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LA BUONA NOTIZIA / Conoscete il tesoro di Trent’oncie di Bondolo?

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CASTELNOVO MONTI (12 marzo 2010) - I frutti che hanno sfamato, nei secoli, i nostri avi. E che oggi, con un termine tecnicamente corretto, esprimono "biodiversità".
Singolare scoprire che, in Appennino, custodi di questo patrimonio sono gli studenti delle scuole medie.

"E' da diversi mesi - spiega a Redacon l'insegnante Gianpaolo Marchesi - che gli alunni delle classi 2A, 2B e 2D si dilettano nell'ambito del progetto 'Radici e Ali' finalizzato al recupero e alla valorizzazione dei frutti antichi del comune e, quindi, per un arricchimento della biodiversità che, diversamente, va persa".

"Un progetto al quale guardiamo con molto interesse e che è segno di come anche nelle scuole si può proporre una utile localizzazione di temi di interesse" spiega Ivano Pavesi, presidente del Consorzio per la valorizzazione dei prodotti dell'Appennino (Conva).
"Non è casuale - dice Pavesi - come è proprio grazie alla biodiversità che è ora possibile riscoprire un prodotto eccezionale e unico come il Savurett, una composta di frutta con fette di pere Spaler, un'antica varietà locale".

Bravi, 10 lode più, quindi, agli studenti dell'Istituto comprensivo di Castelnovo.

"A causa dello sviluppo delle aziende di frutticoltura - spiega Marchesi - e l'abbandono dei frutteti di autosussistenza delle famiglie contadine della nostra montagna , si stanno perdendo nel nostro territorio le antiche varietà di frutta con relativi profumi e sapori (soprattutto le coltivazioni di melo e pero). Alcune varietà sono addirittura scomparse ed altre in via di estinzione".

Una perdita molto grave...
"Esatto, perchè le antiche varietà di frutta si sono geneticamente adattate alle esigenze ambientali con una produzione non troppo elevata, ma di rilevante valore nutrizionale. Inoltre sono molto più resistenti agli attacchi di parassiti, sono di alto valore dietetico e terapeutico ed offrono diverse caratteristiche organolettiche in grado di soddisfare i gusti svariati dei consumatori".

Quindi?
"Oggi dobbiamo preoccuparci rispetto a quanto stiamo perdendo".

E le scuole che possono fare?
"Questo progetto - prosegue Marchesi - vuole richiamare l’attenzione su un problema attuale particolare: il rischio di perdere un ‘tesoro vegetale‘, che vorremmo recuperare. Il lavoro con gli alunni è rivolto a far sì che si riesca a mantenere quanto ereditato dal passato, in modo tale da farli diventare veri e propri custodi della biodiversità. Infatti la perdita della biodiversità in natura è considerata un processo irreversibile, e rappresenta il rischio concreto di veder sparire importanti risorse utilizzate dai nostri avi. Intendiamo far così crescere nei giovani, future generazioni, la consapevolezza per il recupero e la salvaguardia di questo importante patrimonio frutticolo insostituibile, sfruttando il fatto che l’anno 2010 è stato proclamato 'Anno internazionale della biodiversità'".

Ed ecco un primo appello.
"Tutti noi potremmo contribuire direttamente alla salvaguardia ed alla valorizzazione della biodiversità vegetale frutticola proponendo anche agli amministratori locali azioni concrete per proteggere piccole aree agricole, e per destinare aree abbandonate, cortili scolastici e condominiali per il recupero delle varietà più interessanti e più a rischio di estinzione".

Ora come si svolgerà nel concreto il progetto?
"I ragazzi sono gli interlocutori ideali per avviare un percorso didattico sulla salvaguardia della biodiversià, iniziando a catalogare le varietà antiche di pero e di melo per poi creare all’interno dell’Istituto, nell’attuale giardino incolto, un’area destinata al recupero delle varietà frutticole mediante la pratica dell’innesto. E’ proprio con questo progetto sulla biodiversità che si riesce ad attestare la ricchezza di un patrimonio genetico, un ‘tesoro vegetale‘ presente sul nostro territorio montano, che è arrivato fino a noi grazie all’amore per la terra dei contadini, ma che d’ora in poi potrà sopravvivere grazie a questo interessante lavoro di catalogazione e di recupero".

Nel concredo, quali le attività previste? Eccole:
1) riscoprire varietà locali di frutta antica dimenticate e in via di estinzione con attività di ricerca sul territorio, documentazione fotografica e catalogazione con schede descrittive di ogni varietà.
2) riscoprire sapori e i profumi dei frutti antichi (valorizzare ricette antiche tradizionali)
3) tecniche di riproduzione per innesto (innesto a gemma, innesto a corona e innesto a spacco).
4) recupero delle varietà più importanti tramite la realizzazione di un “campo collezione” nel giardino interno all’Istituto.
5) realizzazione di un cd multimediale che presenta l’intero progetto.

