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Giuliano Razzoli testimonial dell’Appennino

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“L’Appennino batte le Alpi!”: al momento della vittoria nella specialità slalom gigante alle Olimpiadi invernali di Vancouver 2010 l’entusiasmo dei cronisti Rai è incontenibile. Come quello dell’intero suo Appennino. Giuliano Razzoli, con l’impresa sportiva e umana appena compiuta, ha portato sotto gli occhi di tutti il valore dell’Appennino e la grandezza delle sue nevi d’oro. Dopo tanto tempo (e forse per la prima volta), l’attenzione della città ora è tutta puntata sulle vette del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. “Riusciamo in una impresa straordinaria: finalmente la potenzialità effettiva dell’Appennino è inconfutabile. E’ un’impresa sì di valore mondiale, ma anche locale perché fa scoprire la montagna ai reggiani”, affermano dal Parco.

Le parole non bastano per descrivere l’atleta testimonial delle nevi del monte Cusna, dove ha mosso i primi passi: “Questo ragazzo è un predestinato, il suo progetto, il suo sogno, il suo obiettivo raggiunto sono figli di un habitat. Razzoli ha davanti una grande carriera sportiva, che riempie tutti d’orgoglio e senso d’appartenenza”. Un dato che sorprende: “A Razzolo (comune di Villa Minozzo) ci sono più maestri di sci che case: la vittoria a Vancouver non è un caso. L’Appennino non è una montagna di serie B e l’inverno scintilla sotto una nuova luce aurea”.

Le congratulazioni e il grazie di un intero territorio sono arrivati con un messaggio del Parco direttamente in Canada: “E’ una favola che si avvera”. La vittoria, giunta “come un razzo”, invita a ripensare il marketing territoriale dell’intera area. “Razzoli costituisce un esempio di eccellenza e le eccellenze inducono a un’emulazione positiva, alla competizione, rialzano l’entusiasmo, da tempo affievoliti. E’ questo il contributo più grosso di Giuliano; oltre a quello al medagliere”.

In sintesi: “Razzoli è l’identità e il volto fresco e nuovo dell’eccellenza di un Appennino vero e sincero, non a caso individuato, assieme alla fondista Arianna Follis, come primo testimonial del programma Neve e Natura del Parco”. Un Appennino reale.

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La vittoria di Giuliano Razzoli, medaglia d’oro nello slalom all’Olimpiade di Vancouver, pone d’attualità i luoghi dov’è cresciuto. Dopo Zeno Colò, formatosi negli anni Quaranta e Cinquanta sulle nevi dell’Abetone, e Alberto Tomba, al Corno alle Scale, ecco confermarsi una tradizione antica di sciatori. Dove, come hanno commentato i cronisti Rai durante lo slalom, “l’Appennino batte le Alpi” o, meglio ancora, dove finalmente l’Appennino ha la sua meritata gloria: neve povera che sforna campioni. Ve lo presentiamo.

RAZZOLO PAESE DI MAESTRI DI SCI

Razzolo, borgo del Comune di Villa Minozzo, frazione di Minozzo, conta una cinquantina di anime, quasi tutte di cognome “Razzoli”: uno ogni dieci è maestro di sci. Confinato da prati e boschi, terra del Parmigiano Reggiano, è il paese di Giuliano. Lì vivono il papà Antonio, metalmeccanico e maestro di sci, la madre Tiziana, la sorella Giuliana e il marito Gaetano, presidente del “Razzo fan club”. L’origine del campione non è casuale.

VILLA MINOZZO E IL LAVORO DEI MONTANARI

E’ comune con 4000 abitanti, tra i più estesi d’Italia. Ha un forte radicamento a questa montagna dura, mai abbandonata. Le attività prevalenti sono quelle commerciali, l’artigianato, l’agricoltura, ma, dopo lo spopolamento del dopoguerra, fortissima è oggi l’incidenza del fenomeno del pendolarismo verso la città. Il mercato cittadino estivo di Villa Minozzo ha un richiamo di oltre mille persone e più di 150 anni di storia. Numerose sono le persone che stanno “tornando indietro” e qui decidono di investire. Crescono i negozi alimentari e si riscoprono attività che andavano scomparendo. “Giuliano Razzoli – dice il sindaco Luigi Fiocchi – è espressione di quello che siamo, persone tenaci; con forza e coraggio si riesce sempre ad apprezzare la vita. Testimonial per i giovani: ora Giuliano è la nostra miniera d’oro”.

