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Italia: una democrazia che va impallidendo?

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Spesso i fenomeni accadono sotto il naso e solo a posteriori gli storici o chi per loro si chiedono: “Ma cosa pensavamo, in quel tempo, quando avvenivano quelle cose? Non ci rendevamo conto di nulla?”. A me, se torno ai primi anni venti del secolo scorso in cui il regime liberale permise, con l’avallo del re, le violenze squadriste e poi la dittatura, questi pensieri sono sempre venuti. Lasciamo stare un momento il senno del poi e astraiamo per ora dall’equazione “autoritarismo in germoglio = ‘fascismo’” – come da più parti si rileva ormai essere il caso attuale del nostro Paese. La storia non si ripete mai uguale a se stessa, certo, ma questo in verità significa poco, dacchè si può sempre cambiare... in peggio.

Non si possono ignorare, oggi, i segni evidenti che qualcosa non sta girando per il verso giusto. Ad esempio la legge ora in itinere in Parlamento nota come “legittimo impedimento”. Con essa si scardinerà l’art. 3 della Carta, laddove si asserisce essere, tutti i cittadini, uguali di fronte alla legge (almeno in via teorica). Altro segno poco incoraggiante – che vi è cioè chi sta alzando le mani di fronte alla situazione – è la definizione data a questo provvedimento “pro-impediti”: un “male minore”. S’intende: male minore di fronte alla clava agitata dalla maggioranza di introdurre il cosiddetto “processo breve”, che sarebbe anche peggio; ragion per cui, appunto, le opposizioni accetterebbero uno strappo alle regole di (ritenuta) minore entità.

A parte che nulla garantisce che una volta in vigore l’”impedimento” non si aggiungerà poi anche la “brevità processuale” (cioè l’estinzione di quei procedimenti che interessa estinguere – e pazienza se altri cittadini ci andranno di mezzo vedendosi negare giustizia) e magari tanto altro della serie, vorrei dire che la Costituzione non mi pare affermi tanto dei principi quantitativi, bensì qualitativi. Cioè: non è che fare uno “strappetto” sia roba innocente e non meritevole di tanta attenzione perché si potrebbe fare di peggio. Il problema è che se si accetta, non solo per una questione di numeri in Parlamento ma anche “culturalmente”, l’andazzo per cui possono essere tranquillamente varate, sull’onda del “il popolo mi ha votato”, norme che sfregiano, sia pure con “basso dosaggio”, quella che è (ancora) la nostra legge fondamentale, allora si può temere che la porta possa aprirsi ad ulteriori e più consistenti “riforme”.

Altro segno evidente che il governo attuale sta “sbracando” è il ridimensionamento di fatto del ruolo del Parlamento, che è (ancora) l’organo sovrano del nostro ordinamento istituzionale ma che è ormai però ridotto a “votificio” dei provvedimenti che arrivano dal governo, spessissimo accompagnati dalla “fiducia”, ciò che impedisce la discussione. Vale a dire che non dà modo di esplicare quello che è il compito precipuo dell’assemblea. E vale a dire, anche e soprattutto, che zittisce le voci discordanti ("che fanno solo perdere tempo"). Si ricorderà il caso eclatante (unico) della chiusura per un settimana della Camera, qualche tempo fa, perché non aveva da lavorare…

E poi ancora - inutile quasi da sottolineare - l’attacco costante alla magistratura, altro pilastro su cui si regge la nostra Repubblica. Dà fastidio che non sia (ancora) sotto il controllo dell’esecutivo e perciò la si martella sempre. Anche ieri: basta prendere un giorno a caso.

Tutto questo con l’aiuto di un sistema informativo per la stragrande parte opportunamente orientato. E’ noto del resto che governare masse di ignoranti (nel senso proprio di “non conoscenti”), di distratti, di fanatici rende il compito più semplice. Poi un Quirinale che pare talvolta eccessivamente silente. La Corte costituzionale: ha tempi troppo lunghi per porre rimedio ai danni compiuti. Infine un’opposizione che purtroppo non sembra all’altezza del momento: non bastano le camomille, il momento reclama maggiore decisione da parte della sua classe dirigente. Vi sono oramai oggettivi motivi per temere per la tenuta dello stato di diritto e si affaccia di conseguenza concretamente la possibilità di passare, senza neppure accorgercene (non vedremo probabilmente i carri armati per le strade, oggigiorno se ne può fare a meno), ad una versione pallida, esangue di quella che fu la Repubblica italiana come modellata dai padri costituenti.

