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Dal settimanale diocesano “La Libertà” / Il dottor Marco Manfredi riceve i sacramenti a 42 anni

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Sarà battezzato la mattina del giorno di Pasqua, domenica 4 aprile, nella chiesa parrocchiale della Resurrezione, a Castelnovo ne' Monti. Oltre al battesimo, il dr. Marco Manfredi, 42 anni, medico pediatra all'ospedale S. Anna, riceverà i sacramenti della Cresima e dell'Eucaristia. Con lui, anche la moglie Simona sarà cresimata e farà la sua prima Comunione. A presiedere la celebrazione sarà il vescovo ausiliare mons. Lorenzo Ghizzoni, col quale concelebreranno il parroco don Evangelista Margini e diversi sacerdoti del vicariato. Un mese dopo, domenica 9 maggio, anche la figlia Giorgia farà la prima comunione, a conclusione di un percorso di catechesi che in questi anni, e soprattutto negli ultimi mesi, ha coinvolto tutta la famiglia. Il dr. Manfredi è uno dei 33 catecumeni che si accosteranno ai sacramenti dell'Iniziazione cristiana in occasione della prossima Pasqua: gli altri 32 lo faranno in Cattedrale, a Reggio, durante la veglia pasquale presieduta dal vescovo mons. Caprioli. Ho incontrato il dr. Manfredi nel suo studio, all'ospedale S. Anna di Castelnovo ne' Monti, nel reparto di pediatria, di cui è medico primario la dr.ssa Maria Baroni, notissima figura del mondo cattolico della nostra montagna (fra l’altro è stata, negli anni '90, vicepresidente diocesana del settore adulti di Azione Cattolica). Accanto a lui c'era un'altra collega dello stesso reparto di pediatria, la dr.ssa Annalisa Correggi, che, su indicazione del parroco don Evangelista, si è assunta il compito di accompagnarlo nel cammino catecumenale e che gli farà da madrina di battesimo, anche se più giovane di lui di qualche anno. Prima dell'intervista vera e propria il dottor Manfredi ha voluto raccontare la sua storia (Agostino Menozzi, dal settimanale cattolico diocesano "La Libertà" del 20 marzo 2010).

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Verso la fede

Dr. Manfredi, ho ascoltato con estremo interesse il racconto della sua vita fino ad ora. Come è stato l'ultimo tratto del suo cammino, quello di questi ultimi due anni?
L'ultima spinta, quella decisiva, è venuta dall'incontro con la collega Annalisa. È lei che ha fatto conoscere a me e a mia moglie la comunità parrocchiale della Resurrezione, qui a Castelnovo ne' Monti. E quindi ci ha fatto incontrare don Geli (don Evangelista Margini, ndr) e le famiglie della parrocchia. Era l'estate 2006, il piccolo Leonardo aveva quattro mesi. È stata una vera fortuna quella di poter partecipare, quell’anno, al campo estivo parrocchiale delle famiglie. Partecipando ai momenti di vita in comune ho cominciato a sperimentare personalmente che cosa vuol dire "parlare col Signore": in chiesa, a casa o, ancor più, per conto mio, ho cominciato a pregare. In forma semplice, elementare, ma già significativa.

E con quali risultati, almeno a prima impressione?
Con esiti inattesi, imprevisti: mi rendevo conto che, ogni volta che parlavo con Lui, mi sentivo sempre più contento, sempre più "pieno". Proprio così, più "pieno". Avvertivo che il vuoto interiore che accompagnava la mia esistenza andava progressivamente riempiendosi di una Presenza finora sconosciuta. Prima non avevo mai sperimentato nulla di simile.

Un amico frate...

Quando ha incominciato questo personale rapporto col Signore?
Per la verità, ho iniziato prima dell'incontro con la comunità di Castelnovo ne' Monti. Mi è capitato più volte, negli anni passati, di partecipare a congressi medici a Rimini. Di ritorno da quegli appuntamenti mi fermavo regolarmente a S. Arcangelo di Romagna, nel convento dei Cappuccini, dove sapevo che c'era padre Lorenzo Motti, mio amico fin dagli anni dell'adolescenza. Con lui ho sempre avuto dei colloqui importantissimi, che mi hanno aperto la strada verso la conversione e verso l'incontro col Signore. Nel 2009, l'ultima volta, c'erano anche mia moglie e i miei bambini.