LE NEVI D’APPENNINO E IL PARCO NAZIONALE DELL’AQUILA REALE

Siamo nell’Appennino emiliano, nel cuore del Parco nazionale. Qui è consolidata un’antica tradizione di sport invernali. A Collagna vive Samuele Sentieri, già campione di sci negli anni Ottanta, mentre sempre di Razzolo è Serena Razzoli, altra campionessa con gli sci. Di Castelnovo ne’ Monti è Francesco Simonazzi, primo campione italiano di snowboard più volte in coppa del mondo, è cresciuto sul monte Cusna, che chiama “suo”. Da Schia, Parma, Alessandro Fattori ancora per lo sci di discesa, mentre nelle montagne di Frassinoro è venuta a vivere ed allenarsi la fondista Arianna Follis, al seguito del consorte Alessandro Biondini, skiman della squadra azzurra. Il territorio del Parco nazionale, esteso 23.613 ettari in quattro province a cavallo tra Emilia e Toscana, ha vette che superano i 2000 metri come l'Alpe di Succiso, il Monte Prado e il Monte Cusna, coi suoi 2121 la vetta più alta. In questo straordinario alternarsi di parete di roccia (la Pietra di Bismantova, cantata da Dante nell’VIII canto del Purgatorio), nevi di crinale, praterie, brughiere, valli monumentali, come quella dei Gessi Triassici dove vivono insetti unici al mondo, può capitare di imbattersi anche in lupi, cervi, caprioli, nell'aquila reale e in essenze vegetali tanto rare da fare di intere zone veri e propri giardini botanici naturali.

SCI DA DISCESA E NUOVI SPORT IN APPENNINO

E’ l’inverno il clou dello sport nell’Appennino. La riscoperta di questa stagione e di servizi turistici maggiormente qualificati sono allca base di attività sportive e relax in tutti i mesi dell’anno. Assieme, certo, allo sci di discesa, qui è possibile praticare sci di fondo escursionismo, snowboarding, nordic walking, sleddog e ciaspolate. Neve Natura è l’innovativa proposta del Parco nazionale (www.parcoappennino.it) per una full immersion nella stagione invernale tra esplorazione, educazione ambientale, turismo.

LE PRIME PISTE DI GIULIANO RAZZOLI

Giuliano Razzoli ha calcato la prima neve, all’età di quattro anni, sulle piste dell’Appennino Reggiano, Febbio e Cerreto in particolare. Le piste di Cerreto Laghi (Collagna), nate nei primi anni Cinquanta, hanno dato il via a un frequentato complesso turistico. 10 chilometri di piste sul versante settentrionale del monte La Nuda, attrezzate con innevamento programmato, comprendono 4 impianti in risalita con una portata di 7000 persone all’ora e 16 chilometri di piste da sci alpino e Snowpark. Attorno al Lago Pranda, sono 10 i chilometri di piste da sci di fondo. Sempre nel perimetro del Parco nazionale, un impianto di risalita attivo è a servizio delle piste di Febbio (Villa Minozzo), dove la stazione sciistica si sviluppa sul versante nord del Monte Cusna, con piste adatte principalmente a sciatori di medio e buon livello tecnico. Punto di forza di questa località è la sua quota massima in Appennino, di 2063 metri. Qui è attivo il Centro Neve Natura del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emilano, inaugurato due anni fa attraverso una convenzione col Campeggio di Febbio. Chiunque ora può trovare qui innumerevoli servizi per prepararsi alle attività sciistiche, come la scuola, il servizio di sciolinatura, il noleggio sci di fondo e ciaspole, e anche il ristoro.

COSA CERCARE: UN’APPENNINO UNICO

Cucina e prodotti tipici. L'Appennino Tosco-Emiliano è stato una formidabile cerniera tra il Nord padano, dei Longobardi, la penisola, dei bizantini, e il mare di Luni. Qui si mescolano la "cultura del Parmigiano-Reggiano" di montagna per il versante emiliano (ben impiegato nella caratteristica torta salata, l’erbazzone), la "cultura del castagno", ampiamente rappresentata nei versanti di Garfagnana e Lunigiana, e la "cultura del testo", il disco piatto utilizzato per la cottura sul fuoco che caratterizza la cucina appenninica dell'alta Toscana.
Arte. L’Appennino Reggiano è terra di artisti, a volte grandissimi come i Ceccati, del secolo XVI, maestri nella scultura del legno che ci hanno lasciato altari, tabernacoli e ancone tra i più belli dell’arte sacra in Appennino. Terre di veglie di teatro popolare, il Maggio, qui ancora si cantano le stesse storie di armi e d’amori sugli stessi canovacci di ottave “ariostesche”. Pietro da Talada valente pittore che si attarda nello stile del gotico internazionale mentre a Firenze è già in pieno rigoglio il Rinascimento.
Letteratura. Questo è anche l’Appennino di memorie letterarie d’eccezione. Oltre a Dante con Bismantova, nelle montagne reggiane, sulle rive dell’Enza, si ispirò il Petrarca. Siamo in un Appennino di colori, come quello dello scrittore Silvio d’Arzo, con montagne che sul far della sera “si fanno color ruggine vecchia, poi viola, poi blu” (dal romanzo “In casa d’altri”, definito da Montale “racconto perfetto”) e l’Appennino di Raffaele Crovi dove “si affacciano i cavalieri di Matilde” (dal romanzo, premio Campiello, “La Valle dei Cavalieri”.
Visione. Oggi è possibile vedere in diretta l’Appennino con le numerose web cam installate sul territorio del Parco (www.parcoappennino.it)

