Con la celebrazione in Duomo, a Reggio Emilia, presieduta ieri pomeriggio dal vescovo (reggiano) di Brescia, mons. Luciano Monari, si è aperto l’anno centenario della nascita di mons. Mario Prandi: “una vita spesa interamente a servizio dei sofferenti e dei poveri!”, affermava il vescovo Gilberto Baroni nell’omelia della Messa esequiale.
Lo spirito che ha uniformato la vita sacerdotale di don Mario – a quando l’apertura del processo di beatificazione! - ben emerge nel suo testamento spirituale, in cui scriveva: “Grazie per questa strana tua scelta nel rendermi strumento, non so quale, per avviare la famiglia delle Carmelitane minori e dei Fratelli della Carità, e di averli seguiti poveramente, ma con sincero affetto e dedizione fino ad oggi”.
Sarebbe veramente auspicabile che una lapide ricordasse il luogo natale di don Mario: la sua nascita avvenne il 6 febbraio 1910 in un’abitazione modesta, al n. 8 di via Casone, il tratto, oggi, di viale Monte Grappa compreso tra via Ariosto e via Guazzatoio.
