Enza è una valle morta. Lo invito a fare qualche ripasso e a seguire qualche corso sulla varietà di esseri viventi che popolano il nostro ‘amato’ fiume”
“Affido a voi, prodi paladini del progresso, l'arduo compito di ricreare quello che milioni di anni hanno plasmato. Solo non voglio essere complice di questo paradossale progetto sedete pure sui vostri comodi scranni è la politica del duemila io non ho la forza di opporre resistenza e nemmeno la voglia quindi cavalcate pure quello in cui credete, spero lo facciate in buona fede”.

8 COMMENTS

  1. Un fiume che vive e una lontra che schiatta: col cemento
    Che foto emblematica. E’ la migliore dimostrazione di come sicuramente il fiume vivebbre meglio! Abbasso il Parco, viva il cemento nei fiumi. I turisti? Speriamo arrivino. Intanto spendiamo qualche milione di euro che sicuramente male non fa.
    Muoia la lontra e tutti i Filistei!

    (Fulminant La Penna)

  2. Perdoni, Fulminat La Penna
    Che questo suo commento sia fuori luogo è agli occhi di tutti e lo è ancor di più agli occhi di chi sa chi è LEI. Premesso questo, vorrei spostare l’attenzione ed il ragionamento non su chi è FAVOREVOLE e CONTRARIO, ma su:
    E’UTILE O NO!!!
    Vede, carissimo, in questa montagna che muore lentamente tutti i ragionamenti ricadono tra favorevoli e contrari; ogni ragionamento cade nella discussione STERILE del tifoso di calcio. Questo non va bene, io non sono favorevole alla MORTE della lontra; se è possibile voglio un territorio dove viva l’uomo e la bella lontra; ma se questo non è possibile IO scelgo l’uomo!!!
    Altra cosa che in questi anni non ho mai avuto modo leggere o sentire: dove sono finiti i miliardi spesi per l’impatto ambientale, per il taglione…??? Chi è contro lo dica apertamente con fatti alla mano!!! Chi è pro lotti perchè un invaso ARMONIOSO e che si sposi con l’HABITAT nasca… Il tifo lasciamolo allo stadio!!! Mi va di concludere che se fossimo in Trentino la diga sarebbe già funzionante, ma qui è un’altra cosa, lo sottolineo con rammarico!!!
    Grazie come sempre.

    (Roberto Malvolti)

  3. Una proposta
    La possibilità di intervenire su un tema cosi importante è troppo ghiotta per chi come me era presente alla consegna dei lavori e di riflesso ha seguito le varie fasi del Progetto Marcello. A mio avviso per cercare una risposta bisogna partire da dati veri, bilancio idrico delle province di Reggio e Parma in deficit di molti milioni di mc, qualità delle acque per usi civili della citta di Parma pessime a causa della presenza dei nitrati, domanda di risorsa idrica in continua crescita e disponibilità in continuo calo… Già queste prime considerazioni dovrebbero essere sufficenti per dire sì alla diga, ma personalmente credo che la soluzione non vada argomentata nel progetto dell’Ing. Marcello ormai chiuso e archiviato. Bisogna confrontarsi su una soluzione diversa che possa trovare una risposta reale e convincente. L’ipotesi dello studio di un bacino con dimensioni più ridotte, e quindi di minore impatto, potrebbe essere una soluzione al problema. Più a monte rispetto alla localizzazione attuale esiste la possibilità di impostare una diga di dimensioni minori che consenta comunque l’accumulo di circa 30 milioni di mc di acqua. Questa soluzione permetterebbe di coniugare tutte le necessità da quella idrica a quella ambientale e non da ultimo quella occupazionale, problema molto sentito in una valle in continuo calo demografico. Ringrazio per lo spazio.

    (Aronne Ruffini)

  4. Una precisazione
    Vorrei solo dire che nell’articolo apparso su @Cmiavetto.it#C e ripreso da @CRedacon#C io non ho parlato di lontre ma mi riferivo a parole tratte dal sito pro diga dove si afferma che l’Enza è un fiume morto, una specie di valle arida e desolata; e credo sia falso affermare questo. Conosco bene il mio fiume e lo amo, non ho mai visto una lontra, solo qualche nutria scappata dagli allevamenti di pellame, credo solo sia uno stupendo laboratorio naturale ricco di vita. Grazie.

    (Paolo Maria Ruffini)

  5. Purchè si faccia
    Indipendentemente dalle diatribe politiche, che ormai da troppi anni stanno facendo pagare agli abitanti della valle dell’Enza un drastico tracollo, è giunto il momento di condividere un progetto! Che sia un grande invaso, che sia medio grande, che sia medio… ma che sia condiviso politicamente!!! Faccio un appello a tutte le forze politiche, affinchè prendano atto di cosa è diventata la valle dell’Enza; mi chiedo se è veramente sfruttata a livello turistico come potrebbe, se il parco da solo possa rilanciare veramente il turismo nella valle e se non vale veramente la pena di depositare l’ascia di guerra per il bene di tutti e tutto?

    (Roberto Pagani)

  6. Ironia l’è morta
    …Ma possibile che nessuno si sia ancora reso conto che il sig. Fulminant la Penna prende in giro tutti quanti? Possibile che nessuno riesca più a riconoscere l’ironia, lo sbeffeggio, la sana dissacrazione? Il primo aprile ho capito che la chiusura di @CRedacon#C era un pescione leggendo il suo acido commento, e questo sulla diga… “Muoia la lontra con tutti i filistei” è degno della miglior vignetta di Vauro!!! Meglio di così l’idiozia di una diga a Vetto non poteva essere illustrata…

    (Commento firmato)