C'è stato un evento particolare, nei suoi colloqui con questo amico frate, che ha avuto più importanza di altri?
Sì, è stato nel 2005, quando mia moglie era incinta di Leonardo. Una diagnosi infausta, che poi si sarebbe rivelata infondata, indicava nel feto gravi malformazioni. Ne parlai con padre Lorenzo. Mi disse: "Io moltiplicherò, d’ora innanzi, le mie preghiere per te e per la tua famiglia. Già da tempo lo sto facendo, ma ora lo farò con particolare insistenza". Ho saputo così che da sempre pregava per me, perché mi avvicinassi al Signore. Questo mi ha molto colpito.

...e poi la parrocchia

E con la comunità parrocchiale di Castelnovo ne' Monti, come sono andate le cose?
Anche se non eravamo una famiglia del paese siamo stati accolti a braccia aperte. Don Geli si è rivelato, per noi, come un padre affettuoso. Anche le altre famiglie ci hanno accolto con piena amicizia. Ora il rapporto è di grande confidenza e familiarità.

Poi, a un certo punto, ha dovuto dire che non era battezzato...
Per primo l'ho detto a don Geli. "Pensavo che dovessi dirmi qualcosa", fu il suo commento, "ma non immaginavo una cosa del genere...". Anche le altre famiglie, i parrocchiani, sono rimasti senza parole. Poi ha avuto inizio il percorso vero e proprio, secondo le indicazioni che don Geli ha avuto, a questo proposito, dal vescovo in persona. È a questo punto che ha coinvolto Annalisa, perché mi accompagnasse da vicino in questo cammino. Con lei già avevo un bellissimo rapporto professionale e di amicizia. Anche la dr.ssa Maria Baroni, il primario del mio reparto di pediatria, ha avuto per me e per mia moglie un importante ruolo di testimonianza di fede vissuta.

Le ultime tappe

Quali sono state le tappe di questo percorso?
Era l'autunno 2008. Annalisa ha cominciato a venire a casa nostra tre-quattro volte al mese, per incontrare me e mia moglie e leggere insieme il Vangelo di Marco. Erano serate di grande impegno spirituale e di relazione molto forte, fra noi e con Annalisa. Siamo andati avanti fino all'autunno 2009, passando anche alla catechesi sulla Chiesa e sui sacramenti. Intanto, in dicembre, nella II domenica di Avvento 2008, c'era stata la presentazione ufficiale alla comunità, durante la Messa. Fu in quella occasione che molti, che non sapevano nulla, espressero insieme lo stupore e la gioia per quanto stavamo facendo.

Chi altri vi ha aiutato in questo cammino?
Devo molto anche a don Vittorio Chiari, il salesiano che fu per anni a Reggio, all'Oratorio don Bosco, e che fu direttore della pastorale giovanile in diocesi. Veniva spesso a Castelnovo per incontri sull'emergenza educativa e sul rapporto con i ragazzi e i giovani. Quella domenica d'Avvento del 2008 proprio lui presiedeva la Messa. In queste settimane di Quaresima, in famiglia, stiamo utilizzando proprio il suo ultimo libro, "Menù di Quaresima", come sussidio di accompagnamento.

Poi sono giunti i momenti ufficiali a livello diocesano...
Sì, è stato venerdì 26 febbraio scorso, in Ghiara, alla prima stazione quaresimale cittadina. Era la presentazione e l'iscrizione nel registro dei catecumeni dei 33 candidati al battesimo, alla cresima e all'eucaristia la prossima Pasqua. Prima della celebrazione ci siamo incontrati per quasi due ore, in una sala del Santuario, col vescovo ausiliare mons. Ghizzoni e con don Achille Melegari, direttore dell'ufficio catechistico diocesano, per una prima presentazione. Intanto, la domenica precedente, il 21 febbraio, c'era già stata, in parrocchia a Castelnovo, la seconda presentazione ufficiale, quella di inizio Quaresima, per chiedere alla comunità un accompagnamento più intenso di preghiera e di vicinanza in questo ultimo tratto del percorso.

