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“E’ una vittoria della montagna”. Le immagini di Marisa Marazzi e dello Studio Walz

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VILLA MINOZZO (7 marzo 2010) – La festa più bella si svolge a Villa Minozzo. Il suo fan club, i suoi tifosi, la montagna e la provincia, molti venuti da fuori regione. Tutti stretti attorno al Razzo (inter)nazionale. E come per ogni festa che si rispetti da queste parti suona la banda.

L’oro olimpico di Giuliano Razzoli alle Olimpiadi di Vancouver è festeggiato da un mare di giovani e chiama a raccolta duemila persone e forse più. Sarebbe un peccato non esserci, tanto che a Fora di Cavola incontri l’encomiabile servizio di Protezione civile e Alpini, assieme alle forze dell’ordine delle varie Polizie municipali e carabinieri, che al buio convogliano i numerosi fan. Tre pullman da cinquanta posti fanno ininterrottamente servizio sino a Villa Minozzo, per tutta la notte. Dove per vedere in piazza adunate e folle così probabilmente bisogna correre con la memoria a un secolo meno felice.

Ma, lasciatecelo dire, il succo di questa festa è nelle parole conclusive di Giuliano Razzoli: “Quest’oro olimpico è una vittoria del mio paese, Villa Minozzo, che ne ha bisogno, così come di questa montagna”. Di meglio le nostre orecchie non avrebbero potuto sentire. E Razzoli coglie ancora una volta nel segno. “Un campione genuino al 120%” è stupita la strana coppia di Radio Bruno che conduce la brillante serata. Il Razzo raccoglie così l’invito de la Cesira (Silvia Razzoli) sul palco a decantare la poesia pubblicata sul nostro sito: “della nostra montagna onorati campione”.

Prima ancora, nel tardo pomeriggio, alla conferenza stampa partecipata, oltre che da Giuliano, dal presidente della Fis Giovanni Morzenti, Sonia Masini, Giuseppe Alai, Giorgio Cimurri, dal sindaco Luigi Fiocchi, dal campione Giorgio Rocca, dal suo allenatore Max Carca, dal primo allenatore Marcellino Marchi, papà Antonio, il campione bolognese, Alberto Tomba, aveva tagliato la testa al toro: “Mi dispiace per quelli del Nord che hanno preso altre stangate: hanno vinto l’Emilia e l’Appennino”.
“Ancora una vittoria di Reggio Emilia”, gli fa eco Stefano Baldini, campione olimpico nella maratona. Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Formaggio del Parmigiano Reggiano ha ricordato come “tre anni fa questo ragazzo venne al nostro consorzio chiedendo di essere sostenuto. Oggi possiamo dire che è stato un investimento ben vinto. Ne siamo immensamente felici, perché lo merita”.
Stupisce il pubblico Gaetano, presidente del fan club, quando canta l’inno (riuscito) dedicato a Razzoli che, con molta eleganza, offre la mimosa a tutte le donne intervenute. E per l’ultima tappa del mondiale di sci a Garmish ormai tutto esaurito spiegano al Razzo point, dove fioriscono i gadget del Razzo.
E quando la cerimonia sul palco si sta per concludere “ecco i primi fiocchi di neve, non poteva essere che così” commentano gli speaker con riferimento al cognome del sindaco.

Intanto le troupe dei principali canali rilanciano la festa e sulle reti Mediaset finisce intervistata pure Stefania Caselli, di Valestra (“un’emozione indescrivibile”): lei le sue ferie ha deciso di farle con un manipolo di tifosi in Canada.
Appennino terra Padana che non disdegna di cantare, con Giuliano, l’inno di Mameli, mentre il “Vincerò” di Marzia Schenetti e Fausto Iaccheri è un momento capace di dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, di quanto può essere grande questa gente di montagna. Il pubblico apprezza e gli applausi non si contano. Anche quando Giuliano s’impegna a sciare con i più giovani in difficoltà o scherza con la sorella Giordana, indaffarata nel coordinare una festa decisamente riuscita. Che non manderà, certo, in dissesto le casse del Comune, dato l’impegno, anche economico, di tanti privati e volontari. Gente di montagna, appunto.

(Gabriele Arlotti)

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