Riceviamo e pubblichiamo
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All'amministrazione pubblica di Castelnovo ne' Monti e alla Direzione del Teatro Bismantova.
E' finito TeatroLab, Festival del Teatro rivolto ai giovani, recitato dai giovani, diretto dai giovani e che da quattro anni anima la nostra montagna.
Voci di corridoio bisbigliano che forse non si rifarà più nel nostro Teatro Bismantova, che non tornerà più ad allietare l'inizio della primavera qui sull'Appennino Reggiano.
Già non si rifarà più qui da noi lo stage estivo, Etoile Summer School, ESS 3 , fatto per due anni consecutivi a Santo Stefano di Vetto, è stato riproposto, ma a Rubiera.
Il Festival del Teatro continua, pare, in altri luoghi?
Allora, sconcertati, ci chiediamo perché?
Siamo consapevoli che tale organizzazione coinvolge il territorio montano intero, portando arte, ricchezza umana e economica, cultura, movimento, scambio?
A iniziare dagli studenti. Le scolaresche del capoluogo montano possono godere di un palinsesto ricco, con uno, due, tre spettacoli al giorno, prodotto da studenti come loro.
Si creano scambi culturali, le famiglie ospitano e tale ospitalità viene ricambiata, all’estero, in altre città. (Si pensi alla recente esperienza di West, stage teatrale invernale ospitato dentro al Convegno Mondiale della psichiatria a Trieste ).
Le strade del paese si animano di giovani, il teatro diventa in questi giorni, dei giovani.
Alberghi, bar, pizzeria per dieci giorni pullulano di studenti di tutte le parti.
Una fucina di idee, laboratori, progetti dentro ai progetti. Si pensi al coinvolgimento dell’Istituto Motti, staff di sala, ospitanti gli stranieri e invitati prossimamente al Festival dei Licei a Bordeaux, Francia.
Tutti i gruppi teatrali della montagna hanno sfilato sul palco offrendo momenti artistici, fatti in sinergia con le scuole. Uno per tutti: la compagnia dei Coccodè, ragazzi con disabilità, molto abili nel lavorare sul palco con gli studenti dello Iodi. Momento di crescita per tutti, anche per chi coordinava i lavori da dietro le quinte.
Concorsi, match di improvvisazione,laboratori pomeridiani aperti a chiunque, momenti di festa insieme dove tutte le officine teatrali si possono incontrare a fare due chiacchiere come LabAperitivo.
Balza all’occhio anche del più inesperto la portata culturale, economica, artistica, umana di tale esperienza.
La montagna sa essere ospitale, accogliente, calda, nonostante il metro di neve e le condizioni tragiche del tempo durante il Festival. Spesso si muovono accuse alla montagna di non produrre cultura, di essere dormiente, culturalmente assopita e poco attenta. Crediamo fermamente nel valore di questa esperienza, e che vada ripetuta, riproposta, difesa. Bisogna farne tesoro e non lasciarla scappare. Questo è il quarto anno che il Festival viene ospitato dal capoluogo montano. Il format di quest’anno era innovativo, prodotto esclusivamente da giovani , nemmeno tutti maggiorenni.
Vogliamo buttare al vento questi anni di esperienze diverse fra ragazzi diversi, provenienti da luoghi vicini e lontani, ma con dentro lo stesso “fuoco”, la stessa voglia di mettersi in gioco, di dimostrare le loro abilità?
Vogliamo togliere a questi ragazzi la possibilità di intrecciare amicizie, storie, conoscenze?
Se il Festival non verrà fatto qui verrà fatto sicuramente altrove, dove magari ci sono fonti più fertili e risorse incoraggianti e apprezzanti.
Certo si potrà seguire l'iniziativa nella nuova collocazione, ma quanti davvero lo potranno fare dei gruppi e delle scuole locali?
Il Festival è riuscito a coinvolgere tutto il paese. Le vetrine in tema, bar, ristoranti, alberghi, le famiglie.
Ci sforziamo di pensare a iniziative coinvolgenti per i giovani e l'unica che da anni funziona la lasciamo scappare?
Continuano a fiorire le polemiche su un Teatro Bismantova che fatica e ci liberiamo di un avvenimento che permette a tanti, soprattutto giovani, di avvicinarsi? Che prevalga l’ottica del buon senso.
Lasciarsi sfuggire tutto questo sarebbe assurdo, indice di cecità culturale.
