Mi ha notevolmente disturbato la notizia dei tredici ragazzini che hanno giocato alla “roulette russa” sull’autostrada di Genova, mettendo a rischio la propria vita e quella degli autisti, che si vedevano sfilare davanti ostacoli imprevisti e imprevedibili, ragazzini imprudenti e senza testa. Mi hanno ricordato un mio “barabit” che al mattino presto, alle 5.30, giocando alla stessa “roulette russa”, ha perso la vita, a 18 anni, lasciando paralizzato per sempre lo sfortunato autista che, affrontando la curva, se lo era trovato davanti. Ancor più grave l’atteggiamento dei genitori dei ragazzini liguri, che si sono meravigliati dell’intervento della Polizia, della segnalazione al Tribunale per i minori: “In fondo era solo una ragazzata!”.
A questa notizia, si aggiunge quella dei ragazzi di una scuola media del bresciano che commettono violenza su una ragazzina di 12 anni, mentre l’insegnante interrogava ed un gruppo di amici coprivano il misfatto, facendo muro, davanti al “prof”. Anche questa una ragazzata? Non è forse la conseguenza del disfacimento di valori che una certa cultura sta portando avanti da tempo? E’ sempre più frequente l’ atteggiamento sprezzante delle società occidentali, quando non apertamente ostile, verso il Cristianesimo, i valori che rappresenta e che cerca di portare avanti con l’educazione e una formazione, se si vuole, esigente, ma che salva e rispetta le persone, la convivenza, la norma ragionevole, l’altruismo, la cura del proprio corpo e la maturazione graduale della propria sessualità, additando il senso della vita che va oltre il tempo e tiene lo sguardo rivolto all’Alto.
Non sono solo i Vescovi o i preti a lamentare il deterioramento di valori essenziali alla vita comune, ma anche laici intelligenti e ben preparati come Ernesto Galli Della Loggia. In un suo editoriale, ripreso dall’Osservatore Romano, denuncia l’acrimonia di certi attacchi anticristiani, che si diffondono anche tra le fasce popolari. “Ai preti, alla Chiesa, alla vicenda cristiana non viene più perdonato da nessuno nulla”. Ma a questo come cristiani siamo abituati: è una forma di martirio non di sangue come in altre parti del mondo ma un vero stillicidio di irrisioni e banalizzazioni, di accuse enfatizzate e distorte che vanno dritto al cuore della Chiesa, dei sentimenti cristiani, senza distruggerla, almeno così dice la Storia, che ha visto ben altro.
Sono messi in discussione, irrisi i principi che fondano l’educare delle nuove generazioni: “Le vecchie autorità, scrive Galli della Loggia, sono tutte morte e al loro posto ha diritto di sedere solo la Scienza. Siamo capaci di amministrarci da soli, non c’è bisogno di alcuna trascendenza che ci insegni dov’è il bene e dov’è il male: Che cosa c’entra dunque la religione con i suoi comandamenti, i preti con i loro divieti?”.
C’entra se tante famiglie ricorrono ancora ai “vecchi” oratori, ai gruppi e associazioni giovanili, all’Azione Cattolica, all’AGESCI, a CL, ai focolarini, se iscrivono i loro figli alle scuole paritarie, per offrire loro orientamenti di vita e formazione religiosa. C’entra se tanti giovani rispondono ancora agli inviti del Papa: a Roma, in San Pietro, in un giorno feriale erano in settantamila attorno al Papa nella Giornata Mondiale della Gioventù. Se nelle varie Diocesi, insieme al Vescovo, si sono ritrovati tantissimi giovani per pregare, cantare, lodare il Signore. Se lungo i sentieri e le vie dei pellegrinaggi, verso Loreto o verso Santiago di Compostela, li trovi a migliaia. Se tanti, tantissimi lavorano nel volontariato, in terra di missione, nei luoghi della sofferenza e del dolore.
Ha ancora qualcosa da dire la Chiesa a giovani e adulti, a chi la guarda senza il pregiudizio o il cinismo di chi tende al basso, allo sporco, al niente! “A voi, giovani, dico: sappiate volare alto!”. E’ il cardinale Dionigi che parla nella Veglia in Duomo, gremito da migliaia di giovani, giunti dalla città e dalla diocesi: “Fate scelte importanti! Non accontentatevi di piccole cose! Sappiate distinguere e perseguire ciò che vale di più… Il contesto sociale ed economico che stiamo attraversando sembra non incoraggiare le grandi decisioni. Invita piuttosto ad avere un profilo basso nelle proprie aspettative e nei propri legami… Per voi non sia così. Gesù dice che una sola è la scelta da fare ed è quella che per ciò che vale di più, per ciò che vi porterà in alto nella vostra vita e nelle dinamiche nel mondo”.
Siamo chiamati tutti alla Fede, a seguire ogni giorno il Signore, a stare con Lui e andare in mezzo ai fratelli, uscendo dal proprio nido, dalla tana delle sicurezze personali, per dare respiro al mondo testimoniando la Carità, l’Amore.
Sacrosante parole!!!
Parole sante che dovrebbero essere condivise da tutti, in primis da quei genitori che sempre giustificano gli atteggiamenti e i comportamenti dei loro figli come ragazzate o atteggiamenti da adolescenti che devono maturare. Comportandosi così (e parlo per esperienza, vista la persona che avrebbe dovuto condividere con me l’educazione della comune figlia), si autorizza gli stessi figli a non crescere, a non diventare responsabili, bensì a dare la colpa di tutto quello che può accadere di negativo agli altri: agli insegnanti se a scuola si va male (e non al poco o niente studio), al genitore che cerca di porre un freno a certi eccessi se poi si risponde con certi comportamenti, al datore di lavoro che “non capisce niente” se non ci sopravvaluta da subito nel posto di lavoro, e a volte poi la conseguenza è l’insoddisfazione continua di tutto, l’insofferenza, il cambio continuo di lavoro, l’intolleranza nelle relazioni con gli altri che siano amici o il partner…
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Una raddrizzata
Grazie Don. Come genitori, educatori, catechisti abbiamo bisogno di ricordarci spesso quale è la strada giusta.
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