La crisi economica del resto, in questo senso, “aiuta”. Quando c’è da portare a casa da mangiare ai figli può succedere di essere meno attenti e reattivi alla qualità del vivere insieme, della comunità, dal livello locale a quello nazionale.

Ora come ora il pensiero che, dopo le prossime elezioni regionali di fine marzo, non vi sia in previsione più alcuna consultazione fino al 2013, cioè per i tre anni rimanenti di questo governo… mi lascia tutt’altro che tranquillo.

(cf)

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  1. Quant’è buona la cioccolata
    Alt. Non confondiamo altre cose “marroni” con la cioccolata. Le violenze squadriste non furono invenzioni dei fascisti, ma risposte con gli stessi metodi al famigerato “biennio rosso”, che delle pratiche cruente aveva già fatto ampio uso soprattutto nella pianura padana. Ciò detto posso essere d’accordo con la teoria che sottolinea alcune affinità tra il nostro tempo e il famoso ventennio, come per esempio la presa totale di potere all’interno di un partito forte di un’unica persona, cui tutti fanno unico riferimento per la propria attività politica. Oppure la presenza all’interno del movimento di “dissidenti” importanti come oggi Fini e allora Balbo. Affinità minori, comunque; le cose stanno, credo, in maniera molto diversa. Allora la presa di potere fu violenta e diretta, senza il preciso esito delle urne. Oggi invece bene o male la coalizione al governo ha la larga maggioranza dei consensi della popolazione, che probabilmente vede nelle leggi ad personam, negli attacchi alla magistratura e alla libera informazione, nei conflitti di interesse e nelle infelici uscite internazionali il male minore rispetto ad un’opposizione inconsistente, incompetente e disunita. Oggi ci troviamo in un paese civilizzato, abbastanza istruito e altamente industrializzato. Negli ultimi anni abbiamo registrato una buona alternanza di governo che è segnale un buon andamento della democrazia. Un regime autoritario non credo sia più possibile, oggi, ma sono d’accordo che si debba comunque vigilare sulle prevaricazioni sulla Costituzione, stella polare della nostra Repubblica. C’è una bella differenza, però, tra tutto questo e la nascita del ventennio.

    (Alessio Zanni)

  2. Tutto è opinabile
    Sicuramente sono una voce “fuori dal coro” o forse sono una delle tante voci che non sbraitano “al lupo, al lupo” semplicemente perchè il lupo non c’è. Se fossi un extraterrestre e leggessi questo articolo forse anch’io tirerei le stesse conclusioni dell’opinionista (cf!!!). Ma visto che vivo nel mio paese, allora provo a dare una piccolissima risposta che non deve sembrare una giustificazione per il governo attuale, ma solo una sbirciatina alla faccia opposta della medaglia.
    Una volta quando esisteva la “prima Repubblica” vi era l’abitudine di spartirsi le varie poltrone tra i vari partiti dell’arco costituzionale, opposizione compresa, e quindi, dietro un paravento di finta democrazia, in Parlamento decidevano le cose i capigruppo per tutti e tutti erano contenti perchè per tutti c’era da “mangiare”; ripeto, SINISTRA COMPRESA. A tutti andava bene perchè il sistema partitocratico metteva d’accordo tutti, sindacati compresi. Ora invece c’è chi pensa che visto che c’è una coalizione che sembra che governi per il FARE e non solo per l’ESSERE (una volta bastava ESSERE iscritti ad un partito o simpatizzare pubblicamente per esso ed eri a posto, specialmente nel pubblico impiego), allora, dicevo, l’azione viene interpretata come totalitarismo. In Italia non eravamo abituati al decisionismo, all’assunzione di responsabilità data dalla decisione personale. Una volta si delegava e si spostavano le decisioni per non scontentare nessuno. Posso essere d’accordo che il populismo è un’arma forte nei confronti dell’opinione pubblica, ma non è detto che debba sempre sfociare in totalitarismo.
    Il ruolo del Parlamento. Ha perso il suo vero valore dal momento in cui si è deciso che fosse la linea del partito a prevalere sulla logica del singolo deputato, e questo non è nato con BERLUSCONI ma con l’invenzione dei CAPIGRUPPO che dicono ai loro deputati cosa votare in base a ciò che ha deciso l’organo direttivo del partito. Se accettiamo questo modo di fare come DEMOCRATICO perchè allora definire TOTALITARISMO la stessa cosa fatta ora in Parlamento, solo perchè ora vi è un capo di governo che decide al posto del capo di partito? Io sono uno dei tanti italiani che preferisce questo tipo di politica DEL FARE a quella SPARTITORIA del NON FARE che avevamo prima. E’ evidente che ad alcuni può sembrare MANIFESTAZIONE DI POTERE da parte di chi ci governa, ma ricordo sempre che fino a quando il POPOLO continua a votare in un certo modo BISOGNA RISPETTARE LE SUE SCELTE ELETTORALI.
    Quando il sig. (cf) in ultima analisi dice che si potrà votare “solo” tra tre anni, voglio ricordargli che in Italia, visto proprio i tipi di politici che avevamo e il tipo di politica che si faceva, fino a non molto tempo fa si andava a votare con la stessa frequenza con la quale si cambiano le scarpe; e quindi i vari governi non avevano il tempo di fare niente perchè non duravano abbastanza per decidere cosa dovevano fare.
    Signori, non fasciatevi la testa solo perchè avete l’emicrania: il mal di testa non vuole dire per forza che qualcuno vi ha dato una randellata, può darsi che sia solo un problema della vostra testa.

