CASTELNOVO MONTI (31 gennaio 2010) – Canile comprensoriale, scoppia la polemica.
Dapprima gli articoli pubblicati da Redacon sul ritrovamento e la richiesta di adozione di una serie di cuccioli, con conseguente rilancio sulla cronaca della tematica sulla costruzione del canile. Ora una serie di dubbi proposti da Giovanni Marmiroli che, assieme all’associazione sportiva e dilettantistica “Lupi travestiti”, ha tenuto di nelle ultime settimane alcune serate a Casina e a Castelnovo ne' Monti sul rapporto uomo-cane.
In un recente commento a Redacon, sui cani in adozione presso lo studio della dottoressa Boni, Marmiroli scrive: “Perdonatemi, ma dei 101 casi erano tutti cani dei quali nessuno ne sapeva niente?”; arrivando a denunciare quella che pare una omissione: “Mi spiace che nessuno si sia ancora espresso sull'obbligo per i veterinari di chippare tutti i cani che entrano nei loro ambulatori e ne sono sprovvisti... Peccato... forse sono andato vicino a soluzioni troppo facili da adottare ma di cui nessuno si vuole prendere la responsabilità...”.
Fronte canile, ecco il sasso: “Sicuramente è più facile spendere 150.000 euro della collettività...” - per i quali è già previsto un finanziamento regionale ndr e sul quale la Comunità Montana si sta attivando -. Anche perché il canile “costa in realtà 2 milioni di euro”, sostiene Marmiroli.
E mentre l’associazione AiutAppennin Emilia-Romagna, la dottoressa Boni, Legambiente, incontrando la condivisione di diversi lettori, amministratori e del presidente della Comunità Montana, richiedono a gran voce la realizzazione del canile comprensoriale ecco la domanda di Marmiroli (sempre in un commento a Redacon): “Credo sia opportuno riportare i termini del problema e del discorso in ambiti di legittima appartenenza... priorità il canile, ma per i cani o per chi sta facendo tanto baccano per averlo?”.
Quindi una ‘pesante’ “pulce nell'orecchio” a lettori e amministratori sul tema del canile: “Chi è che sta facendo tanta confusione? Provo a mettere tre risposte e voi scegliete quella che ritenete giusta. A) quelli che gestivano il canile in precedenza e sanno quanti soldi girano (da bilancio Comunità Montana, riconosciuti ai volontari che gestivano la struttura sono stati elargiti fra il 2004 e il 2008 ben 708.650 euro più, probabilmente, i costi sostenuti dai 13 comuni per le singole competenze) alla faccia del volontariato! B) Quelli che potrebbero fare la cresta qua e là in fase di costruzione e appalto nella gestione. C) Coloro che hanno solo a cuore la salute degli animali”. A scanso di equivoci, Marmiroli dice: “Accidenti, le risposte giuste potrebbero però essere 2”.
Il canile quindi non serve? Per il commentatore docente le priorità in montagna sono altre. “Rimettere a posto un po’ le strade, la promozione turistica del territorio, percorsi turistici per anziani e disabili e - pure - dotare la nostra montagna di un'altra caserma dei pompieri”.
Poi una polemica incrociata con l’ultimo ritrovamento di cui abbiamo dato notizia: “…dire che il problema dei randagi è PRIMARIO! Nei primi articoli comparsi si parlava di branchi di randagi famelici e aggressivi dai quali doversi difendere, gli ultimi ritrovati non superano i 7 mesi di età... alla faccia dell'aggressività... dei quali addirittura alcuni chippati e quindi smarriti e non abbandonati o randagi. Chi voleva visibilità, credo ne abbia avuta a sufficienza, per il resto spero che il buon senso e la capacità di discernimento degli amministratori possa fare il suo corso”.
