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Un Appennino come mai si era visto

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PARCO NAZIONALE DELL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO (10 marzo 2010) – E' una nevicata storica, senza precedenti quella che si è verificata in Appennino nelle giornate di ieri e oggi e che sembra continuerà anche nelle prossime ore.
“Si tratta di una nevicata eccezionale per tipologia e quantità: una neve fine, venuta ‘a vento’ che ha ridisegnato tutto il panorama dell'Appennino e del Parco” spiegano dal Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano. “Stupisce il carattere a bufera ininterrotto da oltre 24 ore”. La neve infatti, leggera e fitta, si è depositata sui tetti, sugli alberi e sulle strade di paesi e borghi trasportata dal vento della bufera che si è abbattuta sul nostro territorio, dando alla montagna un aspetto unico e mai visto prima. I disagi però ci sono, specialmente in piccoli borghi dalle strade strette: “Sul crinale la situazione è abbastanza difficile, si fa fatica a muoversi ma in generale c'è buon umore. A Castelnovo Monti, in via Roma ad esempio, la gente scherza mentre spala la neve: si sono ricostruiti la comunità di strada e i rapporti di vicinato”.

“Un pensiero però va a Juri Govi, ancora disperso. Questo pensiero basta a renderci tristi in una giornata che in altre circostanze avrebbe potuto essere affascinante”.
Nei borghi del Parco, la situazione più grave si registra a Sassalbo: in alcune strade la neve ha superato i due metri di altezza. Qui il vento che ha accumulato metri di neve lungo le stradine interne al borgo intrappolando gli abitanti nelle loro abitazioni .Il sindaco di Fivizzano, Paolo Grassi, e il comandante della Polizia Municipale hanno attivato una sede operativa in loco, presso la sede del Parco nazionale, da dove coordinare direttamente i soccorsi. E' stato allertato anche il Centro operativo della Prefettura di Massa-Carrara. Gli uomini della Protezione civile, dei Vigili del fuoco e del Corpo Forestale hanno raggiuto casa per casa gli abitanti di Sassalbo per fornire gli aiuti necessari e comunicare che presso la sede del Parco sarà disponibile fin dal primo pomeriggio un presidio del 118. Il Parco nazionale ha messo a disposizione le proprie strutture e i propri uomini.

A Busana ci sono molti problemi legati al riscaldamento che in molte abitazioni non funziona così come l’acqua calda a causa delle caldaie in tilt. A Cerreto Laghi si viaggia su un’unica corsia e che i gatti delle nevi sono dovuti scendere in paese per spalare le strade.
Al sicuro gli studenti degli istituti Cattaneo di Castelnovo Monti e Chierici di Reggio che seguono il programma Neve Natura questa settimana mentre sono state rinviate diverse iniziative legate al Parco come il seminario Ifoa sui nuovi turismi “Il turista del weekend: profilo, esigenze e aspettative di chi fa viaggi brevi” previsto per domani pomeriggio. Nonostante la forte nevicata è stato possibile aprire la sede operativa del Parco nazionale a Cervarezza (Busana).

1 COMMENT

  1. Eccezionale nevicata o eccezionalmente presa sotto gamba?
    Ho da poco passato i quarant’anni e di nevicate “del genere” me ne ricordo diverse. Di nevicate “del genere”, parlando negli anni scorsi con le persone anziane del paese nativo di Collagna, sono sempre esistite. Devo ammettere che mentre a Reggio i cittadini trovano spazio per lamentarsi in merito a qualche decina di centimetri di neve, forse certi di trovare in Enìa educate risposte, nei nostri territori accadono cose che meriterebbero un poco più di attenzione, se non altro una piccola riflessione.
    Prendo in considerazione tre fatti accaduti nei nostri territori: l’uno in una strada comunale, quella di Valbona, rimasta chiusa fino alla tarda mattinata di mercoledì e riaperta grazie all’impiego della turbina dell’Anas; l’altra la strada provinciale che dal passo del Cerreto porta alla stazione turistica di Cerreto Laghi, spalata a quanto pare con l’ausilio dei gatti delle nevi utilizzati per battere le piste da sci; l’ultima è la tanto vituperata SS 63, che alle 7 del mattino di mercoledì era disponibile una sola corsia da Collagna sino si può dire al capoluogo montano.
    Premettendo quanto sopra, in quanto di nevicate “del genere” ne ricordo altre, quello che temo di non ricordare è quella che a mio avviso si può definire la leggerezza nel svolgere questo tipo di mansione in montagna, il “metodo” utilizzato per fare la spalata. Io credo che prima che si “faccia male qualcuno” o che a qualche cittadino della montagna, o turista che frequenta i nostri splendidi territori, non possano essere garantiti i servizi basilari, come quello di essere soccorso in tempi utili in caso di bisogno, bisogna riflettere sulle disponibilità di uomini e mezzi preposti da appalto per fare questo tipo di mansione, verificare se hanno le reali capacità e disponibilità per garantire un servizio.

    (Marino Rivoli, capogruppo “Per la libertà”)