    (Fabio Mammi)


  3. Pur non essendo in accordo al 100%, la tesi di fondo della Sua presa di posizione è sicuramente condivisibile. La riflessione, peraltro, richiederebbe di andare un po’ in profondità. Occorre infatti rispondere al perchè di un consenso, democraticamente espresso, così chiaro ed ampio. Senza avere la pretesa di rispondere compiutamente a questo perchè, segnalo due dati di fondo che sono venuti modificado non poco la società italiana, che hanno, a mio avviso, un’implicazione sociale e politica notevole. Abbiamo avuto un lungo tempo di “seminagione” dei DIRITTI (sacrosanti), ma una sottovalutazione dei DOVERI, e ciò ha contribuito non poco ad esaltare un diffuso egoismo. I mass media che entrano in ogni casa e, come scriveva un paio di giorni fa Massimo Gramellini su @CLa Stampa#C, parlano della “Bambina rubata. La signora stuprata. Il virus assassino. Al Qaeda minaccia. La Borsa crolla. L’influenza dilaga. Il mostro colpisce ancora. Pericolo valanghe. Pericolo smog. Veleni nell’aria. Emergenza criminalità. Emergenza immigrati”. Mandano in onda continuamente dosi massicce di paura. Egoismo e paura mi sembrano “carburante” rilevante delle forze di governo. Mi pare quindi evidente che si tratta sì di opposizione, ma credo che occorra un lavoro anche culturale di lunga lena. Infine come non è stata esaltante l’opera dei governi liberali degli anni prima del fascismo, credo che anche i governi degli anni ’60, ’70, ’80 non siano stati esaltanti.

    (Claudio Bucci)

  4. Rispetto della Costituzione = rispetto della democrazia
    La Costituzione italiana è stata scritta, come tutte le costituzioni dei paesi non soggetti a regimi totalitari, con uno scopo principale: garantire la democrazia. La separazione dei poteri dello Stato, l’uguaglianza dei cittadini anche di fronte alla legge, il diritto ad esprimere le proprie opinioni politiche e religiose, il diritto al lavoro sono aspetti di fondamentale importanza che determinano il livello di democrazia di una nazione, che spesso servono per capire se un paese è governato in modo democratico o da un regime di altra natura. La Corte costituzionale ha il compito importantissimo di tutelare la Costituzione impedendo che il potere legislativo venga esercitato violando la Costituzione stessa ovvero in violazione dei principi democratici. Quando chi esercita il potere legislativo si scontra troppo frequentemente con i veti, non proprio tempestivi della Corte costituzionale, il sintomo è pessimo ma il segnale è chiaro: chi tenta di aggirare le norme costituzionali non ritiene prioritario garantire la democrazia ma è disposto a sacrificarla in cambio di altri non troppo chiari “valori”. A volte capita di apprezzare il valore delle cose solo dopo averle stupidamente perse, non dimentichiamolo.

    (L.F.)