E allora cosa succede? Cosa impedirebbe all'Amministrazione Comunale, alla Direzione Artistica di continuare su un cammino ormai consolidato?
Crisi economica? Dissapori? Diversità di obiettivi?
Crediamo sarebbe molto saggio sedersi attorno ad un tavolo, smussare gli spigoli, abbassare la guardia e riflettere su tutto quello che questa bellissima iniziativa ha dato e ancora potrebbe dare a tanti, ai nostri ragazzi, alle scuole, al territorio.
Crediamo che da parte di Etoile la disponibilità ci sia, loro credono davvero tanto in questi ragazzi e nella potenzialità educativa del teatro.
Noi speriamo davvero tanto che anche chi ha in mano la parte più istituzionale rifletta sulla valenza di questo enorme evento, che rischia così di non essere abbastanza apprezzato e valorizzato
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Perché lasciare andare via questa opportunità e risorsa?
A chi non piace questo Festival? E perché?
Se eventuali contrasti e divergenze ci sono, si lascino da parte. Siamo propositivi, parliamone insieme, ma non a cose avvenute e decise.
Il Teatro è di tutti? Che si aprano le porte e si accolgano tutti allora. Altrimenti si rischia di diventare intellettuali chiusi in una casta di pochi eletti.
Si valuti tutto quello che di positivo ha portato l'esperienza di questi anni. Chiediamo che si considerì quale ricco futuro può ancora portare questo progetto.
Assicuriamo anche il pieno sostegno per una prosecuzione dell'iniziativa da parte di tutti i gruppi teatrali nati anche da questa esperienza e delle famiglie che in questi anni hanno visto entusiasticamente coinvolti i loro ragazzi.
Mettiamocela tutta perché questo non diventi un addio, ma solo un caldo, propositivo, creativo arrivederci al prossimo anno.
Tale lettera è stata scritta dando voce al pensiero e allo stato d’animo di un gruppo di rappresentanti delle realtà teatrali e culturali del territorio montano, studenti, genitori e utenti:
Gli Stralunati
Gli Innominati
I Coccodè
Il Teatro dei Folli
Fa.Ce.
Associazione culturale "La Fenice"
Associazione culturale "Ladri di Idee"
Gli alunni della classe 5B dell’Istituto Motti Alberghiero
Un gruppo di genitori degli allievi dell’Istituto Motti, e del Cattaneo.
Alcuni commercianti di Castelnuovo Monti.
E molti spettatori, grandi e piccoli che hanno beneficiato, si sono divertiti, emozionati, incantati a teatro.
* * *
Ma vogliamo scherzare?
Per ragioni varie quest’anno non ho potuto seguire l’iniziativa come avrebbe meritato. Però leggere che potrebbe essere l’utimo anno mi sconcerta e non lo dico da uomo che in piccolo cerca di fare qualcosa nel campo della cultura, mi sconcerta come cittadino di Castelnovo e della montagna. Quante altre eccellenze come questa possiamo offrire? La riposta è: poche. E allora perché azzerarla? Se la causa del possibile stop è economica invito i responsabili a renderla pubblica e a sollecitare contributi. Sono certo che risponderebbero in molti. Se le cause sono altre, i cittadini hanno il diritto di conoscerle e di poterle valutare. Di certo non potremo accettare in silenzio che tutto finisca qui. Coraggio ragazzi (da 1 a novant’anni!), uniamo gli sforzi e ce la faremo.
(Armido Malvolti)
…non poi così tragico come finale…
Forse è anche giunto il momento che questa “macchina ben rodata” (citando Daniele Franci) imbocchi l’autostrada e porti il suo sfavillio di talenti e colori altrove.
(Commento firmato)
Castelnovo è parte della mia formazione!
Dico semplicemente che a Castelnovo ho lasciato per 5 volte un pezzo del mio cuore e l’ho sempre recuperato. Quest’anno l’ho lasciato per la 6^ volta e il prossimo anno voglio che, anche se io non potrò per motivi universitari, lo vadano a recuperare tutti i miei amici del gruppo di teatro della scuola.