4 COMMENTS

  1. Il giorno dopo
    Non vorrei pensassimo che è già tutto a posto. Giuliano Razzoli ha fatto la sua parte e continuerà a farla! Ci ha regalato emozioni, orgoglio e visibilità. E’ stato generoso nei meriti e nei ringraziamenti verso la nostra terra. Adesso tocca a noi.
    Auguri, ringraziamenti e felicitazioni ieri perfetti, già oggi non bastano più e andranno confermati domani con le nostre iniziative. Provincia e Regione innanzitutto. Il prossimo comunicato che mi aspetto di leggere è il piano messo a punto dalla Provincia per cogliere questa opportunità che il “nostro” campione ci serve, alla lettera, su un piatto d’oro.
    Andiamo a imparare in Alto Adige? Più comodamente da quelli di Sestola e di Corno alle Scale che mi sembra abbiano colto molto bene un’identica occasione ai tempi di Tomba? Chi può essere il consulente ideale (ma soprattutto reale!) per aggiornare metodi e strategie? A me sembra servano (e sia occasione per) interventi strutturali capaci di aumentare e migliorare l’iniziativa sia privata che pubblica, di far crescere professionalità, informazione e comunicazione. Che impegni si sentono di prendere i candidati (pianzani!!!) alle regionali? Chi vuole essere all’altezza di un campione? Mi fermo qui, non è il mio campo, posso solo appellarmi a chi ha responsabilità e competenze. Vorrei che chiedessimo molto a questa occasione. Giuliano Razzoli sta dando incommensurabilmente al suo territorio, vorrei che fossimo all’altezza.
    Vorrei che conservassimo a lungo negli occhi e nel cuore la perfezione delle due manches olimpiche e rispondessimo alla bellezza con la bellezza.

    (Anna, un po’ pasionaria)

  2. Grazie Razzo, ci regali un’occasione unica…
    Concordo con Anna, Razzoli con la sua impresa olimpica dà un’occasione unica e irripetibile all’Appennino reggiano, da sempre considerato di serie B rispetto ai comparti modenesi e bolognesi per quanto concerne la pratica dello sci. Possiamo pensare di continuare a vedere, nella terra di un campione olimpico, le strutture per lo sci così poco incentivate allo sviluppo e all’ammodernamento?
    Febbio senza la possibilità di sciare in quota; Cerreto Laghi addirittura senza un campo scuola e con uno skilift incredibilmente non collegato alla partenza degli impianti; Ventasso Laghi senza un adeguato impianto di innevamento artificiale; Ospitaletto con skilift vecchi e pericolanti…
    D’accordo nell’incentivare anche le attività collaterali promosse dal Parco, ma Razzoli è campione olimpico nello sci, la sua promozione deve essere accompagnata da un adeguato piano di investimento per migliorare la pratica dello sci alpino nelle nostre strutture in Appennino!
    I nostri amministratori devono sfruttare questa occasione, non devono lasciar sfumare questo entusiasmo e questa visibilità per incrementare il turismo dietro ai soliti annosi problemi legati ad un esproprio, ad un finanziamento, all’impossibilità di tagliare alcune piante… Cerchiamo di meritarci davvero un oro olimpico e non dimentichiamoci che Giuliano non è campione olimpico nelle ciaspole, nel nordic walking o nell’escursionismo ma nello sci!!!
    Grazie comunque, Razzoli, almeno ora i nostri amministratori dovrebbero aver capito l’importanza dello sci e della sua pratica anche nel tuo Appennino reggiano, con la speranza domani di vedere tanti altri piccoli Razzoli sciare nelle nostre splendide montagne.

    (Miriano)