"E' un progetto nel quale crediamo molto - spiega il dirigente scolastico Claudio Becchetti -. Vorremmo chiedere a tutti i lettori di Redacon una collaborazione per la ricerca di ulteriori varietà antiche di frutta significative (pere e mele) ancora presenti sul nostro territorio e di segnalarle per poterle catalogare e riprodurle nel giardino interno della nostra scuola media".

Fisicamente mancano all'appello il pero "SPIGN", il pero "RAZA",, il pero "ZUCHEL", il pero"SANTA LUCIA", il pero "BROCCOLINA", il pero " BRUZZOLA", il pero "TURCA", il pero "GARAVELLA RUGGINOSA", il pero "CORVINA", il melo" CALVILLA", il melo "ANNURCA", il melo "RUGGINE, il melo "CAMPANINO", il melo "LIMONCELLA", il melo "SALAM", il melo "DUCALE" e tanti altri. Pronti, si parte per salvare il... nostro tesoro!

* * *

SPLUCIANDO TRA LA RICERCA AVVIATA…

- Gia' classificate 17 varieta' antiche di Pere (TRENT’ONCIE , BUTER, SPADONA , AVALLE, BARABANO, ROSPO, RUSNENT, CARLET, BIANCLIN, RUGGINE, MOSCATEL, PIGNARIN SANTA MARIA - BERGAMOTTO, LIMONE,VOLPINA E CURATO) e 10 varietà antiche di Mele (ROSA, RENETTA, ROSSA , VIOLET, RIGHETTA, DURLIN, GIALLA, SAN GIOVANNI, ROSSIN E DURELLO). Molte di queste varietà sono citate nel volume “Viaggio agronomico per la montagna reggiana…“ del noto agronomo reggiano Filippo Re (LETTERA VIII PAG.36 Cavola 21 agosto 1800).

DUE ESEMPI CONCRETI…

- La varietà più antica e più interessante di pero catalogata nel progetto è il pero "trent'oncie" che si trova in località Bondolo.
Ecco la scheda tecnica della varietà:
PERA “TRENT’ ONCIE“ (CATILLAC)
LOCALITA’: BONDOLO
DESCRIZIONE DEL FRUTTO: Molto grosso, a volte enorme (peso 900-1000 grammi), forma di trottola molto panciuto con picciolo di lunghezza media. Buccia grossolana, di colore verde-arancione, cosparsa di lenticelle castane e macchie rugginose. Polpa bianca, dura, succosa e abbastanza zuccherina.
CONSERVAZIONE: Ottima conservazione, anche per quattro mesi in luogo fresco. Ottima da cuocere al forno, nel vino o sotto la cenere.
SINONIMI: Belle pear, Forty-ounce, Gran Monarque, poire Mostre.
COMMENTI: Varieta’ di pera molto antica originaria della Guaiana Francese, dove se ne attesta la presenza sin dal XVII secolo. Conosciuta anche all’epoca dei Romani e veniva chiamata Volerne. Citata anche nel volume “Viaggio agronomico per la montagna reggiana… “ dell'agronomo reggiano Filippo Re (LETTERA VIII PAG.36 Cavola 21 agosto 1800). Varieta’ rarissima per la provincia reggiana.

- La varietà più antica e più interessante di melo catalogata nel progetto è il melo "ROSA" che si trova in località Bondolo.
Ecco la scheda tecnica della varietà:
MELA “ROSA“
LOCALITA’: BONDOLO
DESCRIZIONE DEL FRUTTO: Di pezzatura media , irregolare, leggermente schiacciata e con peduncolo molto corto. Il colore della buccia e’ giallo-verdognola con sfumature che vanno dal rosa al rosso dalla parte esposta al sole. Il profumo è intenso e aromatico, la polpa e’ di colore bianco-crema, soda e croccante di sapore dolce aromatico e si arrossa durante la cottura.
MATURAZIONE: ottobre-novembre
CONSERVAZIONE: Ottima conservazione per diversi mesi. Ottima da cuocere al forno o sotto la brace nei camini.
SINONIMI: Pom Roson
COMMENTI: Il colore “Rosa” deriva sia dalla colorazione che assumono i frutti maturi, sia dal profumo che emana la pianta quando è in fioritura. E’ sicuramente una delle varieta’ piu’ antiche, citate in testi del XVII secolo.

(Gabriele Arlotti)