Il divario economico nord-sud. “Dati Istat alla mano, la vostra regione esporta in valore più di tutto il sud insieme”. “La mafia è la più grossa ‘azienda’ del Paese: si calcola che ‘fatturi’ una cifra attorno ai 135 miliardi di euro l’anno”. I suoi introiti, sostiene Antonio Roccuzzo, fanno anche leva sulle debolezze medie del cittadino: la droga, il gioco… Benedetta, della redazione del giornale del “Cattaneo-Dall’Aglio” Howl, si sofferma, con tono piuttosto grave, sul titolo del libro di Roccucco: “Il filo che unisce Catania e Reggio Emilia è la mafia!” (approfitta per ringraziare chi ha organizzato questa due giorni castelnovese per riflettere su questi problemi – il giorno precedente erano stati nel capoluogo montano Nicola Gratteri e Antonio Nicaso). Roccuzzo: “Non sarà il problema principale, ma la mafia a Reggio Emilia c’è, e quindi non è da sottovalutare. La possibilità che l’economia mafiosa venga ad inquinare anche queste zone è reale”. Ma registra senso di impotenza o arrendevolezza (cita frasi pronunciate dal procuratore di Modena; poi ricorda il caso della Procura reggiana ancora senza responsabile dopo le dimissioni di Materia…). Non c’è assolutamente bisogno di costruire – afferma – ma gruppi di costruttori reclamano il via libera per intere zone già acquisite. Roccuzzo dà atto a Enrico Bini, attuale presidente della Camera di commercio reggiana, di aver visto le cose prima di altri. E Bini, sollecitato, poco dopo prende la parola per dire che contro la mafia occorre praticamente una seconda guerra di liberazione. L’accenno forse non è casuale, dato che tra il pubblico sono presenti diversi esponenti dell’Anpi.
Anche il tema della memoria viene toccato. Proprio sull’Anpi: “Fa una benemerita attività, hanno mantenuto un rapporto forte con la propria storia; e un paese che non ha memoria è morto”, commenta Roccuzzo.
Il giornalismo, l’informazione, tasto dolentissimo. “Tanti sono i bravi professionisti, ma molti non hanno voglia di fare gli eroi e devono mangiare”, è un po’ il refrain. Pochi sono quelli coraggiosi. E alcuni di questi ci hanno lasciato la pelle (viene ricordato il caso di Pippo Fava, ucciso nel 1984 da clan mafiosi). “Il giornalismo passa attraverso i palazzi della politica”. E accenna a pressioni di chi già domina questo e altri settori della vita civile (inutile dire chi) anche sulla tv per cui lavora attualmente. Non ce n’è mai abbastanza; si sa, l’informazione è uno snodo cruciale per tenere sotto controllo le persone, cui così si può instillare con tutto comodo le versioni che più aggradano. “Come si fa distinguere quali cose sono vere e quali no?”, gli chiede Sara, sempre della redazione di Howl. “Bisogna coltivare il senso critico, perché purtroppo nelle redazioni la famosa ‘schiena dritta’ ce l’hanno in pochi: ogni giorno, è vero, vengono dette molte bugie”.
Un’Italia mai diventata nazione: “Qualcuno ha voluto così, evidentemente”, ha detto Roccuzzo.
Si parla tanto di federalismo, oggigiorno. “La Sicilia, la mia regione d’origine, ne ha fin troppo, producendo i risultati che si vedono. Piuttosto, ha bisogno di Stato, di tanto Stato, che invece manca”.
Tra il pubblico, infine, si alza qualche domanda e qualche riflessione.
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Anche in mattinata c'era stato un incontro del giornalista, con le scuole
Ancora una volta ha registrato il pieno di giovani ieri mattina la seconda iniziativa proposta nell’ambito degli eventi su legalità e cittadinanza attiva, che dopo la presenza di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, ha portato a Castelnovo il giornalista e scrittore Antonio Roccuzzo, che ha dialogato con i ragazzi della redazione di Howl, del suo libro “L’Italia a pezzi: cosa unisce Catania e Reggio Emilia?”, uscito pochi mesi fa per Laterza. Alla mattina erano presenti più di 250 ragazzi che hanno intessuto con il giornalista un dialogo intenso. Dopo i saluti dell’assessore alla cultura Francesca Correggi, Roccuzzo ha parlato con gli studenti della “fotografia” all’Italia che ha cercato di scattare con il suo libro, attraverso la propria esperienza professionale: dagli inizi giornalistici con il mensile “I Siciliani” di Pippo Fava, assassinato nel 1984 da alcuni membri del clan Santapaola, fino ai quattro anni come capocronista della “Gazzetta di Reggio”, ed all’attuale impegno come capo redattore per il tg de La7. Roccuzzo ha parlato molto direttamente ai ragazzi, che gli chiedevano come orientarsi nella informazione attuale: “Imparate ad attuare il dubbio metodico, non prendete ciò che passa attraverso i media come verità assoluta. L’informazione va criticata e rielaborata, non subita. Noi, come giornalisti, abbiamo il potere di influire sui meccanismi di formazione delle idee come elefanti in cristalleria, e c’è chi lo sa e usa questo potere a fini utilitaristici. L’elemento critico è uno degli aspetti più importanti di una cittadinanza attiva”. Ma non sono mancati passaggi sulle differenze tra le diverse “Italie”, a cui Roccuzzo nel suo libro fa riferimento fin dal titolo: “Statisticamente non c’è nel mondo una nazione in cui le differenze tra una propria parte ed un’altra siano così profonde come tra nord e sud dell’Italia. E’ il problema politico principale da 150 anni rendere “una” questa nazione. E’ il problema di cui ho cercato di parlare, non attraverso racconti sui palazzi del potere o dell’economia, ma attraverso la mia esperienza personale, l’incontro con vicende di tutti i giorni che alla fine sono le più significative anche se vengono raccontate raramente dai media”. Una serie di incontri, quella iniziata in questo fine settimana, che sta dando grandi risultati di coinvolgimento soprattutto tra i giovani, segnale importante e positivo.
Il ciclo è allestito dai Comuni di Castelnovo ne' Monti, Casina e Carpineti, il Teatro Bismantova di Castelnovo, il Centro di Coordinamento per la Qualificazione Scolastica (Ccqs), l’Istituto Cattaneo – Dall’Aglio, in collaborazione con Leva Giovani Reggio Emilia e la Camera di Commercio. L’iniziativa inoltre ha avuto l’importante sostegno, attraverso i progetti per la comunità che vengono finanziati ogni anno, di Coop Consumatori ed in particolare del distretto di Castelnovo.
Ora si proseguirà con nuove iniziative che si dipaneranno nei prossimi mesi.