(Francesco, studente del ciceo classico “Pellico” di Cuneo)
Mi chiamo Matteo, ho diciannove anni e dal 2006 ho la fortuna di partecipare al festival che si tiene al teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti assieme alla mia scuola, il LICEO CLASSICO SILVIO PELLICO di Cuneo, Piemonte. Ho letto con curiosità ed avidità l’articolo sopra riportato. A fine lettura due le domande che sono sorte nella mia testa: per quale motivo terminare questa esperienza? Ma, soprattutto, cosa sta succedendo? Non capisco la necessità di chiudere i rapporti con una macchina ben oliata come il festival tenuto dall’associazione teatrale ETOILE, peraltro tendente all’innovazione e al rinnovamento di format e modalità; fresca, intraprendente, capace, composta da persone che mettono l’anima in quello che fanno, che sono attente, disponibili e che amano davvero il teatro. Perchè è di amore che si tratta! E’ l’amore comune che riunisce scuole da tutta Italia, che le fa giocare e divertire assieme, che le fa riflettere su temi importanti quali il bullismo, che ti fa apprezzare la dolcezza di uno spettacolo realizzato da compagnie come quella dei COCCODE’, che ti permette gratuitamente di partecipare a laboratori teatrali tenuti da persone di grande competenza e che ti fa correre per tutto il paese alla ricerca dei particolari che fanno di Castelnovo un piccolo ma fondamentale diamante in una grande tiara che è l’Emilia.
Ho imparato che una voce, spesso e volentieri, non si sente da molto lontano. E’ per questo che ho premuto con forza ogni singola lettera di questa tastiera, perchè voglio che il mio messaggio venga ascoltato! Questo era l’ultimo anno a cui avevo la possibilità di partecipare e avevo quindi deciso di gustare al meglio questa ultima opportunità. In teoria non dovrebbe importarmi la fine che esso farà, non sarò più “uno dei vostri”… Ma, tornato a scuola, ho guardato negli occhi i ragazzi della compagnia e ho scorto una luce nuova. Quello era amore. Non privateci del nostro amore: siamo avari e ne vogliamo ancora. Non privateci del teatro. Vogliamo amarlo.
(Matteo Mellano)
Io domenica mi sono divertito tanto, è stato molto bello, ero molto felice. Perchè non si farà più?
(Davide)
Ho avuto modo di seguire lo sviluppo del festival fin dall’inizio della sua presenza in montagna ed ho osservato una evoluzione che sinceramente ormai mostra la necessità di una svolta. Il festival era arrivato a Castelnovo come “itinerante”; era, se non ricordo male, al suo quarto anno ed ogni edizione precedente si era svolta in un luogo diverso. Poi evidentemente a Castelnovo gli organizzatori si sono trovati particolarmente bene, dato che per due settimane il teatro veniva lasciato gratuitamente a questa esperienza e questa invasione di ragazzi, con il pieno sostegno del personale e la disponibilità della struttura per ogni loro esigenza. Condizioni che penso farebbero fatica a trovare in qualsiasi altro luogo. Le prime edizioni contavano la presenza di una dozzina-quindicina di scuole da tutta Italia. Quest’anno le scuole partecipanti sono state cinque. Invece hanno gradualmente ampliato la loro presenza compagnie del territorio, tanto che in questa edizione l’80% degli spettacoli erano per la regia della brava attrice felinese Francesca Bianchi. A questo punto mi chiedo se, andandosene il festival, abbia più da perdere Castelnovo o il centro Etoile; o forse, se gestita bene questa fase, nessuno dei due. Un festival che metta in risalto le compagnie della montagna, e magari quelle delle scuole locali, può benissimo essere organizzato dalla direzione artistica del Bismantova, magari insieme alla stessa Bianchi (che peraltro è la direttrice della maggior parte, quasi tutte direi, delle compagnie che hanno firmato la lettera). Etoile sembra ormai evidenziare la necessità di tentare nuove strade perchè questo progetto rimanga aperto e di carattere sovra-locale, altrimenti rischia di sclerotizzarsi. Comunque questo è solo un parere da esterno.
(Commento firmato)
@VUn fulmine a ciel sereno?
