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Lupo Reno avvelenato, curato, ora è monitorato dal satellite

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CERVAREZZA (2 aprile 2010) – Da Cervarezza è invervenuto anche l'esperto lupologo Willi Reggioni. Reno, così è stato chiamato un giovane maschio di Lupo di circa un anno di età trovato agonizzante nei pressi dell’abitato di Reno nel comune di Tizzano nell’Appennino parmense a seguito di avvelenamento.

Il pronto intervento del dottor Mario Andreani, medico veterinario incaricato dalla Provincia di Parma, coadiuvato dal personale del Corpo Forestale dello Stato e dal personale del Centro recupero animali selvatici del Parco regionale Boschi di Carrega, ha permesso di salvare il lupo da morte certa, anche grazie alla collaborazione e agli esami specialistici della Clinica Veterinaria San Francesco di Langhirano.

Dopo una breve convalescenza presso le strutture del Centro recupero animali selvatici Boschi di Carrega (Sala Baganza di Parma), diretto dalla dottoressa Margherita Corradi, e autorizzato alla detenzione della specie Lupo dalla Provincia di Parma, l’animale è stato reimmesso in natura.

Il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, che gestisce un progetto di monitoraggio della presenza dei branchi locali di Lupo direttamente finanziato dalla Commissione Europea attraverso lo strumento finanziario Life plus, ha prontamente messo a disposizione un radio-collare GPS-GSM di ultimissima generazione attraverso il quale è ora possibile monitorare a distanza gli spostamenti in natura del giovane lupo.

Il piccolo radio-collare è, infatti, dotato di un ricevitore GPS che ad intervalli regolari è in grado di inviare ad un centro di smistamento internazionale (Svezia) messaggi (sms) contenenti le localizzazioni del lupo. Il centro di smistamento a sua volta provvede ad inoltrare in automatico, via e-mail, le localizzazioni del lupo alla posta elettronica dell’ufficio conservazione del Parco nazionale.

Dal giorno del suo inserimento in natura lo staff del Progetto Life EX-TRA del Parco nazionale provvede alla trasformazione dei dati contenuti nei messaggi inviati dal radio-collare ed al plottaggio delle localizzazioni sulla cartografia digitale del proprio Sistema informativo territoriale e conseguentemente all’invio delle informazioni ai componenti il gruppo di lavoro coinvolto nell’operazione di rilascio e monitoraggio dell’animale, costituito dagli staff tecnici del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e del Parco regionale Boschi di Carrega.

In questo primo periodo il radio-collare è stato programmato per localizzare la posizione dell’animale a intervalli regolari di quattro ore (per un totale di sei localizzazioni al giorno).

Nel febbraio del 2004, sempre in provincia di Parma, un’analoga situazione aveva portato a radiomarcare un giovane maschio (M15) che dopo il rilascio in natura intraprese una lunga dispersione che lo portò a valicare alcuni mesi dopo il suo rilascio il confine italo-francese nei pressi del Colle di Tenda in provincia di Cuneo.

2 COMMENTS

  1. Una bella notizia
    Ogni tanto spunta qualche bella notizia. Come questa. Salvare un lupo è come salvare un bosco o un ambiente naturale. Resta però un dubbio: dato per scontato che il lupo non ha certo cercato di suicidarsi, forse per amore, occorrerebbe cercare e scoprire chi mette in giro polpette avvelenate. Rischiano soprattutto i cani, i lupi, e molti altri animali. Pensate se un bambino dovesse toccare una di queste micidiali polpette!

    (Giorgio)