  5. Risposta a Fabio Mammi
    Devo dire che mi sono posto diverse volte l’interrogativo “ma il lupo c’è o sono io che mi sono convinto che ci sia?”. Questo governo è, in effetti, legittimamente giustificato dalla scelta popolare. Ma andiamo con ordine: Silvio Berlusconi è proprietario di gran parte dell’editoria italiana, di gran parte dei media, di un impero economico e finanziario che ha ramificazioni praticamente in ogni attività della vita sociale, industriale ed economica del nostro paese e non solo. Mi chiedo: una persona così è eleggibile a presidente del consiglio dei ministri? Mi dia lei la risposta, Mammi. Silvio Berlusconi è indagato (che piaccia o no, legittimamente o no), per reati di diverso tipo e di diversa gravità. Ad oggi sappiamo che in alcuni casi è stato coperto da indulti ed amnistie, in altri è stato assolto, in altri prescritto, in altri ancora non si è potuto proseguire le indagini a causa dei provvedimenti adottati “ad personam”. Sappiamo che molti suoi più stretti collaboratori (dal fratello Paolo a Dell’Utri, a Previti, ecc.) sono stati condannati per reati talvolta gravissimi. Sappiamo poi con assoluta certezza che Silvio Berlusconi era affiliato con tessera n. 1816 alla loggia P2, associazione segreta che Wikipedia definisce “coperta, cioè segreta, con evidenti fini eversivi dell’assetto socio-politico-istituzionale italiano”.
    Ecco, io quando penso a queste premesse non mi pongo più la domanda sulla presenza o meno del lupo, direi che quantomeno l’allerta è doverosa. Aggiungo che se una puntata di @CPorta a Porta#C raccontasse dell’eroe Mangano e della P2 forse gli italiani risponderebbero ai sondaggi ed alle votazioni con esiti diversi dagli attuali. Pensandoci bene, non esiste motivo al mondo per non ricordare a tutti ogniqualvolta il presidente Berlusconi apre bocca chi era in passato, esattamente come lui fa con Napolitano e la sua militanza comunista.
    Lei dice che prima di oggi le decisioni erano prese dai capigruppo e il resto del partito avallava. Non ne discuto, potrebbe benissimo essere stato questo il modus operandi. Ma facciamo una considerazione di carattere più ampio: se un partito mi permette, attraverso le primarie, di scegliere un segretario-potenziale premier, ed una legge elettorale mi consente di esprimere una preferenza su un deputato, lo ritengo sicuramente più democratico di un sistema partitico che è fondato interamente su di una figura politica intoccabile e di una legge elettorale che mi chiede solo di preferire un simbolo ad un altro. Fin qui siamo d’accordo? Allora esagero: si è accorto che il personaggio in questione ama circondarsi di persone che gli devono tutto? Da Bondi a Ghedini, dalla Carfagna a Luca Barbareschi (!), dalla Gelmini a Capezzone: chi sarebbero questi personaggi senza il buon Silvio? Io concordo con lei sulla necessità di prendere decisioni, un governo forte è sicuramente indispensabile per quest’Italia, ma le decisioni non possono essere “sparate” mediatiche tipo fannulloni fuori di casa a 18 anni, processo entro due anni o niente perché gli italiani hanno diritto ad una giustizia rapida, reato di immigrazione clandestina con tanto di carcere, impronte digitali per i bimbi rom, taglio su scuole, fannulloni in galera, stop alle intercettazioni e galera per chi le pubblica…
    A mio parere se la scuola costa troppo si dovranno ridurre le dispersioni del denaro cercando di non intaccare la qualità dell’istruzione; stesso concetto per il processo breve: bisognerà chiedersi dove si perde tempo prima di imporre una scadenza. Altro esempio banale ed attualissimo: le sembra un metro sufficientemente attendibile l’altitudine media di un territorio comunale per consentirne lo status di comune montano? Lei la chiama “politica del fare”, a me sembra l’approccio al problema che avrebbe un bambino di 10 anni, ed è incredibile quanto si assomiglino, nel tratto grossolano, tutti i provvedimenti di questo governo.
    Il mio enorme limite è che non ho una valida alternativa. Perchè, sia chiaro, non sono a difendere il centro-sinistra, tutt’altro. Paradossalmente ritengo più lecito il comportamento di un nemico che quello di un falso amico; se siamo in questa situazione socio-politica è colpa principalmente delle scelte scellerate di quell’area politica in cui mi riconosco e che ha disatteso le promesse e la fiducia di tanta gente.
    Ho un emicrania enorme, Mammi. E davvero non mi convinco di essermela creata da solo.