Dopo diversi giorni passati in Teatro, dove io e tutta l’amministrazione abbiamo potuto apprezzare il buon andamento del festival, queste parole ci lasciano sorpresi. Sorpresi ed anche un po’ dispiaciuti e delusi, visti l’impegno e lo sforzo messi in campo a 360° da Comune di Castelnovo ne’ Monti, Teatro Bismantova, famiglie, cittadini, operatori turistici e commercianti. E vista anche la
nostra soddisfazione di fronte al risultato finale, che ci ha lasciati positivamente impressionati ed intenzionati ad andare avanti con questa collaborazione. Dal momento che l’Amministrazione non si è assolutamente ancora espressa sul futuro
(o non futuro) del Festival, ci riserveremo di confrontarci con i firmatari per verificare ed approfondire quanto viene dichiarato in questa nota, convinti che non debbano essere le “voci di corridoio” a influenzare le attività ed i progetti per la comunità.
(Francesca Correggi, assessore alla cultura del Comune di Castelnovo ne’ Monti)#V
Questo è stato il mio primo anno al TeatroLab a Castelnovo e di conseguenza non posso esprimermi come alcuni dei miei compagni che hanno partecipato al festival svariate volte. Quello che posso dire, però, è che è stato davvero qualcosa di unico e indimenticabile, anche se durato solamente 3 giorni. Non è stato un “modo per saltare scuola” o altro, ma un qualche cosa di nuovo e forse anche un modo per crescere un po’ ed imparare a mettersi in gioco, a collaborare con i propri compagni in scena. Per quanto riguarda Castelnovo trovo che sia una località bella e soprattutto adatta per laboratori del genere, perchè molto organizzata e pronta a coinvolgere ogni singolo abitante a questa iniziativa.
In conclusione spero che tutto ciò si possa ripetere all’interno di questa cittadina di montagna e con lo stesso “staff” al quale rivolgo i miei più sentiti complimenti.
(Gaia Della Vida)
Festival TeatroLab
Aspettando le risposte da chi di dovere, dimostriamo che anche in montagna si possono organizzare manifestazioni che possano poi diventare tradizioni, appuntamenti fissi. In quest’epoca difficile, portiamo ai ragazzi messaggi positivi e di condivisione.
(Commento firmato)
Sono di parte
Premetto che sono totalmente di parte e coinvolta. Emotivamente, affettivamente. Ho seguito da vicino il Festival, dallo scorso agosto, ci hanno lavorato in tanti, instancabilmente. Organizzare le scolaresche, gli alloggi, informare le scuole, promuovere le attività, ideare i temi, la scaletta, scegliere i programmi, i progetti con le scuole, coordinare le regie tra Italia, Francia e Olanda, le scuole italiane, le realtà del luogo, l’ospitalità stranieri, i contatti con in negozi, per le vetrine, i concorsi, i laboratori, i match, i giochi di squadre… Insomma, dietro c’è un lavoro immenso, faticoso; e spesso chi lavora di più non appare nemmeno sul palco. Il bilancio è positivo, la popolazione risponde, partecipa, il paese vive, c’è aria di festa, fermento, gioventù impegnata a creare qualcosa in prima persona, altri a sostenere gli amici, si muovono, partecipano tutti. Lasciare andare via tutto questo dopo tanta fatica, impegno e dedizione mi sembra, coinvolgimento a parte, davvero assurdo. Mancanza di buon senso.
Per quanto mi riguarda, recito, da poco, senza pretese, ma per divertimento e piacere con i Folli di Francesca Bianchi, sono mamma di una Stralunata e di una direttrice Junior del Festival, tirocinante per la Fa.Ce. come specializzanda in psicologia clinica sociale e ho avuto l’onore di seguire i Coccodè nel progetto teatro con lo Iodi. Ho imparato e ricevuto più da loro in quei giorni che in mille lezioni universitarie. Tutto questo è accaduto per caso, nella vita si fanno incontri e si intrecciano relazioni, seguendo delle affinità, interessi, correnti affettive, il cuore, la pancia, passioni condivise. Seguo Etoile nelle varie attività, apprezzo, stimo e riconosco il valore di quanto fanno. E sono insegnante. Qui soprattutto di questo voglio dire. Lavoro alle medie di Carpineti, ho la fortuna di poter tenere un laboratorio teatrale nella mia scuola. Credo fermamente nella valenza educativa, didattica del teatro, è una ricchezza, dà l’opportunità di esplorare linguaggi alternativi, per chi nei banchi di scuola ci sta stretto e scomodo per vari motivi, per gli stranieri, per chi è timido, per chi scopre di potersi esprimere con il corpo. Ci credo proprio. E anche la mia scuola ci crede nel teatro e mi supporta. Abbiamo portato tutte le sei classi delle medie a vedere uno o due spettacoli. Ci sono venuti a prendere con il pullman del Motti, a costo ridotto, di cui si è fatta carico la scuola. Gli studenti erano felici e attenti, rispettosi, interessati. Ho detto loro che forse l’anno prossimo non ci sarà più il Festival. Mi hanno risposto: “Ma no, prof… ma perché? E’ stato così bello… Glielo dica a quelli che erano in teatro di rifarlo, di tornare, se no noi come facciamo a andarci?”. Ho promesso loro che glielo dicevo.
