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Aiut-Appennin, riflessioni oltre le accuse / La lettera di Marina Cervi, una volontaria

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CASTELNOVO MONTI (4 febbraio 2010) - «Da volontaria di AiutAppennin mi sia consentito di chiarire quanto segue – è il testo di un a lettera di Marina Cervi, volontaria dell’Associazione regionale che si occupa di volontariato e protezione civile che ha per scopo sociale impiegare il cane in attività di utilità pubblica».
Nei giorni Scorsi, Giovanni Marmiroli, dell’associazione Lupi Travestiti, aveva chiamato in causa i volontari e gli enti pubblici sulla questione del canile per la montagna ponendo una serie di interrogativi.

Questione fondi per il precedente canile
«Per inciso - scrive Marina Cervi - preciso che dei controlli che pare voler fare il signor Giovanni Marmiroli sulla oculatezza dell’attività amministrativa e finanziaria della Comunità Montana (che la convenzione ha redatto, ne ha controllato passo passo l’applicazione e ha valutato l’evoluzione delle esigenze sociali sottese al servizio) non è questione che riguardi l’associazione né argomento cui la stessa possa dissertare. Spetta solo ed esclusivamente a chi è responsabile dell’ufficio pubblico laddove lo ritenga opportuno».

In merito a pratiche illecite cui si è fatto allusione
«La presente a seguire, preciso ancora, è offerta per puro spirito di diligenza e non certo per entrare in polemica con il signor Marmiroli e nemmeno per replicare ai suoi incisi, ai suoi commenti ed alle sue domande retoriche allusive a pratiche illecite estranee ai fondamenti del volontariato ed ai principi istituzionali dell’associazione. Quella è un’attività demandata alle opportune sedi ed alle autorità preposte».

Ecco i numeri del randagismo in montagna: un fenomeno reale
«Pare appropriato in questa sede solo precisare ciò che è di stretta pertinenza di AiutAppennin: i numeri della gestione del servizio controllo sul randagismo.
Al momento dell’accettazione dell’incarico da parte dell’associazione sino ad oggi sono stati prelevati dal territorio n.904 cani vaganti, segnalati dalle Polizie Municipali, e di questi sempre nel medesimo periodo ne sono stati dati in adozione 562 (anziché trasferiti e mantenuti nei canili in tutti questi anni) e restituiti al legittimo proprietario 165.
I conti in termini di risparmio per la collettività appartengono alle regole matematiche e alle valutazioni degli amministratori (che tali dati hanno ricevuto aggiornati, documentati e registrati in tempo reale)».

Forse non si incontrano molti cani vaganti perché qualcuno…
«Di certo è motivo di vanto per l’associazione e per tutti i privati che l’hanno sostenuta ed aiutata in questi anni apprendere che la percezione da parte della collettività (in riferimento ai post precedenti ed altri sull’argomento) è di ritenuta inesistenza di popolazione canina vagante; si conceda anche a me una domanda retorica: forse se in questi anni non fossero stati prelevati dal territorio gli oltre 900 cani vaganti (liberi di riprodursi) adesso non sarebbe così difficile incontrare cani randagi o addirittura branchi di cani randagi? A tal proposito ci si domanda: in che modo l’associazione avrebbe strumentalizzato con vittimismi ed allarmismi il problema del randagismo nella sua attività di promozione di adozioni di “cuccioli indifesi”? Non è forse vero che un cucciolo che cresce allo stato selvatico è destinato a diventare un adulto selvatico? Non è forse vero che il cane è un animale gregario che tende per natura a raggrupparsi in branco? Non è forse vero che un branco di cani selvatici è potenzialmente pericoloso per persone ed altri animali? Le esperienze italiane dell’ultimo periodo (Modica, Puglia, ecc) dovrebbero aver pure insegnato qualcosa!»

Un canile è legittimo: lo dimostra questa legge
«Volendo infine – conclude la volontaria di AiutAppennin - contribuire al forum aperto dal Marmiroli sulla legittimità o meno della realizzazione di un canile nel comprensorio montano fornisco l’articolo 2 n.1 lett.b) L.R. 24/2000 “Nuove norme per la tutela ed il controllo della popolazione canina e felina” che così recita: “Per il conseguimento degli obiettivi della presente legge, i Comuni gestiscono l'anagrafe canina e, singolarmente od in forma associata, provvedono a:
‘b) realizzare o risanare le strutture pubbliche di ricovero per cani ed eventualmente per gatti’...
Chiaramente la struttura auspicata è quella di un complesso di servizi che, usando le parole del dottor Marchesini, funga da centro di aggregazione per consentire al cane vagante a mezzo di un percorso riabilitativo e di socializzazione, dove necessario, di diventare compagno di vita e quindi una risorsa di affettività e non un peso per la collettività».