    (Davide Marazzi)

  6. Un leader
    Io condivido il parere di Mammi e Zanni, ma voglio precisare alcune altre cose che non sono state dette.
    Berlusconi è visto come un leader caldo, un leader che adora stare in mezzo alla gente così come lo era Mussolini. Chi ha studiato psicologia potrà dire senz’ombra di dubbio che i leader hanno un controllo autoritario sulle masse e chi vota quella persona accetta senza particolari problemi la decisione del singolo.
    Io trovo un’unica analogia quando parliamo dei mezzi d’informazione: Berlusconi così come Mussolini vuole un totale controllo dei canali informativi (GIORNALI, TV e INTERNET) e non vuole essere criticato. Mah!
    Riprendendo le parole di Alessio non possiamo dire stiamo vivendo un nuovo fascismo poiché possiamo tranquillamente contestare, esprimere e il governo non ha vinto con la violenza.
    Mi piace il discorso di Mammi sul fatto che il governo Berlusconi faccia e duri per l’intero mandato elettorale. Ma cosa mi dice della frequente fiducia che il governo mette per ogni minima votazione? Io la definirei una dittatura democratica…!
    Berlusconi è stato eletto e ha il diritto di governare, lasciamolo fare, poi nel 2013 saremo richiamati alle urne e faremo un bilancio decidendo così se mandarlo a casa o tenerlo a Palazzo Chigi. Io spero nella prima ipotesi con un netto cambio verso l’attuale presidente della Camera!

    (Luca Malvolti)

  7. Un cittadino disorientato
    Più semplicemente, ecco come la penso io: a partire dall’immediato dopoguerra quasi tutti i politici erano convinti, motivati e disciplinati da una stretta ideologia partitica, una ideologia molto salda; giusta o non giusta che fosse. Ognuna con molti elementi di similitudine, come la libertà, l’uguaglianza (es: tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva…!), il rispetto delle persone e delle regole, l’onestà, con diritto al lavoro e doveri, ecc., ecc. Certamente visti da diversi punti di vista e con alcune differenze, ma tutti si sforzavano di essere sempre in linea con la nostra bellissima Costituzione.
    Ogni parlamentare portava in Parlamento un “pezzo” del suo territorio e spesso era attento e si faceva carico con serietà, dei problemi di vario genere degli elettori comuni. Onestamente i governi succedutisi con queste ideologie non erano un granchè e i parlamentari non erano tutti santini, ma c’era molto, ma molto rispetto delle opinioni.
    Nel bene o nel male, da un po’ di tempo però, non esistono più gli ideali. Sono scomparsi del tutto. Come cittadini non possiamo nemmeno scegliere e votare i politici che ci sembrano più realisti o vicino alle nostre aspettative ed è veramente difficile mandare in Parlamento una persona stimata che veramente ci rappresenti. Sono “nominati” dall’alto.
    Ci accorgiamo sempre di più che i molti nostri politici e amministratori (di tutti i partiti) sono più interessati a risolvere i loro problemi e quelli degli amici degli amici e parenti piuttosto che quelli dei comuni cittadini. Ci troviamo con molti enti creati soltanto per creare posti di lavoro, oppure grandi opere dalla dubbia utilità per il cittadino (ponti di Calatrava o di Messina, nucleare, tav, globalizzazione, ecc.), quasi inutili e con spese folli per lo Stato (sempre nostre). Molti di quelli che dovrebbero dare l’esempio di onestà sono diventati degli affaristi, con spartizioni di torte e scambi di favori, fatti alle nostre spalle, spesso usando una moneta anche al femminile o addirittura trans… senza nessun rispetto!
    Oggi tocca alla Protezione civile. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano gli innumerevoli volontari che prestano la loro opera gratuitamente, mentre altri gioiscono per gli affari d’oro sulle disgrazie altrui. Ieri erano altre cose, domani saranno altre ancora, non passa giorno che la moralità e la trasparenza non prenda un brutto colpo. Ma veleggia il sospetto che ciò che viene alla luce sia soltanto la punta che emerge molto faticosamente per qualche merito delle nostre forze dell’ordine e della nostra magistratura. Per non parlare dei presunti doveri di legalità e rispetto delle leggi dei più altolocati che dovrebbero essere uguali per tutti; purtroppo i più autorevoli sono messi su un piano sopra tutti gli altri cittadini comuni. Basta dire che una comunissima multa per sosta oraria noi siamo obbligati a pagarla, mentre un reato più grave come il falso in bilancio……….!?
    Fa da contorno la nostra informazione sempre intenta a creare scompiglio con il solo scopo di vendere anche il fumo. Siamo invasi sempre più da notizie sensazionaliste (vere o presunte) piuttosto che informare correttamente.
    Spesso, ascoltando qualche dichiarazione di qualche politico, viene il sospetto che non pensi quello che dice ma che parli solo per la sua convenienza personale o di qualche altro sopra di lui. E’ tale la confusione che non si capisce più se la notizia è artefatta per attirare l’attenzione o la verità.

