Una vera e propria “alleanza per la montagna” quella firmata nei giorni scorsi da Confcooperative Reggio Emilia e dalle consorelle di Parma, Lucca e Massa Carrara, nonché dalle Confcooperative regionali dell’Emilia-Romagna e della Toscana con il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. Un protocollo per la promozione d’impresa e lavoro nell’area montana che vede protagonista anche la Banca di Cavola e Sassuolo – Credito Cooperativo.
“Si tratta – ha spiegato il presidente del Parco, Fausto Giovanelli – della prima alleanza di questa portata con il mondo imprenditoriale: un’intesa che chiama in causa tutte le competenze del Parco in un’ottica di sviluppo imprenditoriale strettamente connessa alle risorse di questo territorio, ma al tempo stesso capace di guardare a nuovi settori e a nuovi servizi che rappresenteranno un’ulteriore ricchezza anche per risiede in Appennino”.
“Due importanti missioni si integrano”, ha sottolineato il presidente della Confcooperative di Reggio Emilia, Giuseppe Alai; “da una parte un sistema cooperativo partecipato e diffuso, che fa del radicamento territoriale uno dei suoi punti di forza e uno dei modi attraverso i quali esprime la sua funzione sociale, e dall’altra un Ente, come il Parco, che opera istituzionalmente per creare servizi, valorizzare il territorio e creare condizioni in grado di attrarre nuovi i investimenti per attività d’impresa e di lavoro compatibili con un’area protetta e ad alto valore ambientale”.
E il protocollo individua proprio nelle azioni finalizzate alla promozione imprenditoriale il suo elemento fondativo, guardando a cinque aree di particolare interesse: le imprese collettive di produzione e acquisto di energia da fonti rinnovabili sul territorio; le imprese collettive di servizio alle persone al territorio, anche attraverso la trasformazione di associazione e iniziative di volontariato già presenti; le imprese di gestione e valorizzazione multifunzionale e turistica delle risorse forestali e dei prodotti del sottobosco; le imprese collettive tra produttori per la gestione associata delle risorse agro-silvo-pastorali, con particolare attenzione alle attività di commercializzazione diretta dei prodotti; le imprese collettive fra operatori turistici e commerciali per la
progettazione e la commercializzazione di servizi e pacchetti per l’incoming turistico, con particolare riferimento all’ecoturismo e al turismo di comunità.
Per ognuno di questi ambiti – spiega il protocollo – saranno elaborati strumenti di animazione economica (e per la provincia di Reggio sono già stati firmati specifici accordi tra Confcooperative, Parco e Banca di Cavola e Sassuolo per le energie alternative, il turismo e la commercializzazione dei prodotti agroalimentari) finalizzati alla costituzione e allo start up di nuove imprese e all’innovazione di imprese esistenti, con specifico riferimento a servizi riguardanti business plan, modelli societari, modelli organizzativi e di governance, analisi dei profili professionali e dei piani di formazione richiesti, modelli di strumenti dedicati di accesso al credito e gestione finanziaria.
Su quest’ultimo versante, la Banca di Credito e Sassuolo si impegna ad avviare, per le imprese interessate, servizi dedicati e specifiche agevolazioni finanziarie e nell’accesso al credito. La realizzazione degli obiettivi del protocollo prevede lo sviluppo di piani operativi territoriali (e per la realtà reggiana, come si è detto, il piano 2010 è già siglato) che si integrino nel progetto di sviluppo riguardante l’intero territorio del Parco nazionale.
“Ci muoveremo – hanno sottolineato Marco Venturelli, direttore della Confcooperative Emilia-Romagna, e Antonio Lisoni, della Confcooperative regionale Toscana – tenendo conto delle peculiarità delle singole aree geografiche, ma l’obiettivo è quello di una crescita complessiva dell’area geografica compresa nel Parco, favorendo anche un maggior interscambio che va dalle conoscenze, ai prodotti e ai servizi”.