(Ameya)
No
No, no, no. Apprendo solo ora della possibile (spero impossibile) fine del festival. Non conosco con chiarezza nemmeno le motivazioni… Ma mi chiedo: come è possibile che in questo paese le cose di spessore finiscano sempre così??? Sono una spettatrice ma anche un’insegnante e ho apprezzato nel tempo questa straordinaria espressione d’arte, di passione e di talenti che è Teatrolab… Ho colto l’incredibile messaggio educativo, portando i miei ragazzi agli spettacoli, ma non solo… Che bella energia in quel teatro ad ogni spettacolo… che valore ha “sentire” la freschezza dei giovani cimentarsi sul palco… E che dire della loro forza positiva e del loro impegno? Non si può passare sopra a tutto questo e far finta di nulla. Se la macchina è “rodata”: BENE! Vorrà dire che da ora in poi andrà anche meglio e non credo che se ci fosse l’opportunità di portare altrove dei talenti non lo si possa fare… lasciando la fabbrica qui… Etoile è sicuramente solida anche per questa eventualità… Condivido la proposta appena sopra… Io mi autotasserei volentieri, se è un problema di fondi che non ci sono, perchè ci credo forte. E secondo me… non sono l’unica…
(Commento firmato)
Sui sentieri della cultura e dell’arte
Ambiente, paesaggio, fede, cultura, arte, prodotti e tradizioni costituiscono la vera “grande anima” della nostra montagna e il suo luminoso futuro. Chi perde questi importanti riferimenti vanifica la storia della nostra montagna e pregiudica inesorabilmente il suo domani. Assistiamo, sempre più spesso, anche qui da noi, al “grande mercato della ciarla”, dove sull’affollato “banchetto dei bla bla“ ci vengono proposti, a poco prezzo, insieme “all’artigianato dell’effimero”, anche grandi “voli pindarici” (meri “voli da tacchino”) e “carabattole dell’improbabile”.
La montagna reggiana merita una vetrina prestigiosa, qualificata e qualificante come è il Teatro “Bismantova”, dove soprattutto i giovani, ma anche i meno giovani, possano avere la possibilità, nel segno della cultura e dello spettacolo, di esprimere la loro creatività, la loro voglia di fare, di crescere e di essere attivi e innovativi nelle varie manifestazioni dell’arte.
Personalmente poi sono molto riconoscente alla bella realtà del Teatro “Bismantova” di Castelnovo ne’ Monti. Intravedo e immagino, attraverso iniziative come questa, per le nuove generazioni, occasioni di lancio e prospettive occupazionali. Auspico dunque che si continui a credere e a investire nelle grandi capacità di questi ragazzi e nella potenzialità educativa del Teatro.
(Ubaldo Montruccoli)
Diversamente appellante
L’appello sembra lasciar trasparire una concezione totalizzante della propria esperienza come se fosse l’unico intervento culturale e dovesse assorbire tutte le attenzioni, così come gli appelli scandalizzati alle autorità competenti mai abbastanza presenti, l’uso di aggettivi, esclamazioni e complementi sempre enfatizzanti. Mi sembra un modo di presentarsi e di porsi che esclude per primo e forse non è un caso che quest’anno le compagnie locali avessero nomi diversi ma appartenessero tutte allo stresso giro e forse anche in buona parte alle stesse persone. La montagna ha una bella potenzialità in campo culturale, anzi belle realtà crescono nonostante crisi e difficoltà a cominciare dalle stagioni “stabili” del teatro Bismantova, dalle domeniche pomeriggio con giovani artisti, alla serata sul muro di Berlino o alla prossima su Impastato, molte delle quali hanno visto il coinvolgimento degli studenti delle superiori castelnovesi. In questo contesto la scuola di teatro del Bismantova mi sembra una bella scommessa che si può vincere solo in sintonia con il territorio, in piena sinergia con le altre realtà, Merulo, scuole, associazioni, comuni che siano. Ogni scarrafone è bello a mamma sua, io spero che le autorità continuino a provvedere agli scarrafoni di tutta la montagna.
