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AFFRONTARE I PROBLEMI: quando la mente ci inganna

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Nell’arco della vita di ciascuno di noi, è inevitabile trovarsi ad affrontare problemi di carattere più o meno serio. Di qualsiasi natura siano queste problematiche, materiali, affettive, mediche, il primo passo per arrivare ad una soluzione, o quantomeno, per affrontare nel modo più equilibrato possibile la situazione, è mettere in atto un giusto approccio mentale.

Purtroppo però, non è così facile come sembra. La psiche umana è per sua natura portata ad allontanare ciò che viene vissuto, consciamente o inconsciamente, come intollerabile. La nostra mente si difende dal peso delle sofferenze che ci troviamo ad affrontare, attuando quelli che, in ambito psicologico, vengono definiti “meccanismi di difesa”. Si tratta di un complesso di operazioni psichiche la cui finalità è quella di ridurre ogni modificazione che possa mettere in pericolo il nostro equilibrio bio-psichico. Ad esse seguono risposte comportamentali, messe in atto più o meno automaticamente.

In termini più semplici, potremmo individuare i meccanismi di difesa in tutte quelle circostanze in cui le persone, invece di approcciarsi in maniera costruttiva ad un problema, restano bloccate a giudicare il proprio comportamento o quello degli altri, a recriminare, a lamentarsi, procrastinando all’infinito la messa in atto di soluzioni concrete. I meccanismi di difesa, se da un lato ci fanno sentire protetti, dall’altro ci allontanano sempre di più dalla realtà delle situazioni, facendocele ignorare, oppure portandoci a compiere in maniera coatta comportamenti errati. E’ il caso, ad esempio, dei genitori della ragazza anoressica che attribuiscono il comportamento della figlia al desiderio di migliorare il proprio aspetto, quando invece si tratta, nella quasi totalità dei casi, di una serie complessa di incomprensioni e di mancanza di dialogo proprio all’interno del nucleo familiare. O ancora, in termini ovviamente meno gravi, il caso dell’uomo che non riesce ad avere un rapporto duraturo perché si autodefinisce un playboy, quando in realtà ha solo paura di soffrire.

Questi meccanismi psichici assorbono il nostro tempo e le nostre energie mentali, impedendoci di individuare la vera natura dei nostri problemi e, di conseguenza, bloccandoci nell’incapacità di superarli.

La psicologia individua vari livelli difensivi, a ciascuno dei quali corrispondono diversi meccanismi di difesa: questi sono classificati dal meno adattivo al più adattivo, vale a dire da quelli considerati patologici a livello psichico, quali possono essere l’aggressività o il ritiro nell’apatia, a quelli altamente adattivi, e quindi positivi, come l’umorismo, l’autoaffermazione, l’affiliazione.

Come sfuggire alla trappola dei meccanismi di difesa, che quasi sembrano “ingannarci” rispetto alla realtà delle cose?

Un punto fondamentale è avere la consapevolezza che ciascuno di noi è vittima di queste fragilità: è quindi indispensabile non colpevolizzarsi rispetto alle nostre difficoltà nell’affrontare un problema, chiedendosi ripetutamente perché commettiamo gli stessi errori o giudicandoci troppo severamente. Dobbiamo essere indulgenti, con noi stessi e con gli altri.

Altra cosa importante è non farsi bloccare dalla paura di agire. Possiamo allontanare questo pericolo analizzando un problema, snocciolando ogni possibile soluzione, parlandone con chi ci è vicino, confrontandoci, nella consapevolezza che ignorando una certa situazione non la elimineremo.

Ovviamente, ciascuno di noi sarà più o meno in grado, a seconda delle proprie capacità, di compiere questo percorso risolutivo. E’ per questo motivo importante farsi aiutare, anche da uno specialista, qualora ci rendessimo conto che le nostre ansie e le nostre paure si legano in maniera così forte con i nostri meccanismi di difesa, da impedirci di vivere autenticamente e serenamente la nostra vita.

Tuttavia, nella maggioranza dei casi, imparando a mettere in atto delle piccole e costanti “strategie” di approccio ai problemi quotidiani - evitando, in sintesi, di restare paralizzati nell’ansia dell’errore a giudicare severamente il nostro comportamento o quello degli altri - è possibile percorrere autonomamente la strada del miglioramento, imparando a riconoscere quelle debolezze che ci impediscono di affrontare e superare le situazioni più complesse.