COLA (25 gennaio 2010) – La madre Santuzza, accanto per l’ultima volta al figlio il giorno prima delle esequie, lo aveva detto. “No, nonostante le previsioni non nevicherà. Sarà una bella giornata”. Lei, a Cola, era arrivata al seguito del marito nel primo dopoguerra, mettendo al mondo Luciana, Mariolina, Bianca, Ivana, Tiziana, Gianni e, non ultimo, “Mimmo”. Il Settimo.
E così, per l’ultimo addio “al più piccolo” dei Montipò, c’erano tutti i famigliari, gli amici di sempre e una comunità intera, quella di Cola, e a contorno il freddo dell’inverno, come quello che ti penetra nel cuore a salutare un padre strappato dalla malattia a soli 47 anni, dopo tre di strenua lotta contro un male che non perdona. “Eppure – spiegano le sorelle – Mimmo aveva lottato. Sino all’ultimo, quando anche il cuore sembrava volere resistere all’impossibile”.
Il funerale, in un lunedì di fine gennaio nella parrocchiale dei Santi Quirico e Giuditta, inizia con una sorpresa. Tra i sacerdoti, il nipote di Santuzza, don “Chicco” Schirru, parroco in Sicilia, che è solito celebrare messe molto intense con un omelia veramente particolare e coinvolgente.
“Mi scappa da ridere a pensare che Mimmo sia morto”, così a ricordare in maniera sublime la giovialità del di Mimmo, “benvoluto da tutti per il suo vivere spensierato”, facendo seguito a un toccante ricordo sulla sofferenza di Mimmo e, ora, della mamma che, a chi scrive, confida: “Avrei voluto farmi io carico delle sofferenze di mio figlio”.
“Ma momenti come quello che celebriamo oggi sanno unire le famiglie, anche quelle più numerose, come questa. Oggi ne abbiamo un esempio”. Cinque sorelle, un fratello, l’amato figlio Guido cui sono corsi gli ultimi pensieri di Mimmo e, che, ora lavora preso la ditta Saccheggiani di Cerezzola, e, anche, 14 nipoti.
“Mimmo papà unico e insostituibile. Un gran lavoratore, per lui che aveva iniziato a 18 anni. I suoi vizi, come il fumo, una sorta di morfina per alleviare la sofferenza”, spiega don Chicco.
Commovente la lettura di una delle nipoti: “A nome di tutti grazie per avere rappresentato i semplici di animo”. “Ti ricorderemo per l’inconfondibile sorriso”.
Gli amici, alcuni dei quali giunti da diverse parti d’Italia, hanno sospeso, in segno di vicinanza alla famiglia, una partita di un torneo locale cui, in passato, lo stesso Montipò – che era stato pure dirigente dell’Us Cola – aveva partecipato. La famiglia intende ringraziare in particolar modo tutto il personale e i dottori della Casa Protetta di Villa Minozzo, oltre a tutte le persone che si sono strette attorno ad essa in questo difficile momento.
Sul sagrato l’ultimo desiderio di Mimmo, esaudito: la banda. E il silenzio delle persone ad accompagnare al camposanto l’amico con il quale, nel vicino campo sportivo, d’estate, in tanti lavoravano assieme alla Festa della Porchetta. La mente non dimentica le cose belle.
(Gabriele A.; hanno collaborato Alessandra A. e Barbara B.)
Problemi contingenti mi hanno tenuto lontano dal triste evento. Vorrei almeno tramite @CRedacon#C unirmi al dolore immenso che anche io provo per la perdita di una cara persona, una persona spontanea, limpida e appunto semplice d’animo come dite Voi. Sono sicuro che Dio lo ha accolto con amore.
(Luciano Azzolini)
Sincere condoglianze al suo “bimbo”. Alla famiglia tutta ed agli amici. Io l’ho conosciuto come paziente, educato, cordiale, mai fuori luogo. Nessuno muore sulla terra finchè vive nel cuore di chi resta.
(Mariapia Corsi)