Canile per la montagna
Ho seguito un po’ da lontano la polemica sull’insediamento del nuovo canile della montagna in località Croce (Quercia Grossa?) e devo dire che hanno ragione gli abitanti di quella frazione ad ostacolare con forza la costruzione di quella struttura, perchè, nonostante i tanto sbandierati 400 metri di distanza dal paese, l’abbaiare dei probabili ospiti del probabile canile sarebbe percepito giorno e notte in quella frazione ed in tutta la vallata. Soltanto chi a Croce è capitato per caso può affermare che “Quercia Grossa” è il luogo ideale per un canile e garantire che non disturberebbe gli abitanti del luogo. Sarebbe quindi utile fare un piccolo esperimento per accertare che ciò che sto affermando corrisponde al vero; andare in quel luogo di notte con un cane, non con cinquanta o cento, farlo abbaiare e dal paese di Croce e anche da Campolungo si sentirebbe benissimo il latrare di quell’animale. Chi abita alla Croce da sempre sa che di notte, in passato, quando usava andare a caccia di frodo, perchè quel luogo era al limite della riserva di caccia della famiglia Ferrari/Casoli di Berzana, questo avveniva principalmente quando si faceva buio, si sentiva benissimo il latrare dei cani che correvano dietro alla selvaggina. Questo, perchè tutta la conca che ha nel versante sud appunto anche la frazione di Campolungo, uno dei paesi più antichi della montagna, gli fa da eco e da cassa di risonanza e trasporto dei suoni.
E già che ci siamo, desidero esprimere anche la mia opinione circa lo sfruttamento e il conseguente degrado ambientale di quella frazione e della sua vallata fatto negli anni passati senza un progetto organico, ma badando soltanto allo sfruttamento selvaggio del territorio e costruendo a seconda delle convenienze e delle amicizie, capannoni, abitazioni civili, laboratori, magazzini commerciali e quant’altro senza tenere in alcun conto l’ambiente ed il paesaggio tra i più suggestivi della montagna che grazie ai nostri amministratori, maggioranze ed opposizioni dei vari periodi, non hanno mai salvaguardato. La frazione di Croce non è il ricettacolo del Comune e visto che c’è già l’isola ecologica e il depuratore direi che per la comunità il territorio ha già dato e non mi pare che questi due insediamenti siano stati contrastati dai ragionevoli ed anche troppo arrendevoli abitanti.
Per finire desidero precisare che le mie radici sono in quei luoghi ed avendovi vissuto fino a diciassette anni il mio affetto rimane grande ed immutato e per questo e soltanto per questo che invito gli abitanti di Croce a non mollare e all’Amministrazione comunale a trovare altre soluzioni. Grazie per l’accoglienza.
(Sergio Tagliati)
Demagogie e gratuite insinuazioni
Con riferimento ai 101 cani adottati se il signor Marmiroli, e come lui altri o altre, sono a conoscenza di fatti poco chiari o leciti, i casi sono due:
a) o li denuncia
b) o evita di insinuare voci sperando siano altri a rilanciare. E’ questione di responsabilità civile, oltre che di buon gusto. Analogamente per il gioco delle tre risposte. Oppure per la questione dei microchip.
Scrivere, poi, che le priorità siano altre è pure demagogia. Il vivere in Appennino ha sicuramente priorità, ma non dobbiamo rigettare l’idea che che metà provincia (guarda caso, la montagna) non debba avere un canile, quanto piuttosto una nuova stazione dei vigili del fuoco (magari basta chiedere agli attuali vigili quanto sono impegnati e se necessitano di rinforzi, prima, no?). Sterile demagogia, appunto.
Al di là della localizzazione, sul fatto che del canile ci sia necessità (come strumento per favorire le adozioni, appunto, ma non solo), credo che sia una cosa alquanto condivisa dalla maggioranza dei montanari stufi di non sapere che fare ogni qual volta si trova un povero cane vagante e, soprattutto, privi della possibilità di adottare agevolmente uno di questi quando si presenta l’occasione. Ma stufi – ce lo lasci dire – di dovere sempre più spesso scendere alla bassa per avere servi utili. Come il canile, appunto.
(Fulminant La Penna)
Aiut…
Croce sì, Croce no. Se quella zona fosse così palesamente inidonea come mai pare che già denari della collettività siano stati spesi in quell’area per quello scopo? Eppoi, mentre su un quotidiano la presidente Garofani ci dice di un comprensorio di 13 comuni montani, come mai la dott.ssa Boni, su altro quotidiano, fa riferimento a 11? Potrei capire lo smarrimaneto di due cani, ma quello di due comuni… Evidentemente c’è un qualcosa che mi sfugge; può aiutarmi lei, sig. Marmiroli, ad accalappiarlo? Grazie.
