Riceviamo e pubblichiamo.
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Un canile nel distretto montano è ormai una priorità, vista la situazione di randagismo registrata anche dalle nostre guardie ecologiche volontarie e una diffusione sempre maggiore di colonie feline non sempre facilmente gestibili. E’ assurdo che oggi si portino gli animali nelle strutture della pianura, in molti casi già sovraffollate o sottodimensionate. Tramite il Comitato per il randagismo istituito dalla Provincia di cui facciamo parte, nel 2007 era stato comunicato che la Regione aveva destinato alla Comunità Montana dell’Appennino Reggiano un contributo per la sua realizzazione, da allora la stessa ha ricercato numerosi siti fino all’acquisto di un terreno in zona Croce di Castelnovo ne’ Monti, luogo che dispone già di acqua, elettricità, strada e con la realizzazione in corso da parte di ENIA di un depuratore, lontano da qualsiasi costruzione, ma la decisione è stata sospesa a causa di una raccolta di firme da parte di abitanti della zona vicina, preoccupati per futuri odori, rumori e che non possa esserci più possibilità di sviluppo per l’adiacente zona artigianale, problema che non sussiste – continua Massimo Becchi – in quanto prevedendo barriere antirumore ed essendo la zona lontana da abitazioni e capannoni non è sicuramente da paragonare se in quel sito anziché esserci il canile ci fosse, ad esempio, una porcilaia. Fra i siti proposti, fra cui Monteduro di Castelnovo Monti e Vetto, il più idoneo e baricentrico ci sembra essere quello della Croce, sito vicino alla statale 63.”
“Se da una parte – conclude Becchi – alcuni comuni lamentano un aumento delle spese sostenute da parte loro per la cattura e il mantenimento dei cani randagi, dall’altra parte c’è un notevole lassismo nei controlli, che sicuramente diminuirebbero il numero di animali vaganti, cani spesso abbandonati in quanto non in grado di soddisfare le aspettative dei loro padroni o perché chi possiede delle femmine non vuole sostenere le spese della sterilizzazione o semplicemente perché si accorgono che il cane è divenuto troppo grosso o dà fastidio quindi è meglio abbandonarlo, tanto qualcuno lo prenderà, senza rendersi conto del danno e del pericolo per l’animale e l’incolumità delle persone”.
(Massimo Becchi, presidente della Legambiente Reggio Emilia)
Le guardie ecologiche volontarie
Per quanto riguarda l’attività delle Guardie ecologiche volontarie è come sempre più facile andare ad importunare chi in un parco gira con il suo cane senza la museruola che non andare a verificare a chi appartengono tanti cani, vaganti sì ma appartenenti a comunità che li alimentano e gradiscono la loro presenza nei pressi di abitazioni e pollai perchè tengono così lontani i nocivi. Sono i cani di quartiere, molto presenti in tutti quei contesti rurali nei quali l’amore per gli animali non è possesso ma sostentamento in cambio di cooperazione. Se ci fosse un maggior impegno da parte delle Guardie ecologiche volontarie e non nel monitorare la popolazione canina presente (presenza microchip e verifica possesso) e l’obbligo per i veterinari nel chippare tutti i cani che passano per i loro ambulatori, probabilmente il fenomeno del randagismo riusciremmo a contenerlo. Ormai, i cani di razza se denunciati all’ENCI il microchip lo hanno; i cani che vengono acquistati da commercianti comunque passano da un veterinario, altrimenti rischierebbero la morte per le patologie che presentano; i cani che passano dai canili e dai canili escono, cuccioli o adulti che siano, il microchip dovrebbero averlo… E allora… dov’è il problema del randagismo.
Usciamo dall’ambito demagogico e guardiamo cosa ci sta dietro, fondi pubblici a cui attingere? Chi ci deve mangiare sulle spalle di questi poveri e pochi animali? Ma lo sa la gente comune che i canili sono pieni di cani rinunciati dai proprietari con le giustificazioni più banali e non recuperati per strada? Ciò che porta questi cani in canile è il poco amore dei loro proprietari, è il loro scarso senso di responsabilità. Basterebbe obbligare coloro che rinunciano ad un cane a mantenerlo per tutta la vita e forse qualcuno ci ripenserebbe a rinunciarlo con tanta facilità e a spese della comunità. Vengono spesi centinaia di milioni di euro per la gestione di canili e non una lira in trasmissione di cultura, senso civico e amore vero per gli animali. Se si facessero percorsi educativi nelle scuole credo che nel giro di 4 o 5 anni molti dei canili oggi tanto reclamati sarebbero chiusi per inutilità. E voglio credere che un controllo più attento e capillare potrebbe risolvere buona parte dei problemi. Quanto alle colonie feline, credo che se nessuno alimentasse i gatti artificialmente, la natura specialmente in territorio montano potrebbe essere particolarmente generosa nei loro confronti. Esiste una selezione naturale che vuole che i più forti sopravvivano e gli altri soccombano. Non sarà certo allungando loro la vita rinchiudendoli in gabbie, obbligandoli a vivere in comunità di centinaia di esemplari in un territorio insufficiente per garantirgli la qualità di vita che si meriterebbero. Rimango dell’opinione che preferirei vivere un giorno da leone piuttosto che 100 da pecora… e credo che se potessero lo farebbero anche i gatti, che un po’ felini lo sono anche loro.
