CASTELNOVO MONTI (27 gennaio 2010) – In attesa di un canile è di nuovo emergenza adozioni cani in montagna. Il tutto nel volgere di meno di sette giorni dove, in collaborazione con i Comuni, i volontari di Aiut Appennin Emilia Romagna Ricerca Soccorso hanno recuperato ben 7 cani. C’è chi è stato abbandonato e forse anche chi potrebbe essersi smarrito (ma privi degli obbligatori segni di identificazione). Temporaneamente sono tutti ospitati dalla veterinaria Loretta Boni di Castelnovo Monti che si fa carico, da volontaria, di questo “onere”.
“Clo, Dani e Steve sono cani di piccola taglia, fra 6 mesi ed un anno, non più di 5 kg di peso – spiega la dottoressa - . Fabio e Lucio sono due cuccioli di 4 mesi, assomigliano da un labrador ma rimarranno più piccoli. Frascone è un cucciolone comparso a Castelnovo una mattina un po’ strampalato, non si esclude che si tratti di un cane smarrito”.
Poi c’è Miki che ha vagato per giorni a Marola dopo essere comparso dal nulla una mattina: ha un paio di anni ed è in cerca d’affetto.
“Magari il problema del randagismo esiste anche in montagna – è il commento sconsolato della veterinaria – Segnalo anche Dalè, la splendida setter nera che ha partorito da sola in uno scantinato, e dell'ultima cucciola rimastale (Jaris)- quella salita agli onori della cronaca due settimane fa ndr - rimasta; ho promesso loro che non finiranno in canile ma mi servirebbe un aiuto”. Per info e adozioni: 346 2395893, 339 3229144.
RIPROPPONIAMO I DATI DI UN FENOMENO IMPRESSIONANTE IN MONTAGNA
In un anno? 101 catture, 80 accolte da famiglie. Gli angeli di AiutAppennin
“Negli 11 comuni convenzionati con AiutAppennin è davvero incredibile il numero dei cani recuperati. 101 le catture, di cui 45 cuccioli – spiega Marina Cervi, professoressa d’italiano con un cuore grande così per il migliore amico dell’uomo -. Siamo riusciti a garantire 80 adozioni e 10 restituzioni al proprietario”.
Sono 27 i volontari dell’associazione Aiut Appennin Emilia Romagna Ricerca Soccorso, un ente di volontariato che ha al suo interno un settore per il soccorso e la ricerca di persone, l’altra per la cattura degli animali randagi. Gode di una convenzione con la Comunità Montana dell’Appennino Reggiano (finchè questa sarà operativa), per la raccolta degli animali vaganti su 11 comuni della Comunità Montana. I singoli interventi sono operati dai volontari. Il canile che attendono dovrebbe avere 200 posti, non di più in quanto non consentito dalla legge: nelle ultime due settimane il tema pare tornato d’attualità.
Complimenti
Mi congratulo con il gran cuore sia della dott.ssa Boni che si fa carico del sostentamento dei cani recuperati, sia della sig.ra Cervi che da tanti anni e con tanta passione si dedica ai nostri fedeli amici. Vi ringrazio per aver pubblicato le foto in modo da rendere pubblico a tutti coloro che le vedranno e che probabilmente riconosceranno gli animali, lo scarso senso di civiltà di coloro che li hanno abbandonati. E’ giusto che chi sa a chi questi cani appartenevano possa denunciarli per incauta custodia e abbandono (perseguibile penalmente, anche chi non lo denuncia). E’ giusto che chi riconosce questi animali possa comunicare chi ne era o è il proprietario, anche perchè magari qualcuno si sta disperando per la loro scomparsa. E’ giusto che chi li ha abbandonati e oggi teme di essere riconosciuto e oggi sa che qualcuno sa che li ha abbandonati si senta una… perchè è esattamente ciò che rappresenta per la vita e per questo mondo. E’ giusto che i figli e i nipoti di questi irresponsabili possano guardare i genitori e i nonni con gli occhi di chi si sente tradito. E’ giusto che un giorno quando questi incivili si troveranno nella condizione di avere bisogno trovino la stesa aridità e insensibilità e possano sentirsi soli… sì… soli come un cane.
Confidando che la convenzione con la Comunità montana possa aiutare e coprire interamente le spese sostenute per il mantenimento di questi poveri animali, quando non ci saranno più risorse, credo sarà opportuno domiciliarli dove le strutture sono già presenti. Se anzichè spendere 150.000 euro per iniziare la costruzione di un canile che ne costerà molti di più (le voci parlano di 2.000.000 di eur.. miii ma in quanti ci devono mangiare… non di cani, eh!?!), con questi 150.000 potrò mantenere quelli che non riuscirò a far adottare, per qualche anno nella speranza che la cultura, l’educazione e il senso civico facciano il loro corso. Perdonatemi, ma dei 101 casi erano tutti cani dei quali nessuno ne sapeva niente? Credo che se la redazione continuerà a dimostrarsi così sensibile anche in futuro, la bella abitudine di esporre le foto potrebbe essere un bel deterrente per i furbetti incivili. Mi spiace che nessuno si sia ancora espresso sull’obbligo per i veterinari di chippare tutti i cani che entrano nei loro ambulatori e ne sono sprovvisti… Peccato… forse sono andato vicino a soluzioni troppo facili da adottare ma di cui nessuno si vuole prendere la responsabilità… Sicuramente è più facile spendere 150.000 euro della collettività…
Ultima cosa… ci tenete aggiornati sul destino di questi animali come ad esempio… 2 con microchip restituiti, 3 senza microchip, chippati e restituiti ai loro proprietari, 2 in cerca di adozione… 2 su 7 sarebbe un bel risultato.
(Giovanni Marmiroli)