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“E se dicessimo basta alle pellicce?”

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CASTELNOVO MONTI (27 febbraio 2010) - "Ritengo che è giunto il momento, anche a livello locale, di essere razionali nell'acquisto di capi d'abbigliamento che contengono inserti animali o pellicce vere e proprie". Ci scrive così un lettore nel commentare e rilanciare la protesta di un gruppo di attivisti di Campagna contro l'industria da pelliccia, attuada in maniera scenica davanti ai padiglioni di MilanoModaDonna in occasione della sfilata del noto marchio reggiano Max Mara.

Da più di un anno il movimento animalista internazionale sta portando avanti una campagna di proteste che chiedono a questa casa di moda, tra le più note e importanti nel mondo, di cessare l’utilizzo di pellicce e capi con inserti di vero pelo animale.

La protesta di sabato mattina, che ha visto la simbolica morte di una decina di attivisti davanti ad uno striscione con scritto “Max Mara – Nuova collezione stessa sofferenza – Basta pellicce!”, è solo una delle tante azioni e proteste che settimanalmente Campagna AIP mette in scena per far conoscere la realtà degli allevamenti di animali da pelliccia e la responsabilità di marchi e stilisti come Max Mara.

Solamente pochi giorni fa le scioccanti immagini riprese da attivisti negli allevamenti finlandesi sono state diffuse in tutto il mondo dall’associazione internazionale Animal Defenders Internationa, che le ha presentate in conferenza stampa proprio ieri a Milano. La Finlandia è considerata il paese modello, quello con le migliori leggi sul benessere animale e gli allevamenti maggiormente controllati, tanto che le associazioni di categoria hanno inventato un marchio di qualità chiamato “Origin Assured” per le pelli provenienti da questi allevamenti.

Negli allevamenti finlandesi sono stati ripresi centinaia di animali malati, mutilati e sofferenti. Le immagini non sono assolutamente quelle di luoghi dove è posta attenzione al benessere di questi individui. “Le immagini provenienti dall’interno degli allevamenti finlandesi, norvegesi e danesi, principali produttori di pelli al mondo, testimoniano che non esiste benessere negli allevamenti e i marchi di controllo sono solamente manovre pubblicitarie. Sono state filmate e fotografate volpi terrorizzate e col collo girato, con evidenti infezioni alla bocca o agli occhi, con ferite lacerate, gabbie rotte su cui si ferivano.” Affermano gli attivisti di Campagna AIP “Questa è la realtà dell’industria della pelliccia che Max Mara continua a sostenere nonostante le richieste di decine di associazioni in tutto il mondo e di migliaia di consumatori che hanno firmato petizioni, appelli e inviato cartoline all’azienda.”

La pelliccia è la pelle strappata ad un animale. Una verità banale ma troppo spesso ignorata in nome della vanità, per la quale muoiono ogni anno più di 50 milioni di esseri viventi. Volpi, visoni, cincillà, procioni, conigli, ma anche cani e gatti, sono ancora oggi vittime di questa moda, rilanciata dagli stilisti e che vediamo sfilare in questi giorni qui a Milano in occasione di “Milano Moda Donna”.

Per visionare le immagini (alcune crude, avvisiamo il lettore) degli allevamenti di animali da pelliccia finlandesi: http://furstop.com/videos-pictures/

1 COMMENT

  1. Pellicce, scarpe e… un po’ di informazione
    Spett. signore,

    chi si proclama contrario alle pellicce, dovrebbe essere così coerente da valutare ogni propria scelta in modo da non smentirsi mai.E’proprio convinto di non avere ai piedi le scarpe di cuoio? O in tasca un portafogli di pelle? Lei è vegetariano per eccellenza? Se mi risponderà di sì,potrà continuare la sua campagna in favore degli animali,altrimenti dovrà rassegnarsi.

    (Liliana)

    @CNOTA DELLA REDAZIONE: Gentilissima Liliana, probabilmente occorre mettere sul piano della questione anche un problema etico. Che, riteniamo, possa essere questo. L’uomo, onnivoro, mangia altri animali nell’alimentazione. Quanto rimane di queste carcasse animali trova validi impieghi, ad esempio, nella pelletteria che lei cita.
    Diverso è il caso di animali allevati per la pelliccia dove un animale non è utilizzato per un bisogno primario ma, soprattutto, come impiego in beni voluttuari (tali sono le pellicce). Per altro i filmati che documentano le pratiche di spelamento vivo degli animali non hanno bisogno di ulteriori commenti. Se ne può fare ampiamente a meno.#C