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1 COMMENT

  1. Mi congedo
    Gentili lettori e scrittori, considerati gli ultimi articoli apparsi sui quotidiani e l’essere chiamato in causa in questo ultimo articolo mi fa percepire che l’aver sollevato oggettive considerazioni ha provocato reazioni che spostano l’attenzione dal canile alle persone e questo un po’ mi fa ridere e ugualmente mi rattrista… Vi inviterei a ripercorrere la cronologia dei miei interventi e se vorrete potrete percepire quali siano stati i miei intenti.
    Esprimo gratitudine ai vostri associati che dedicano al servizio degli altri, bipedi e quadrupedi, tutto il tempo che riescono a liberare dagli impegni pressanti del quotidiano; credo anche di poter affermare, sempre che non sia frutto di mie illusioni, di aver fatto parte in passato per due anni sia della vostra associazione che del Soccorso Alpino e il mio cane Nikita permise il ritrovamento di un disperso in località Carù dopo due ore di ricerca.
    Quanto alle allusioni, volendo sono facilmente tacitabili, basterebbe rendere pubblici i bilanci di gestione e se i miei dubbi fossero smentiti ribadisco il piacere e l’onestà intellettuale per scusarmi pubblicamente. Quanto al canile, rimango della MIA opinione e ribadisco la mia considerazione sulla inutilità di un canile da 200 cani in territorio montano. Molto bello il commento riportato del dott. Marchesini… peccato che non ci fosse nessuno della vostra associazione alla conferenza organizzata dalla Provincia nel marzo 2009 a Reggio Emilia, nella quale il dott. Marchesini e la sig.ra Masini, presidente della Provincia, manifestarono il timore che in situazioni di depressione economica si potessero tagliare fondi proprio cominciando dai canili. Tagliare i fondi ad un canile non vuol dire abbattere un recinto… vuol dire sopprimere dei cani. E allora, visto il vostro grande amore per questi animali, vi chiedo: se adesso investite le vostre risorse in muri e recinti con cosa manterrete gli animali quando potrebbero sopraggiungere problemi di natura finanziaria? Inoltre vi pregherei di chiedermi ragione delle cose che ho scritto, traendo le mie affermazioni dai commenti da me scritti e non dalle sintesi fatte dai redattori della testata, i quali, facendo del loro meglio, hanno sì riportato frasi mie, ma estrapolate dal contesto hanno acquisito significati differenti. Poi ognuno è libero di vedere ciò che crede e vuole… Peccato che nessuno però abbia ancora confutato i numeri… i numeri non permettono interpretazioni, la matematica non è una opinione. Ancora un grazie a tutti coloro che hanno contribuito e contribuiranno al benessere animale, ai volontari e agli amministratori; il mio augurio perchè ci possa essere rispetto e riconoscenza nei confronti di tutti coloro che si impegnano per questo scopo, anche per quelli che, come me, pur non avendo nessun titolo, nessuna referenza, nessuna qualifica e nessuna competenza si permettono di pensare di poter venire in montagna a parlarvi di cani… che presunzione…

    (Giovanni Marmiroli)

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    NOTA DELLA REDAZIONE
    @CGentile Marmiroli, ospitiamo volentieri questo suo intervento, come altri. A leggere però le parole di Marina Cervi di Aiut-Appennin non ci pare di ravvisare l’intento di volere spostare la questione sulle persone. Al contrario è un documento – condivisibile o meno, ma del tutto legittimo – di replicare a quanto da lei esposto e da noi pubblicato. Non si congedi e continui a esprimere la sua opinione: laddove però si sia a conoscenza di fatti non chiari o illegali (dimostrabili) condividiamo l’invito a rivolgersi alle sedi opportune. Domande retoriche, dubbi su volontariato pagato o possibili investimenti avventanti sul canile, assieme a lettere “personali” giunte alla nostra redazione in questi giorni, non giovano certo alla causa dei cani#C.