(Domenica Attolini)
Alla signora Attolini
Della Comunità montana fanno parte i comuni di Castelnovo ne’ Monti, Ligonchio, Collagna, Busana, Ramiseto, Vetto, Canossa, Casina, Viano, Baiso, Carpineti, Toano, Villa Minozzo. A lei fare la somma.
(Commento firmato)
Ognuno tira l’acqua al suo mulino
Che le strade e quanto citato dal Sig. Marmiroli siano indispensabili tutti sono d’accordo. Se non ci fossero stati i volontari la spesa di mantenimento dei cani sarebbe stata sicuramente del doppio e il Sig. Marmiroli lo sa bene! Anche ora la Comunità paga, non ai volontari, circa 2,5 euro al giorno, pro capite, per oltre 200 cani. Il canile, però, è obbligatorio per legge. La stessa Legambiente si è espressa in modo chiaro e inequivocabile. Noi vogliamo sapere da Comunità montana e sindaco Marconi come mai mesi fa il luogo della Croce andava bene e ora, dopo aver utilizzato il fondo messo a disposizione da Regione e comuni, non è adeguato! I tecnici preposti hanno forse qualche problema? Vogliamo sapere perchè dobbiamo buttare al vento quattrini per un nuovo depuratore, strada, allacciamenti luce e acqua, mentre alla Croce c’è già tutto gratis! Vogliamo sapere che cosa ne farebbero del terreno in precedenza individuato e pagato metà (altra metà a rogito – 25.000 €). Oltre gli interessi dei cittadini sotto il profilo amministrativo, contano di più le promesse del periodo ante elezioni per paura di perdere il Comune? Comunque assicuriamo che interesseremo gli organi superiori, preposti al controllo di bilancio, per verificare la correttezza di eventuale scelta alternativa alla Croce. Lo sappiano chiaro i nostri amministratori.
(Giorgio Caselli)
Piccola esperienza
Ho vissuto 21 anni alla Colombaia di Monteduro. In quella zona ricordo solo 2 casi di mero randagismo. Un cane, poi chiamato “Bobi”, verso la metà degli anni ’80 fu adottato per una dozzina d’anni dal paese intero e in particolare da noi bambini della generazione ’70; l’altro, nei primi anni ’90, molto schivo e impaurito, si aggirava nelle campagne limitrofe al paese. Lo avvicinai e poi lo tenne in custodia mio zio. Altri casi ben più frequenti erano quelli di cani da caccia dispersi che nell’arco di qualche giorno hanno sempre ritrovato il legittimo proprietario grazie alla forza che il passaparola riveste in quel contesto. Partendo dal mio borgo ho girato in lungo e in largo a piedi e in bicicletta per le campagne, strade e sentieri dell’Appennino, così come continuo a fare ogniqualvolta rientro alla base. Cinghiali, mufloni, caprioli, cervi, volpi, lepri e ultimamente anche lupi, ma mai incontrato un solo individuo di cane randagio o tracce del relativo passaggio tantomeno organizzati in branchi. Mi chiedo solo se la costruzione di un canile possa contribuire all’accresciuto benessere della collettività residente in un posto che per me rappresenta un vero paradiso con tutte le carenze che sicuramente manifesta.
Sacrosanta l’indipendenza dalla pianura e la disponibilità di nuovi servizi migliorativi, purchè costituiscano servizi ad alta fruibilità in relazione al bacino d’utenza a cui si rivolgono.
La mia vuole esser solo una TESTIMONIANZA di chi ha vissuto in prima persona una piccola esperienza magari in una frazione a “bassa incidenza” del fenomeno pur non notando particolari differenze nella zona del medio-alto crinale.
(Francesco)
Quando la matematica NON era un’opinione…
Io mi sono limitata a citare dei dati apparsi sui quotidiani. Altri, NON la sottoscritta, hanno dato i numeri. Se la dott.ssa Boni, colonna portante di Aiut-Appennin, dice di soli 11 comuni interessati al problema, sono portata a ritenere che due comuni montani (sarei comunque curiosa di sapere quali) sono più fortunati o più virtuosi di altri.
Interessante il commento di Francesco che, in sostanza, mette le mani avanti. Della serie: NON NEL MIO GIARDINO! Se qualcuno si era illuso che la localizzazione del canile lassù non avrebbe creato problemi logistici è avvisato…
(Domenica Attolini)
Dove sono i cani?