(Giovanni Marmiroli)
Per precisare…
Mi perdoni la redazione se approfitto della squisita opportunità democratica di esprimere il proprio parere sulla vostra testata, chiaramente con l’unico intento di offrire punti di vista alternativi. Intanto rinnovo i ringraziamenti per le amministrazioni di Casina e Castelnovo ne’ Monti per la disponibilità e la sensibilità dimostrata nel promuovere un percorso di sensibilizzazione per le loro comunità rivolta ad una maggior assunzione di responsabilità nella gestione del cane. Questi amministratori hanno dimostrato di affrontare il problema in moto proattivo e non reattivo, che in parole semplici vuol dire che prevenire un problema anzichè rincorrerne le soluzioni potrebbe essere la strategia vincente e economicamente meno onerosa. Ove c’è cultura e rispetto per la vita non c’è bisogno di strumenti per proteggerla e se non lavoriamo sull’uomo e sulla sua capacità di sentirsi parte della vita, non avremo mai abbastanza strumenti per difenderci da chi la vita non la rispetta. Detto questo, visto che a pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si prende, vi metto in cronologia gli articoli nei quali si promuoveva la Cultura e quelli nei quali si faceva del Vittimismo e terrorismo nei confronti dei cani, per semplificare scriverò Educazione e Vittimismo e voi concentratevi sulle date di pubblicazione.
Grazie e scusatemi ancora, sarò comunque felice di ricredermi e scusarmi pubblicamente se ciò che ho scritto può aver offeso o urtato qualcuno. Rinnovo anche come ho già fatto per le comunità di Casina e Castelnovo ne’ Monti, a tutte le amministrazioni del comprensorio montano la disponibilità, GRATUITAMENTE, di riproporre percorsi di informazione e sensibilizzazione, perché sono del parere che se uno ci crede investe del suo. Potrebbe essere utile che venissero anche resi pubblici i bilanci delle precedenti gestioni del canile per verificare le voci di spesa e capire se esiste qualche diseconomia… Alla prossima e buona lettura.
(Giovanni Marmiroli)
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Ultimo articolo comparso in cui si parlava di canile 23-05-09″Canile comprensoriale? A noi non avevano detto niente”. da allora il nulla fino a a che…
Educazione 19-11-2009, 09:38
L’uomo ha un vero amico. Da studiare, per capirlo meglio. Per la prima volta in montagna. Iniziativa del Comune di Casina e della Polizia Matildica Val Tassobbio (dotata di unità cinofila): tre sere in Comune per scoprire il cane. E sensibilizzare l’opinione pubblica.
Vittimismo 24-11-2009, 10:15
13 comuni in cerca di canile. Un volantino lancia l’allarme: i cani abbandonati possono diventare pericolosi. 10 canili in pianura e nessuno in Appennino: “Deve accadere prima la tragedia?”.
Vittimismo 27-11-2009
Un canile per Appennino: forse ci siamo.
Educazione 12-12-2009
Sorpresa: il cane come il bambino
Cronaca delle affollate serate casinesi. Si replica a gennaio a Castelnovo.
Educazione 12-01-2010
“E il lupo incontrò l’uomo”. Tre serate a Castelnovo ne’ Monti (nei giovedì 14, 21 e 28 gennaio prossimi) curate dai “Lupi travestiti” e Giovanni Marmiroli.
Educazione (si parla di servizi per i proprietari e non di assistenzialismo, il servizio lo pagano i proprietari e non la collettività) 22-01-2010
Un centro benessere anche per gli amici a quattro zampe?
Vittimismo 25-01-2010
“Un canile nel distretto montano è ormai una priorità…”. “…vista la situazione di randagismo registrata anche dalle nostre guardie ecologiche volontarie e una diffusione sempre maggiore di colonie feline non sempre facilmente gestibili”.
Siamo davvero così convinti che non ci sia dietro qualcuno che perde potere…..o soldi?