Anche la moglie

E sua moglie Simona, come ha accolto questa sua decisione di accedere al battesimo?
Simona fu battezzata già alla nascita, ma poi non si è mai accostata agli altri sacramenti. Quando l'ho informata del mio desiderio di intraprendere questo percorso, all'inizio è rimasta piuttosto distaccata. "A me sta bene", ha detto, "è una questione tua...". Poi, però, ha avuto un suo personale ripensamento e si è interessata molto presto al mio cammino, partecipandovi sempre più intensamente. Il suo ruolo è stato sempre molto importante: di carattere io sono fin troppo impulsivo e lei mi è stata accanto con molta dolcezza, molta pazienza. Si è interessata sempre più ai momenti formativi, pronta a parlare con me e con Annalisa dei nostri problemi, non solo di fede, ma di vita familiare, dei valori di riferimento, dell'educazione dei figli...

E quindi ha iniziato anche lei un suo percorso?
Certo. Anzi, come spesso accade con le mogli, mi è passata davanti nell'impegno di
preghiera, di formazione e di condivisione dei principi della fede. Poi abbiamo coinvolto anche nostra figlia Giorgia, che ora ha 9 anni: domenica 9 maggio farà la prima comunione e Simona l'accompagna da vicino, accanto alla catechista e in aiuto anche agli altri bambini, in questo cammino. Così, a un certo punto ha chiesto per sé la cresima e la comunione: il giorno di Pasqua, accanto a me, anche lei riceverà questi due sacramenti dalle mani del vescovo ausiliare. Immagina che festa sarà?

Una vita nuova

Questo nuovo rapporto col Signore che effetti sta producendo nella sua vita quotidiana?
Sta cambiando radicalmente i nostri rapporti in famiglia. Io stesso sono diventato meno impulsivo, più accomodante, più paziente con la moglie e i figli. Anche sul lavoro vedo che la relazione con le persone - colleghi e pazienti - si sta facendo più dolce, più "globale": mi accorgo che ogni cosa che faccio si inserisce in un "progetto" di cui vado scoprendo a poco a poco i contorni, che c'è una Presenza che vivifica i rapporti e li rende più veri... In casa, poi, abbiamo cominciato a pregare insieme. Cose semplici, elementari, ma assai significative. Troviamo molto efficace utilizzare per un breve momento, a tavola, il libro di don Chiari "Menù di Quaresima". Anche in parrocchia vedo che i rapporti si stanno arricchendo. Molte persone mi hanno ringraziato perché questa mia vicenda è per loro un forte stimolo a ripensare il loro battesimo, il loro cristianesimo...

2 COMMENTS

  1. Grazie
    Grazie, Dott. Manfredi, per questa grande e bella testimonianza che arricchisce tutta la nostra comnità. Io non la conosco personalmente, ma credo che quello che sta succedendo alla sua famiglia sia un grande dono del Signore che vi ha sempre amati e che ora coglie il frutto del suo amore.
    Grazie anche per aver accettato di condividere questo importante passo con tutti noi. Buon cammino.

    (Silvana Aguzzoli)


  2. Grazie Marco, grazie Simo. Circa cinque anni fa ci siamo conosciuti e nel tempo abbiamo condiviso insieme tante belle esperienze che hanno legato noi e i nostri bimbi con sentimenti di amicizia e di affetto molto forti. Vi ringraziamo per il cammino di fede che state facendo e che avete voluto condividere con noi trasmettendoci tanta gioia e amore, insegnandoci a riscoprire tante cose importanti che a volte nella fretta del quotidiano vengono dimenticate e, nel contempo, a soffermarci sulla nostra fede arricchendo anche la nostra famiglia. Grazie di cuore!

    (Mariano e Rossana)