    (Un cittadino disorientato)

    (Elio Bellocchi)

  8. Risposta a Marazzi
    Quanto da Lei scritto mi conferma che è vittima di una FORTISSIMA EMICRANIA, che però non le è venuta per le varie colpe di Berlusconi ma per l’inconsistente presenza della parte che esprime la sua ideologia politica. Le dà fastidio la presenza di Berlusconi solo perchè non siete stati in grado sino ad ora di sconfiggerlo DEMOCRATICAMENTE nelle urne.
    Potrei risponderle punto per punto che: gli iscritti alla P2 tra gli anni ’60 e gli anni ’90 erano di tutti gli schieramenti politici e quelli che non erano iscritti alla P2 erano iscritti in altre liste che poco avevano a che fare con la democrazia del nostro paese (MITROKHIN le dice niente?). Avevamo, fino a pochi anni fa, un Parlamento composto sì di persone che avallavano l’esistenza di GLADIO ed erano massoni P2, ma avevamo soprattutto onorevoli AL SOLDO di uno dei paesi più totalitari e sanguinari sulla faccia della terra (COSSUTTA le dice niente?). Da quando esiste la politica, quindi direi dalla antica Grecia, tutti i politicani, i senatori greci e romani, fino ai politici di oggi, hanno usato l’opinione pubblica a proprio favore; allora elargendo favori a destra e a manca visto che non esisteva la carta stampata e la televisione, oggi usando con tv e internet. Cosa crede che facessero i vari politici della prima repubblica nei confronti dei potentati economici di allora? Chi crede che abbia spinto per favorire i finanziamenti pubblici alla FIAT (Agnelli), alla OLIVETTI (De Benedetti), ecc… Le faccio un ultimo esempio. Questa sera, in un circolo ARCI della bassa reggiana, una “signora” che in altri tempi veniva definita in modo diverso del nome di una nota marca di auto statunitense, si intratterrà a cena e spiegherà ai vari soci ARCI come è stato cattivo il sig. BERLUSCONI perchè l’ha portata a letto senza fagli l’omaggio che “forse” gli aveva promesso e che lei si aspettava le facesse. Ecco la sinistra che oggi pretenderebbe di andare a governare. Si affida ai GOSSIP perchè non ha altro. Peccato che a quel circolo ARCI non abbiano pensato di invitare il “famoso/a” BRENDA di MARRAZZO! Ah, sì, dimenticavo: l’hanno ammazzata prima.
    Sig. MARAZZI,io la ritengo troppo intelligente per scadere in argomentazioni che possono essere applicate ora come 50 anni fa o come 2000 anni fa. La politica non è una “vergine dal candido manto”, non lo è mai stata e mai lo sarà. Ora come allora la politica è MERCIMONIO. L’importante è cercare di vendere ciò che la gente vuole e che si aspetta che tu gli proponga. In fin dei conti è ciò che noi vogliamo da chi ci governa; che faccia ciò che gli si chiede di FARE. Io ritengo questo il governo del FARE. Le assicuro che purtroppo per Lei fino al 2013 non potrà farci nulla per la sua emicrania. Chieda a BERSANI e soci se possono fare qualcosa per quella data. Vedremo allora, democraticamente, se gli italiani le vorranno dare la “pastiglia” giusta per Lei.