Certamente di cani randagi non se ne vedono in quanto sono catturati per poi essere adottati e/o trasferiti. Dai dati ufficiali la Comunità montana, quindi tutti i comuni ad essa facenti parte, ne mantengono circa 200 al giorno. Se uno li vuole vedere ed eventualmente adottare si può recare, non in bicicletta, ai canili di Castelnovo Sotto e Milano.
(Paola Bizzarri)
Precisazione
Mi sento di chiarire il mio intento forse non ben compreso alla luce dell’ultimo commento. Non ho detto che il problema sia inesistente. Semmai con la mia limitata e insignificante esperienza ho voluto ridimensionarne la portata per non apostrofare come “prioritario” il problema del randagismo in Appennino. Se sono attendibili i “rumors” circa la cifra di 2.000.0000 di € per la struttura e le spese di gestione corrente in linea con quelle del quinquennio 2004-2008, forse si renderebbe opportuna un’analisi costi-benefici per risolvere il problema con soluzioni proporzionate e non rischiare di ricorrere al bazooka per uccidere la formica. Pur riconoscendo l’ammirevole compito dei volontari suppongo che, in un ambito così vasto sul quale non risulta facile organizzare capillari controlli del territorio, buona parte delle catture siano frutto di segnalazioni della popolazione ma probabilmente, anche qui, mi sto sbagliando.
(Francesco Romei)
Proposta
Perchè non fare il Canile nella zona dismessa e bonificata nella discarica di Poiatica? Area gratuita, spazi immensi, acqua, luce, scarichi, telefono, viabilità, e come non si sente odore a distanza la stessa cosa è per il l’abbaiare dei cani.
Tranquilli, è solo una proposta…
(Luciano Franchini)
Da ragioniere…
…mi sia consentito il diritto di chiarire quanto a me attribuito, visto che sono stato coinvolto in prima persona per le controversie sollevate sulla legittimità o meno di dotarsi di un canile in territorio montano.
In risposta al sig. Caselli, per quanto riguarda i costi sostenuti, lo inviterei innanzitutto a leggere la convenzione siglata fra Comunità montana e Aiut-Appennin, nella quale già dal 2002 la Comunità riconosceva alla associazione gerente euro 1,64/giorno per cane ospitato. Oltre a questa diaria però sempre la Comunità montana si accollava il costo di affitto della struttura. Di contro, posso circostanziarla sui costi reali di mantenimento oggi sostenuti per i cani ospitati presso la struttura di Castelnovo Sotto. Il costo giornaliero per cane è di ben euro 2,00+iva (euro 2,40), costo comprensivo delle profilassi antifilarica e vaccinazione periodica, nonché il trasporto da e per Castelnovo ne’ Monti. Così stando le cose, sono spiacente di dover riconoscere che al momento economicamente la soluzione canile in pianura è, se non più economica, quantomeno equivalente alla gestione ex Villa Minozzo, con un’unica differenza:non esistono costi di struttura né spese straordinarie di manutenzione. Credo comunque che sarebbe utile poter visionare anche i bilanci della gestione del canile negli esercizi precedenti per verificare oneri accessori quali le spese veterinarie. Inoltre, sempre in ambito convenzione con Comunità montana, veniva previsto che per gli interventi di sterilizzazione venissero usate le strutture veterinarie di Ausl Castelnovo ne’ Monti con un rimborso previsto per Aiut-Appennin di euro 15 per cane operato, quale rimborso spese per il trasporto da Villa a Castelnovo ne’ Monti. Sarebbe utile chiedere ai veterinari AUSL quante volte sono stati coinvolti in questi 5 o 6 anni per interventi di questo genere. Nel caso, anziché utilizzare questo percorso, gli interventi fossero stati eseguiti in strutture private sarebbe opportuno valutare a quanto ammontano i compensi percepiti e verificare l’eventuale differenza ricaduta a carico della collettività. Altro aspetto interessante potrebbe essere conoscere l’entità dei compensi percepiti o richiesti alla Comunità montana per la chippatura di cani recuperati e senza l’identificativo.
