Home Cronaca Scuola / “Diritto allo studio? No, assistenzialismo”

Scuola / “Diritto allo studio? No, assistenzialismo”

3
3

Riceviamo e pubblichiamo.

-----

Mi chiamo Moris Lusetti e sono un rappresentante di classe della scuola primaria della direzione didattica del Comune di Castelnovo ne’ Monti. Grazie a questa carica e a quello di vicepresidente del consiglio di circolo della medesima direzione, in questi giorni sono stato invitato a partecipare a due riunioni, una organizzata come consiglio di circolo e una come consiglio di interclasse.

Questi due organi sono composti da un gruppo di insegnanti, di genitori, personale ATA e di collaboratori scolastici, eletti a inizio anno, da tutti i genitori e dal corpo docente i quali in presenza del dirigente scolastico si riunisce periodicamente per valutare lo svolgimento dell'anno scolastico.
Vorrei portare a conoscenza, quindi, tutti i genitori e chiunque fosse interessato di sapere dove sta finendo la nostra scuola pubblica, di quanto si è discusso in queste due riunioni. Come detto sopra lo scopo di queste due riunioni dovrebbe essere quello di organizzare al meglio l'anno scolastico distribuendo con criterio le diverse risorse umane (docenti e personale ATA collaboratori scolastici) ed economiche.

Il filo conduttore invece delle due riunioni è stato quello di pensare come TAMPONARE tutti i problemi che questa nuova riforma Gelmini sta portando avanti per cercare di assicurare ai nostri figli un “diritto allo studio” appropriato, visto che ormai causa tutti questi tagli questo si sta trasformando da diritto allo studio a “assistenzialismo”. Senza scendere nei particolari e nei singoli numeri vorrei comunicarvi alcune notizie flash per farvi riflettere e rimandare invece i chiarimenti nel dettaglio alla riunione che stiamo organizzando come “coordinamento dei genitori della montagna” per la metà di marzo con ispettori dell'istruzione che si presteranno a rispondere alle nostre domande.

In queste due riunioni si è parlato molto poco della valutazione dell’anno scolastico poiché hanno tenuto banco gli argomenti che di seguito vi elenco.

A oggi le condizioni sono:
- “disavanzo attivo”: che sarebbero soldi che lo Stato ci deve ancora dare e che noi come direzione didattica abbiamo già speso per il funzionamento della scuola e per pagare le supplenti negli anni 2008/2009 (sì, il personale della scuola aspetta da due anni il pagamento di parte del salario - e visto l’importo vi potete immaginare quanta sia) importo al 31/12/2009 € 196.000,00;
- risorse da destinare al funzionamento: che sarebbero i soldi che lo stato ci DAVA annualmente e servirebbero per far funzionare la scuola per quanto riguarda le spese ordinarie cancelleria, materiale didattico, carta per fotocopie, carta igienica e detersivi per pulizie e materiale di quotidiano consumo € stanziati 0,0 (lo scrivo anche in lettere perché si capisce meglio ZERO €);
- risorse destinate a pagare le supplenti: questi soldi servono per pagare le supplenti del corpo docente, ATA e collaboratori scolastici (€ 42.000,00) considerando che come corpo docente noi abbiamo circa n. 75 insegnanti, n. 18 collaboratori scolastici, n. 4 personale di segreteria e n. 1 dirigente scolastico a fronte di 700 alunni. A oggi fine febbraio (a causa di gravi malattie o di infortuni) abbiamo già speso quasi € 20.000,00.

Questa situazione si è presentata anche l'anno scorso, solo che per tamponare il problema, con la speranza che quest’anno il problema NON si ripresentasse, il corpo docente aveva deciso di NON pagarsi una parte di stipendio per pagare le supplenti; e solo che a quest'anno oltre che a non essersi ancora viste retribuito quanto l'anno scorso aveva lasciato che fosse utilizzato per altro scopo si sono viste diminuire gli organici e a dover far fronte sempre a un numero inferiore di qualsiasi risorsa. In parole brevi cosa può succedere e quali sbocchi avrà la nostra scuola visto che a oggi l'unica soluzione per tenere i bimbi a scuola in caso di assenza della maestra è quella di utilizzare le maestre destinate al sostegno come supplenti oppure quella di suddividere i bimbi nelle varie classi? Vorrei fare un esempio: se tra due mesi quando saranno finiti i soldi destinati al pagare le supplenti e una insegnante per qualsiasi tipo di infortunio sta a casa per un mese e mezzo, vuol dire che quella classe per tutto quel tempo viene suddivisa nelle varie classi perdendo quindi un mese e mezzo di scuola; infatti la scuola per nominare dovrà richiedere ed aspettare l’autorizzazione dal ministero della pubblica istruzione, e il programma in questo modo non viene portato avanti;
- collaboratori scolastici: i nostri collaboratori scolastici si vedono costretti a utilizzare i detersivi “con il contagocce” per cercare di risparmiare, visto che mancano i soldi per acquistarli.

Questi sono solo alcuni dei punti che possono però fare un primo quadro della situazione della nostra scuola.