(Anna)
Sono molto dispiaciuto per ciò che ho letto e che è probabibile che accadrà… Io amo il teatro e speravo che almento l’anno prossimo si sarebbe fatta una riedizione di TeatroLab o teatro va scuola… Dispiace molto.
(Luca Picciati)
Castel-chiuso nei Monti?
Ah, beh, allora qui sì che si dà prova di coraggio! Signori commenti firmati che screditate tutto e tutti, non avete detto perché vi dà tanto fastidio questo festival? E qualcuno mi saprebbe dire come mai non c’era mai nessuno presente al Festival della direzione del Teatro Bismantova? Facciamo una guerra tra poveri? Per invidia? Per stupide rivalità artistiche? E chi ne fa le spese? I giovani e gli abitanti ignari di un paese, che vogliamo ricco e poi cerchiamo di boicottarne le iniziative. O è chiusura tipica montanara? Chi viene da fuori, il forestiero, deve essere isolato? Bisogna lasciare fare prima di tutto ai paesani? Facciamo fare a chi sa, è capace e ha le idee buone. Chiunque sia, ben venga. Che abiti a Ramiseto, Gavassa o Tunisi. Purché abbia voglia di coinvolgere, che sia propositivo e rispettoso. Queste cose negative che dite le dovete anche firmare e motivare, perché così veniamo a chiedere a voi le idee e le iniziative. Vero, bisogna valorizzare chi c’è qui. Ma è anche vero che bisogna dare fiducia a chi ha voglia di fare e col loro fare valorizzano anche chi già c’era. Voi commenti firmati che sparate a zero avete delle proposte concrete? Idee? A parte un sarcasmo che nasconde invidia o una difesa immotivata, come un bambino che tiene stretto un gioco dicendo “è mio”, avete anche energia per fare qualcosa per i giovani? O ci addormentiamo in una chiusura stantìa per non dar spazio a chi è capace e dinamico? Alcuni commenti sono ingessati, rigidi. E’ vero che si fanno un sacco di cose, validissime, anche senza i signori di Etoile. Ma se questi qui portano avanti un bel progetto, che riesce e coinvolge, vi danno fastidio? Chi ha detto che una cosa esclude l’altra? Non bisogna pensare in termini o questo o quello. IL Festival dura 10 giorni, qui ci stiamo tutto l’anno. Diamo respiro e ossigeno, accogliamo invece di aver paura di chi porta delle novità. Poi creiamone altre, inventiamone, utilizziamo le risorse. Tutte. Non è che o vengono da Reggio o facciamo noi. Bisogna saper allargare gli orizzonti e aprirsi a un’ottica inclusiva, collaborante. Ben vengano giovani da tutto il mondo in montagna, più idee ci sono meno paurosi, diffidenti e sonnolenti diventiamo. Arroccarsi in una realtà ingrigita pur di difendere “il nostro” è ristrettezza di vedute. Se avete delle antipatie chiaritevele tra voi, ma a causa di rivalità vostre non penalizziamo la montagna. Se qualcosa è bello per la maggior parte, se non piace ad alcuni, pazienza, ma è bene dire con chiarezza cosa non piace e perché, motivandolo. E voi di Etoile se credete in quanto fate, andate avanti. Non date potere a chi non c’era ma apprezzate chi vi ha apprezzato. Utilizzate le critiche per fare meglio e state sereni. Avete fatto un ottimo lavoro, avete incluso tutte le realtà locali, avete dato spazio a tutti quelli che volevano esserci, creando una rete molto ampia. La rete può esserci anche senza di voi, è vero, ma voi avete dei meriti, godeteveli. A volte chi è troppo qualcosa, in questo caso magari fate tanto rumore, siete esuberanti, siete tanti, creativi, energetici… Beh, magari in questo modo date fastidio a chi non si sente abbastanza? Siate soddisfatti, molti qui lo sono di voi. Andate avanti per quelli, magari mettetevi tutti quanti reciprocamente in ascolto, per migliorare. E se a coloro che non piace avere tanti giovani a teatro al mattino, trovino soluzioni di incontro, propositive invece di mandare a imboccare autostrade chi porta movimento, si faccia promotore di idee. E magari abbia il coraggio di firmarsi.