Adesso guardando al futuro facciamo due conti: se la Comunità montana rinnovasse la convenzione con Aiut-Appennin e mantenesse le stesse condizioni, senza considerare le spese veterinarie né i costi di affitto struttura, la differenza fra quanto pagato oggi euro 2,00 (canile in pianura) e euro 1,64 (gestione Aiut-Appennin) sarebbero 0,36 euro al giorno per cane (costo totale al giorno 0,36 X 200 -cani- = 72 euro) significherebbe che all’anno si risparmierebbero 72 x 365 = 26.280 euro. Da dati di bilancio allestimento canile di Colombarone (MO), escluso il costo del terreno, la struttura da 230 cani e 100 gatti è costato euro 1.400.000 + iva. Bene, a questo punto, se non facciamo il canile in montagna e paghiamo 26.280 euro in più ogni anno per mantenere i cani in pianura, potremo mantenerli per ben (1.400.000 : 26.280) 53 anni e il tutto senza alcun costo di manutenzione. A questo dobbiamo aggiungere il beneficio non secondario di aver rispettato l’ambiente, il paesaggio e non aver creato disagi a nessun abitante del comprensorio.
Per cui, gentilissimo sig. Caselli, la ringrazio per avermi sollecitato questa analisi, perché mi ha permesso oggettivamente di dimostrarle che l’allestimento del canile tanto invocato non ha e non trova nessuna giustificazione se analizzato sotto l’aspetto dell’economicità; l’aspetto sociale è tutelato, per cui… io non troverei sufficienti motivazioni. Inoltre sono stati stanziati solo 150.000 euro e se la matematica non è una opinione ne mancherebbero ad esser generosi solo… 1.250.000, che di questi tempi sono merce rara.
A questo punto vorrei però sottolineare che il problema degli abbandoni esiste, ma non credo si possa contrastare costruendo prigioni per cani. La vera battaglia va fatta con la prevenzione sul territorio e con la trasmissione di sensibilità, cultura e senso civico, purtroppo sempre più latitanti. Come già espresso, ribadisco l’esigenza di utilizzare tutte le forze in campo per procedere ad una microchippatura a tappeto. La sterilizzazione di tutte le femmine che vengono malcustodite e vivono ad uno stato semibrado. Percorsi formativi in tutte le scuole di ogni ordine e grado per trasferire conoscenza e non pietismo. Se voglio vincere la guerra non posso pensare di attaccare solo su un fronte: rischierei di vincere una battaglia ma di perdere la guerra.
Infine, la legge non impone alle amministrazioni di dotarsi di canili, ma di prendersi cura dei cani randagi e credo che appoggiarsi a strutture già esistenti, certificate e collaudate, sia sufficiente per ottemperare a questi obblighi.
A questo punto avrei terminato; ho cercato come in ogni mio altro intervento di essere oggettivo affinché ognuno possa sulla base di dati oggettivi sviluppare il suo pensiero e le sue convinzioni. Auspico anche un incontro con la popolazione, nel quale i favorevoli e i contrari possano esprimere i loro pareri. Tutti i miei interventi sono stati motivati da un profondo amore che nutro nei confronti dei cani e ho sentito il bisogno di difenderli da una campagna che li ha strumentalizzati un giorno con la fobia nei confronti di animali “pericolosi” e un altro che li proponeva cuccioli indifesi. Ho una grande stima per la capacità della gente di montagna di discernere le cose giuste da quelle sbagliate perché la montagna come la vita non perdona. Esiste una verità, unica per tutti, per cui non ho niente da insegnare; ognuno in cuor suo saprà fare le sue valutazioni.
(Giovanni Marmiroli)
Bombe di Marmiroli
Alla tv assistiamo quotidianamente alle “bombe di Mosca” sul calcio, mentre su @CRedacon#C non possono mancare le “bombe di Marmiroli” sul canile. A parte che il canile è obbligatorio PER LEGGE, servono 2 milioni di euro per costruirlo in montagna? Mi sembra veramente eccessivo! Un’altra domanda mi sovviene: se ne incaricherebbe lei di portare tutte le volte i cani catturati alla bassa? O lasciamo il canile in pianura perchè tanto tutti i viaggi se li accollano i medesimi? E tutte le iniziative di @Cpet therapy#C e simili che con un canile possono prendere vita? Il problema del randagismo non si sta ponendo nei nostri comuni grazie all’immenso lavoro che stanno facendo i volontari; attenti però a darlo per scontato e ad approfittarne…
CANILE ALLA CROCE E SUBITO!