Sempre per rimarcare il concetto che noi genitori siamo tutti APOLITICI e ci interessa quindi solamente una scuola che possa dare il giusto insegnamento ai nostri figli, vorremmo che chiunque riflettesse su questi problemi per rendersi conto di come stanno frammentando la scuola. Siamo sempre sicuri che i nostri figli, in questa scuola gestita e fatta funzionare mettendo pezze da tutte le parti, possano godere del diritto allo studio che gli spetta? Per la cronaca, “armati di bacchetta magica” abbiamo comunque cercato in queste sedi di organizzare il nuovo anno scolastico ma capite che a queste condizioni c'è poco da organizzare, anche se ufficialmente c’è l’autonomia delle scuole; ma qua bisogna fare solo come TI IMPONGONO!!!!!!!!!!!!!

Una bella immagine che è uscita dal consiglio d’interclasse è che abbiamo la fortuna di avere nella nostra scuola maestre molto responsabili che si prendono a cuore i nostri bimbi e queste a mio giudizio avrebbero bisogno di lavorare con le giuste risorse. Un problema ricorrente che è emerso nella carrellata che ogni maestra fa per spiegare l’andamento della propria classe è quello che i bimbi che per motivi futili o di svago rimangono a casa, anticipano o posticipano il rientro a scuola dopo un periodo di vacanza, creano uno squilibrio all’interno della classe perché, visto che sono scomparse le compresenze tra le insegnanti, non si riesce a farli recuperare.

Con la speranza che queste mia analisi faccia riflettere tutti i genitori, e non, su cosa sta succedendo alla nostra scuola e ci sproni a interagire di più con le maestre dei nostri figli e con chi vive la scuola, chiedo un maggior interessamento da parte di tutti. Non lasciamo che qualcuno solo per far quadrare dei conti distrugga l’istruzione e quindi il futuro delle nostre generazioni; sì, perché meno istruzione meno sapere e quindi meno futuro.

Grazie a tutti quelli che rifletteranno e che chiederanno alle proprie maestre o dirigente scolastico cosa possono fare...

(Moris Lusetti, genitore di un bimbo di 9 anni)

PS - Non so voi, ma io NON VOGLIO e non posso permettermela una scuola privata, anche perché penso di avere il diritto di una equivalente e valida pubblica.

3 COMMENTS

  1. Luca Malvolti
    Gran bella lettera che mette in luce lo stato della nostra scuola… allo sfascio. Si pensa solo a tagliare a priori, indistintamente, senza guardare in faccia a nessuno. Si taglia da Trento a Palermo senza seguire una reale ottica di costi (perché in Sicilia un bimbo costa il doppio della Lombardia?). Cosa possiamo dire? Niente, non ci sono commenti da fare, purtroppo. La situazione è davvero drammatica.

    (Luca Malvolti)


  2. Non può certo definirsi scuola pubblica, quando i genitori versano per il funzionamento più di quello che dà lo Stato e le attività si basano sul volontariato delle insegnanti! Per la Gelmini l’istruzione non è un diritto per tutti i bambini, sancito dalla Costituzione, ma una spesa da tagliare il più possibile, sulle spalle dei più svantaggiati, andando contro la legge.
    Un esempio: la finanziaria 2008 fissava un tetto al numero di insegnanti di sostegno. Non è possibile farlo. Lo dice oggi la Corte costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità di due norme contenute nella legge finanziaria del 2008, con cui si fissava un tetto al numero di questa categoria di docenti e si escludeva la possibilità di assumere insegnanti di sostegno, in presenza, nelle classi, di studenti con disabilità gravi, di fatto ripristinando le classi differenziali.

    (Cleonice Pignedoli)

  3. Nella gabbia dei leoni!
    Quando si parla dello sfascio della scuola italiana, si ricorre ad un eufemismo!
    Se la situazione è tragica per gli studenti, non è certo più allegra per gli insegnanti.Ormai sono divenuti il bersaglio delle angherie e dei giudizi caustici dei genitori, degli studenti e, non da ultimo, dei dirigenti scolastici sempre più interessati ad assicurarsi i clienti-studenti piuttosto che a curare una scuola di qualità puntando sull’entusiasmo dei docenti nell’esercitare la propria professione. Tutto questo sistema è riuscito a far scemare la voglia di trasmettere i saperi ( del resto, al sistema fa più comodo una duttile ignoranza), gli insegnanti entrano in ruolo ad un’età che un tempo rappresentava una sorta di preludio al pensionamento, dopo anni ed anni di un precariato che è servito solo a stancarli del loro lavoro e a far loro sospirare l’agognato arrivo dell’età pensionabile.
    Quanto alla scuola attuale…come definirla? Pensate che essa offra davvero saperi spendibili nel mondo del lavoro? E allora perchè aumenta a dismisura la giungla dei precari? Ha un bel da dire Brunetta a proposito dei bamboccioni…come può essere autonomo chi non possiede un lavoro a tempo indeterminato? Povera, povera scuola italiana!!!
    (Una gladiatrice esausta)