Premessa
Come da previsione (emissione del 9 dicembre) sino ad oggi l’Inverno 2009-2010 è stato caratterizzato dalla fase negativa dell'Artic Oscillation (AO-TempPrec) con temperature sotto media su tutta l’Europa centro-settentrionale (tra il 19 ed il 21 dicembre in molte stazioni del Nord Italia si sono toccate le temperature più basse degli ultimi 20 anni), precipitazioni sopra la norma in area mediterranea (vedi alluvioni toscane), e ripetuti eventi nevosi anche in pianura su Nord Italia (es: Italia 20 dicembre) e su gran parte del continente (es: Gran Bretagna 7 gennaio). Un inverno quindi che su scala europea, giorno dopo giorno, si sta guadagnando il diritto di entrare nel novero dei più severi degli ultimi decenni.
Situazione e previsione
Da pochi giorni, in anticipo rispetto a quanto previsto, si sono esauriti gli effetti del primo evento stratosferico, ma già se ne è attivato un secondo. Sta infatti per avere inizio un intenso riscaldamento della stratosfera in area polare (ZTemp) che porterà ad un aumento di pressione (vedi Fig.1) in graduale propagazione dalle quote più alte della stratosfera sino alla troposfera (strato dell’atmosfera al di sotto dei 12km di altezza) con conseguente indebolimento del vortice polare. L’origine, la dinamica e la forza dell’evento stratosferico determinerà il prevalere (con possibili ma brevi pause) della fase negativa dell’Artic Oscillation (AO) probabilmente sino a metà Marzo. Ciò favorirà la formazione di anticicloni di blocco in sede nord atlantica e/o russo-scandinava associati a discese di aria fredda rispettivamente di origine polare marittima (da Nord) o continentale (da Est, Nord-Est).
Il periodo citato, nel complesso, dovrebbe quindi presentare temperature al di sotto della media e precipitazioni al di sopra della norma. Le due anomalie, se concomitanti, potranno favorire il ripetersi di nevicate sino a bassa quota. Se l’intensità della fase negativa dell’Artic Oscillation dovesse nuovamente risultare eccezionale, le anomalie sopra citate potranno risultare geograficamente in accordo con la mappa di correlazione (Fig. 2).
Fig. 1 - Fasi evolutive:
1) 9-14 Gennaio: Impulso dalla troposfera (strato dell’atmosfera al di sotto dei 12km di altezza) verso la stratosfera (freccia nero-verde).
2) 15-19 Gennaio: Mentre in troposfera si manifesta una breve e debole fase positiva/neutra dell’Artic Oscillation (AO+, per altro ben mitigata dall’influsso freddo di un forte anticiclone russo-scandinavo), nell’alta stratosfera ha inizio un intenso aumento di temperatura (ZTemp) e pressione (ovale rosso)
3) Dal 20 Gennaio: L’aumento di pressione si propaga dalle quote più alte a quelle più basse della stratosfera sino a giungere in troposfera con conseguente prevalenza della fase negativa Artic Oscillation (AO-) sino a metà Marzo.
Approfondimento e verifiche su www.meteo.radionova.it
Fonte dati:
Artic Oscillation : www.cpc.noaa.gov
Sviluppo temporale anomalia barica in area polare, analisi ed archivio: www.cpc.noaa.gov
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Conoscenze di base
Troposfera : strato dell’atmosfera al di sotto dei 12 km di altezza (dove viviamo)
Stratosfera : strato dell’atmosfera tra 12 e 50 km di altezza
Vortice Polare (VP): immenso vortice posizionato in area polare che durante i mesi invernali determina il prevalere del moto dei venti da Ovest verso Est (un VP forte favorisce un inverno mite).
Artic Oscillation (AO): indice di pressione, positivo se il VP è forte, negativo se il VP è debole. AO negativo determina condizioni di tempo più freddo e perturbato (AO-TempPrec). AO positivo, al contrario, favorisce il manifestarsi di fasi miti e con minor precipitazioni.
Considerazioni generali (9 dicembre 2009)
L’inverno 2009-2010 si colloca all’interno di un forte minimo dell’attività solare (basso numero di macchie solari) e in concomitanza con un intenso picco negativo di attività geomagnetica (aa-index). Entrambe le circostanze, specialmente negli ultimi 60 anni, risultano associate a condizioni invernali più fredde e perturbate della norma, determinate dalla contemporanea presenza di basse pressioni mediterranee e di alte pressioni nordatlantiche e/o russo-scandinave.
A livello statistico, considerando dati di osservazioni e ricostruzioni a partire dal 1750, emerge che la suddetta configurazione barica risulta riproporsi con tre ciclicità predominati, aventi periodo di 7.8 anni, 13.9 anni e 22.5 anni. Tali periodicità si possono riscontrare rispettivamente nell’attività geomagnetica, nella Artic Oscillation e nel ciclo magnetico dell’attività solare (due cicli undecennali di macchie solari con polarità alternata, detto di Hale). L’inverno che sta per cominciare risulta caratterizzato dalla convergenza di tutti e tre i cicli verso lo scenario precedentemente esposto.
A quanto sopra si vanno a sommare anomalie termiche della superficie oceaniche che i vari modelli di previsione stagionale interpretano in modo concorde (cosa assai rara) come precursori di un inverno caratterizzato da alte pressioni in sede polare e basse pressioni alle medie latitudini.
Fonte dati:
Numero macchie solari: www.sidc.oma.be
Attività geomagnetica: www.ngdc.noaa.gov