Riceviamo e pubblichiamo.
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Il regolamento di Polizia veterinaria del 1954 (56 anni fa!) prevedeva la costruzione dei canili comunali. I comuni della montagna non li hanno mai costruiti e, per decenni, hanno raccolto i cani randagi e quelli cui i padroni rinunciavano e li portavano a far ammazzare al canile comunale di Reggio. A migliaia, per decenni.
Nel marzo 1988 la legge regionale n. 5 bloccava gli abbattimenti e disponeva la ristrutturazione dei canili. Difficile ristrutturare l’inesistente!
Così i comuni della montagna affittano un pezzo di terra, lo recintano e ci buttano dentro i cani, senza sterilizzarli. Tutti insieme, vecchi e cuccioli, a riprodursi e a sbranarsi, per una femmina in calore, per un osso o un pezzo di pane, per più di due anni. Poi, dopo opportuna denuncia, prendono in affitto un capannone in fallimento, lo ristrutturano il minimo e in parte; di là ci sono i cinghiali. Doveva essere acquistato in asta giudiziaria nel '99, a 35 milioni di lire, se ben ricordo. Stranamente lo compra il gestore privato del canile e la Comunità montana lo prende in affitto spendendo di più. Un decreto penale di condanna per maltrattamento animali, poi caduto in prescrizione per la lungaggine della giustizia, pone fine alla gestione privata e subentra l’associazione di volontariato “Aiutappennin”.
Nel 2006 la Comunità montana presenta alla Provincia il progetto ambizioso di una struttura che non sia solo luogo di reclusione di animali, ma anche un parco canino usufruibile dai cinofili, dalle scuole e dai cittadini. Ci son altre cinque richieste di ampliamento e ristrutturazione in questa provincia, ma i componenti del Tavolo provinciale sul randagismo fanno un atto di fiducia alla Comunità montana e tutti i fondi vengono concentrati sul suo progetto.
La delibera regionale del 27/02/2006 prevede la relazione sullo stato di avanzamento dei lavori entro il 31 maggio di ogni anno e al relazione finale sulla conclusione dei lavori svolti entro il 31 maggio 2009. In tale data non è stata acquistata neanche l’area. La Regione concede una proroga al 31 maggio 2010. La Regione il mese prossimo ritirerà tutti i fondi non utilizzati.
La Comunità montana non ha costruito il canile previsto dalla normativa (in 56 anni!), ma quel che è peggio gli altri cinque progetti di questa provincia non vedranno 1 euro. DI FRONTE A QUESTA SITUAZIONE DI INCAPACITA’ BUROCRATICO-AMMINISTRATIVA E DI VUOTO POLITICO, CHIEDIAMO CHE L’ASSESSORE PROVINCIALE CON DELEGA AL RANDAGISMO E ALLA PROTEZIONE ANIMALI, ROBERTA RIVI, CONVOCHI CON LA MASSIMA URGENZA IL TAVOLO PROVINCIALE SUL RANDAGISMO PER PRENDERE ATTO DELLA SITUAZIONE E IMPEGNI GIUNTA PROVINCIALE E PRESIDENZA A FAR PRESSIONE SULLA GIUNTA REGIONALE AFFINCHE’ I 178.000 EURO PASSINO AGLI ALTRI CINQUE PROGETTI CHE SONO IN GRADO DI UTILIZZARE I FONDI ENTRO 12-18 MESI.
(Stella Borghi, presidente Enpa, sezione di Reggio Emilia, presidente Amici della Terra, club di Reggio Emilia)
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