(Adele Muzzini)
Non è un caso
Come scrivono Commento firmato (senza titolo) e la sig.ra Anna, non è un caso che molti dei gruppi firmatari e dei gruppi partecipanti al Festival riconducano a Francesca Bianchi, semplicemente perchè è stata lei, con anni di duro lavoro a portare il Teatro (nel senso di recitare) in montagna, quandom otto anni fam il Teatro Bismantova nemmeno esisteva o forse aveva appena iniziato l’attività, lei insegnava nei locali della Parrocchia di Felina a quel gruppo che ora sono gli Stralunati; anno dopo anno questa importante esperienza del teatro si è diffusa ad altri gruppi che per evidenti motivi hanno nomi diversi e formano gruppi diversi pur sotto la stessa regia perchè hanno fatto percorsi diversi; quindi mi sembra un po’ riduttivo voler far passare questo appello come un appello del movimento Francesca Bianchi, anche perchè i commenti scritti dai ragazzi che hanno partecipato al Festival dicono il contrario. Se poi, come ha scritto sempre Commento firmato (definendosi “esterno” che tanto esterno non sembra), il Festival doveva avere carattere itinerante e quindi dopo 4 anni abbia la necessità di essere spostato, dovrà essere una decisione che prenderà Etoile, l’importante è che non siano nè l’Amministrazione nè il Teatro Bismantova a impedire che si ripeta. Vorrei anche aggiungere che avendo la fortuna in una realtà come la nostra di avere un Teatro, delle compagnie teatrali, dei registi/attori (Francesca Bianchi, Marina Coli, Francesco Marchesi, Fabio Gaccioli, per citare quelli che conosco…) di un certo livello, sarebbe meglio forse cercare di collaborare il più possibile per evitare in tutti i modi che queste energie si disperdano.
(Monica Belli)
Analisi logica
Signora Anna, diversamente appellante, l’ha visto il festival? Perché mi sembra che il suo commento non abbia alcun senso. Ha fatto l’analisi stilistica delgi altri commenti. E ha riassunto il programma annuale del Bismanotva. Grazie mille. Sono sicuro che questo lo sapevamo anche noi. Si concentri su quanto è GIA’ accaduto a Castelnuovo dal 10 al 25 marzo. La SINERGIA è GIA’ avvenuta. Non se n’è accorta? Le realtà locali e il territorio erano TUTTE coinvolte, creare una rete e diversi ponti tra realtà diverse era proprio un obiettivo di questa manifestazione, pienamente riuscito, a mio avviso. Le scuole di Ligonchio sono venute a vedere gli spettacoli. Lei mi sa citare quale altro evento creato dal Bismantova finora abbia coinvolto così tante realtà? Perché se c’è stato era di nascosto. Questo ha funzionato? Che continui per dieci giorni all’anno. Dov’è il problema? C’è qualcuno che ha paura di essere in ombra? Che ha paura di sfigurare? Che diventi creativo gli altri 355 giorni dell’anno. O che si unisca invece di farsi sdegnosamente da parte. Che ci metta del suo, che entrino le parti assenti in SINERGIA. Poi ben vengano i pomeriggi della domenica tutto l’anno, la stagione, le iniziative. E una cosa e l’altra. AL Festival lei non li avrà visti ma c’erano gli scarrafoni di tantissime mamme, montanari, da tutta Italia, olandesi, francesi, allievi delle scuole locali, scolaresche provenienti da svariate parti, insegnanti, registi, attori, quelli del Merulo, attori grandi e piccoli, spettatori di vario genere, anche quelli che non vengono a teatro, abitando lontano, non c’erano solo i soliti, pochi, noti. Si informi meglio.
(Commento firmato)
P.S. – Signor Franci e la sua equipe, io la capisco se non vuole tornare più qui. Lavorare tanto, darsi da fare per migliorare, per coinvolgere tutti e inventare cose nuove, e poi leggere certi commenti fa cascare le braccia. Ha la mia comprensione. Spero che non molli per i nostri giovani, e che trovi un bell’accordo con gli amministratori che mi sembrano i più consapevolli del vostro valore. Ma fossi in lei, sarei tentato… altro che autostrada, prenderei un treno ad alta velocità, e mi sposterei. Se può, non lo faccia però!
