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Ecco il “codice agricolo”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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E' stato presentato nelle commissioni agricoltura di Camera e Senato il decreto legislativo di "riordino della normativa sull'attività agricola” stilato dal ministro Zaia, il cosiddetto codice agricolo. Il nostro voto in commissione è stato fortemente negativo, siamo contrari al modo in cui è stato presentato il Codice agricolo. Da un lato si è fatto un lavoro di “taglia e incolla”, approssimativo, pieno di inesattezze e contraddizioni palesi fatte rilevare da tutte le associazioni agricole che abbiamo sentito in audizione in Senato; dall'altro ci si è spinti a riformulare in modo arbitrario la normativa, creando anche chiare contraddizioni.

Noi siamo fortemente convinti dell'esigenza di semplificare un settore che è appesantito dai costi della burocrazia, avremmo voluto vedere un coinvolgimento del mondo agricolo in questo percorso, perché è quest'ultimo che ne vive ogni giorno paradossi e complicazioni superflue. Per questo si è chiesto di rivedere il testo per migliorarlo con più tempo a disposizione, poiché il provvedimento approvato al Senato tutto è fuor che un lavoro di semplificazione. Nessuna procedura, infatti, viene davvero accorciata, semplificata, o eliminata. Per questo siamo esterrefatti dalle dichiarazioni del ministro Zaia. Non si può ingannare così il mondo agricolo arrivando a dire, come ha fatto il ministro, che con questo provvedimento agli agricoltori verranno risparmiate 110 giornate in un anno che oggi vengono impiegate per adempimenti burocratici.

In realtà si tratta di un tentativo di inglobare in maniera incoerente e disordinata una pluralità di fonti, che vanno dal codice civile a leggi speciali, fino a singoli interventi previsti dalle leggi finanziarie o da altre leggi. Entrando nel merito, la proposta di Codice agricolo presenta numerosi profili problematici, contenendo in molti casi una diversa formulazione della norma originaria; in altri casi sono rimaste disposizioni in precedenza abrogate o estranee al contesto normativo agricolo.

Insomma, ancora una volta siamo di fronte a propaganda, ma anche a questa c'è un limite. E' stato fatto un semplice lavoro di assemblamento, più provvedimenti sono stati messi in uno. Può essere utile, più pratico, ma questo è niente di più e si dica per quello che è.

(Leana Pignedoli, capogruppo Pd in commissione agricoltura al Senato)