(Alessio Zanni)
Complimenti! Ma non capisco….
Questa è un’analisi coi fiocchi, questa è una valutazione di chi conosce il contesto e il bilancio e, pur facendo riserva di approfondire alcuni dati marginali che non snatureranno il “risultato d’esercizio” ma gli conferiranno maggior precisione, fornisce elementi empirici inconfutabili su cui basare la valutazione in termini di costi-benefici circa l’opportunità economica del progetto! Bravo!
Non volevo più intervenire, ma, scusate, sogno o son desto… come IL MIO GIARDINO? Io ho sempre e solo sentito parlare di Croce sì, Croce no e non Croce no, Colombaia sì! Ma no, dai… dove, come, aree demaniali… non capisco! Solo una cosa mi viene in mente… dall’estate scorsa a Garfagnolo ci sono stati lavori di abbattimento immobili, consolidamento scarpate franose e sono in fase di ricostruzione fabbricati dove insistevano i precedenti ma lì è impossibile… Sarà a 20 mt dalla prima abitazione di residenti e poi ha una vista fantastica, ma dai, no!! In estate, come un po’ dappertutto in Appennino, alla Colombaia si dorme con le finestre aperte e le uniche notti insonni sono proprio quelle in cui… abbaiano i cani della frazione stessa, di Garfagnolo, caseificio e Monteduro. Un’unica “striscia” di case lunga circa 600 mt con Garfagnolo proprio al centro!!
Domenica, mi scusi, ma si deve essere sbagliata. Scusate l’abbaglio.
(Francesco Romei)
Grande Zanni
Sono d’accordo con lei: subito il canile alla Croce. In effetti sono molto più importanti iniziative di @Cpet theraphy#C, come lei porta ad esempio, piuttosto che ubicare una struttura esile e poco invasiva come un canile in una zona abitativa ed artigianale come la Croce, posta tra l’altro alla sommità della Pietra di Bismantova. Una genialata, del resto è dimostrato anche dai passi indietro della precedente ed attuale Amministrazione.
Se ne ha così a cuore prego indichi dove lei risiede così gli organi competenti possano valutare tale nuova proposta… a proposito, lei dove risiede?
Cordialmente.
(Un residente della Croce)
Vorrei rispondere al mio amico Alessio Zanni: che il canile se lo faccia sotto casa sua. Alla Croce ci sono delle case che sarebbero a 300 metri circa in linea d’aria da dove dovrebbe sorgere il canile. A fianco ci sarebbe una zona industriale e poco sopra un bar. Non sarebbe male d’estate accogliere quei pochi turisti che ci portano anche economia con una bella visione della Pietra offuscata dall’odore del canile. Benvenuti in montagna, qui sì che l’aria è pura. Giratela come volete, ma d’estate anche se il canile è al top la puzza si sente, per cui per il mio modesto parere è che la Croce non va bene e poi sotto elezioni c’è stato promesso che non si sarebbe fatto in questa zona.
Saluti.
(Kella)
Canile alla Croce
Penso che ormai l’unica soluzione sia la Croce. Terreno già disponibile e servito dalla principale arteria della montagna, la SS 63. E’ anche al centro del comprensorio dei comuni montani. La decisione, con l’acquisto del terreno, era stata presa e si sta perdendo solo tempo. Il luogo è idoneo.
(Luca)
Carissimi
Carissimo “amico” Kella, asserisci che “ci è stato promesso”… Da chi? Sarebbe utile saperlo, perchè non vorrei che fossero gli stessi che hanno promesso ad Aiut Appennin la realizzazione del canile stesso.
Carissimo “un residente alla Croce”, se l’edificazione del canile rispetta tutte le leggi vigenti non mi interessa affatto il parere dei residenti: questo è del tutto tutelato dalle leggi stesse. Il resto sono capricci. Se invece queste non sono rispettate pienamente, il quesito non si pone nemmeno e si deve cercare altra ubicazione. Per la cronaca, anche se non sono tenuto a farlo, io abito in pieno paese, precisamente in piazza Matteotti.
(Alessio Zanni)