Precisazione
Vorrei fare una precisazione a quanto scritto prima. In realtà il primo a portare il teatro, inteso come scuola, nella nostra montagna fu Moccia; non ho scritto che è stata la Francesca per togliere a lui questo merito, ma semplicemente perchè allora a Felina veniva lei come sua collaboratrice e lei poi è rimasta.
(Monica Belli)
Mi sento di sottoscrivere pienamente il commento di Anna!
(Luca)
Domanda
Sempre in riferimento al commento della signora Anna, è vero che le compagnie locali presenti ruotano tutte intorno alla brava Francesca Bianchi, ma mi chiedo: come mai la scuola di teatro del Bismantova, altra bella risorsa locale, non era presente con un suo lavoro?
(Luisa)
….??? a chi fa polemica inutile…
Scusate tanto, ma avete letto la risposta del Comune??? L’assessore alla cultura ha scritto che il Comune ha apprezzato il festival a cui da un giudizio complessivo molto buono. Prendo traccia dal suo commento: “E vista anche la nostra soddisfazione di fronte al risultato finale, che ci ha lasciati positivamente impressionati ed intenzionati ad andare avanti con questa collaborazione”. Mi chiedo chi e come possano attaccare il Comune sul fatto che il festival non si farà? Non sarà una inutile polemica o semplicemente un modo che sta utilizzando qualcuno per mettere in cattiva luce l’operato di altri. Lascio a voi la decisione sul cosa pensare, io però prima di rispondere vi consiglio di leggere tutti i commenti e di informarvi.
(Commento firmato)
Trovo che questa manifestazione sia un fiore all’occhiello del Teatro Bismantova e che sia un importante richiamo per il nostro paese, oltre ad essere un bellissimo incontro tra giovani. Non facciamolo sparire, sarebbe un grosso errore!
(Donatella Zanni)
A mio parere il Festival internazionale TeatroLab ha portato quest’anno, come gli anni precedenti, una ventata di vera e propria “aria artistica” per la nostra montagna!! Se però alcuni soggetti non sanno apprezzare di sicuro non è colpa di Etoile, che ha fatto un lavoro grandioso come sempre. Ritengo che loro siano liberissimi di andare via da Castelnovo ne’ Monti, anche se sicuramente sarà una perdita per il comune, perchè è anche importante che loro ricevano successi altrove dove magari verranno maggiormente valorizzati.
(Vanessa)
Non sono accuse ma richieste di spiegazione.
Veramente il Comune non è stato attaccato, si tratta di una lettera aperta, una richiesta di spiegazioni alle voci che si sentono, non era un’accusa verso nessuno. Ma possibile che anche uno strumento democratico come il diritto all’informazione debba sempre venire manipolato? E a “commento firmato”, che invita a leggere i commenti e a informarsi, io rivolgo l’invito a leggere la lettera, forse ha letto solo i commenti.
(Monica Belli)
La positività per tutto quel che trasmette, porta, coivolge e scatena il Festival TeatroLab è indubbia; si dice sempre che i giovani hanno bisogno di stimoli, di interessi, di essere coinvolti… Quest’occasione mi pare centri in pieno questi obiettivi… Inoltre, non solo per i giovani, ma per tutti coloro che amano il teatro, il Festival è davvero una “manna”. Perchè, quindi, penalizzare una manifestazione tanto emozionantee coivolgente? Per non si sa, poi, quali motivi? E’ da riconoscere che i ragazzi di Etoile, in questi magici giorni, si fanno in quattro, con ritmi improponibili ed energie inerauribili; se non fosse la passione a sostenerli non credo potrebbero farcela. Se una “cosa” è così emozionante e positiva ritengo non ci sia nessun sfavillio da portare altrove…. Teniamocelo ben stretto e rendiamolo ancora più “luccicante” allontanando “malinconie” e rancori che a chi ama davvero il teatro non riguardano e non è giusto far subire. Mia figlia, 6 anni e mezzo, mi ha detto sabato scorso: “Certo che sono fortunata… questa settimana sono andata 3 volte in teatro… e anche di mattina! Bello! Lo rifanno?”. Le ho risposto:” Lo spero… lo spero davvero!”.
(Catia B.)
Ma… è uno scherzo?????
Spero vivamente che siano solo chiacchiere di corridoio!!!!! Il TeatroLab deve restare!
(Annat.)