    (Fabio Mammi)

  9. Risposta a Mammi
    No, Mammi, non se la cava così agevolmente! Ferma restando l’indesiderabile inattività della sinistra, con tutte le conseguenze che porta, non mi ha risposto: è candidabile un personaggio che POSSIEDE (leggi CONTROLLA) la maggior parte dell’editoria italiana e non so quanta parte dell’economia? Se non fosse “Silvione nostro” lo accetterebbe? Poi l’archivio Mitrokhin; non voglio nemmeno citare tutti i dubbi circa l’attendibilità dello stesso, ma di certo i membri presumibilmente coinvolti non stanno governando l’Italia a suon di ricorsi alla fiducia! E lungi da me il voler difendere Cossutta e soci, per l’amor di Dio! Ma la difesa dello Stato dal socialismo reale, ciò che faceva Gladio con l’appoggio dei servizi segreti di mezzo mondo, non può e non deve essere messo sullo stesso piano della P2, che invece lavorava per minare la democrazia alla base, renderla “controllabile”, di facciata.
    Non scherziamo, la P2 fu una fase incredibilmente grave della deriva italiana e alcuni suoi iscritti sono capigruppo alla Camera, presidenti del Consiglio, direttori artistici di rete e sono tuttora in grande attività, e, che le piaccia o no, oggi sono da un lato solo della politica italiana.
    E la prego, la scongiuro: io non l’avevo nemmeno tirata fuori, la D’Addario, almeno non cerchi di “vendermela” lei! Che almeno non ve ne venga a voi!! E non dico altro.
    In definitiva, non credo ci metteremo mai d’accordo su cosa sia la “politica del fare” (che nella fattispecie definirei piuttosto del “farsi fare”..), ma sono sicuro che anche lei, esattamente come me, si aspetta molto di più dalla nostra democrazia, perlomeno in termini di trasparenza e di pluralità. E io sono CERTO che sia molto difficile anche per un eletore di centrodestra raccontare a sè stesso che Silvio Berlusconi abbia portato in questo senso cambiamenti virtuosi. Se lei a questo “mercimonio” è così acclimatato mi dispiace per lei e per i suoi figli. Io finchè posso mi faccio bastare la mia emicrania!

    (Davide Marazzi)

  10. Ultime notizie per Marazzi
    Chiedo venia, sarà l’ultimo mio commento sull’argomento. Sig. MARAZZI, forse Lei non ha ancora capito bene ciò che ho scritto nel mio precedente commento: SIAMO IN UNA DEMOCRAZIAAAAAAAAAAA! Spero di essere stato chiaro. A prescindere da quello che lei ed io pensiamo in maniera diametralmente opposta sul personaggio BERLUSCONI, gli ITALIANI l’hanno votato e fino a quando le cose nell’urna elettorale non cambiano si va avanti così. E con questo ho risposto alla sua prima domanda. SI’: è candidabile chiunque sia cittadino italiano a prescindere dai suoi conflitti di interesse, fintanto che la legge non glielo impedisce. Le dò una notizia: non viviamo nel mondo delle favole. La realtà è che il conflitto di interessi avrebbe potuto risolverlo la sua parte politica in almeno 4 occasioni, ma forse, proprio per la mia teoria del MERCIMONIO, tutti hanno avuto interesse a lasciare le cose come stavano. In un paese democratico come gli Stati Uniti tutti sanno (anche quelli che vivono nel mondo delle favole) che i candidati senatori al Senato americano, cioè coloro che decidono del bene e del male della vita in America, sono SPONSORIZZATI “quasi” pubblicamente da lobbies economiche composte da persone che per lo più sono iscritte a logge massoniche più o meno coperte.
    Sig. MARAZZI, come le ho precedentemente scritto, la ritengo (ritenevo?) troppo intelligente per credere alle favole. Forse solo in quel mondo la politica VERA è gratuitamente al servizio del cittadino e i suoi praticanti non chiedono niente in cambio se non dei grazie da noi cittadini. Purtroppo le cose non vanno così. La politica è fatta dai politici e quindi perde la sua stessa essenza dal momento stesso in cui viene messa in atto da essi. E più in alto queste persone stanno, più il prezzo della loro presenza su quegli scranni AUMENTA. E lo dico per tutti, qualsiasi parte politica rappresentino. Il mondo è diverso dalle favole ed è in esso che bisogna vivere. Con gli occhi bene aperti. Sono però d’accordo con Lei che si può e si deve sempre migliorare. Le assicuro che io e i miei figli viviamo nei nostri tempi ed in essi ci muoviamo; non so Lei.
    Comunque Lei la pensi, BUONA VITA.

    (Fabio Mammi)