Riceviamo e pubblichiamo.
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Gli insegnanti e la scuola reggiana temono che l’“allievo” Romano Albertini, aspirante esperto d’istruzione, rischi d’incorrere in una sonora bocciatura con il suo intervento del 22 dicembre scorso. Nell’articolo in questione, comparso sul giornale on line Redacon, il consigliere provinciale della Lega Nord cita statistiche del Ministero dell’Istruzione con un’analisi superficiale delle politiche scolastiche dell’ultimo quinquennio e giustifica i tagli al bilancio della scuola pubblica da parte dell’attuale governo.
Le organizzazioni sindacali che rappresentano gli oltre settemila addetti del settore a Reggio Emilia ritengono necessarie alcune precisazioni per riordinare le sue idee di “studente confuso e pedagogista smarrito”.
Il Ministro Fioroni del governo Prodi non ha mai varato alcuna “riforma” della scuola e la sua politica definita del “cacciavite” si è limitata a ritocchi e a modifiche legislative alla riforma Moratti, la ministra che lo ha preceduto all’Istruzione.
Sulla nostra presunta indulgenza verso le politiche scolastiche del governo Prodi ricordiamo che la scuola reggiana e i sindacati nel 2008 hanno proclamato due scioperi: il primo regionale a marzo contro i tagli d’organico in Emilia-Romagna, che vede il rapporto più alto in Italia fra docenti e allievi (nell’anno scolastico in corso a Reggio abbiamo una media di oltre 23 studenti per classe) e l’altro generale del 30 Ottobre 2008, con un’adesione dell’80% della categoria secondo dati ministeriali.
Il paragone fra i tagli delle leggi finanziarie del 2007 e 2008 del governo Prodi e la legge 133 (Brunetta) è alquanto ardito. Ricordiamo che l’articolo 64 di quest’ultima prevede un taglio d’organico nel triennio 2009-12 di oltre 150.000 unità di personale, cioè un brutale ridimensionamento del servizio pubblico che prevede la chiusura di diverse scuole che non raggiungono il numero minimo di studenti iscritti, proprio in quei territori meno antropizzati, come la montagna reggiana, che il consigliere Albertini ritiene di “rappresentare”.
L’accorpamento delle classi e il dimensionamento dei plessi e delle sedi periferiche è l’effetto delle scelte della Gelmini, autrice di pesanti tagli al bilancio dell’istruzione su indicazione del ministro Tremonti. Quanto ai precari, ai quali non solo si nega l’accesso ai ruoli (vedi la cancellazione del piano triennale di stabilizzazione approvato nel 2007 che avrebbe previsto un’assunzione di 150.000 docenti nel triennio con copertura finanziaria), ma li si addita come riluttanti ad accettare supplenze nel nostro Appennino. Il consigliere provinciale dimentica nel suo intervento che, nell’attuale anno scolastico, oltre 20.000 precari della scuola sono disoccupati ma, come sostiene Albertini, “non tutti possono fare gli insegnanti” in tempi di crisi. Infine, a corto d’argomenti, scivola nei soliti luoghi comuni: i docenti “lavorano solo 4-5 ore al giorno..., godono di stipendio sicuro... e di quasi 3 mesi di ferie l’anno...”.
Evidentemente Albertini ignora il ritardo di mesi nel pagamento degli stipendi dei precari, le sofferenze finanziarie delle scuole costrette a ricorrere al contributo delle famiglie per garantire il finanziamento ordinario e l’aumento dei carichi di lavoro per tutto il personale, sottodimensionato, con scarse prospettive di carriera, privo d’aggiornamento retribuito e messo all’indice dalla furibonda campagna mediatica del ministro Brunetta che considera gran parte dei dipendenti pubblici assenteisti e fannulloni.
Giova ricordare che gli insegnanti non sono preoccupati solo per i propri diritti, ma per l’alta qualità del servizio pubblico garantito da sempre nella nostra provincia e per il futuro dell’istruzione, bene comune prezioso oggi minacciato da tagli, mancati finanziamenti e incertezza di prospettive.
Sarò pure bocciato ma ci sono ancora cose che vanno chiarite
Preciso che essendo un artigiano e non un insegnante mi documento nel modo migliore possibile, consapevole che la verità non sta mai da una sola parte. Ho anche messo più volte in evidenza il fatto che i tagli alla sanità ed all’istruzione li ritengo odiosi da qualsiasi governo essi siano proposti. Vorrei però precisare ai rappresentanti sindacali che, se sono entrato in questo argomento, ciò deriva dal fatto che le lamentele, a volte giustamente argomentate, sono state spostate in un contesto politico! Così facendo, è subito apparso l’intento di denigrare il governo più che contestare le cose che non vanno nel settore scolastico. Tengo comunque a precisare alcuni aspetti che dovrei definire, se non da bocciatura (cosa che io non posso fare), certamente gravi, vista la disinformazione. Cominciamo col dire che l’accorpamento dei plessi scolastici, vista l’autonomia dgli istituti, è materia esclusiva delle regioni, cui si fa sì capo nel recepire le direttive dello Stato ma che è pienamente libera di decidere l’accorpamento dei plessi scolastici o mantenerli nello stato attuale. Dunque se ciò avverrà non può essere imputata la colpa al governo, nonostante i tagli, visto lo spreco di denaro pubblico ancora evidente in molti settori; denaro che potrebbe essere investito nel settore scolastico, a cominciare dalla definitiva soppressione delle comunità montane, volte solo a mantenere poltrone. Se l’accorpamento delle scuole, specie in montagna, dovesse avvenire, portando ulteriore disagio ai nostri studenti già provati dalle distanze esistenti, sarò in prima fila nelle proteste, come già accaduto anni fa con il tentativo di accorpare le scuole di Toano con quelle di Villa.
Ultima precisazione, riguardante gli arretrati di pagamento dei supplenti. Pur consapevoli che un governo insediato sia vincolato a pagare i debiti di chi lo ha preceduto, le colpe di tali debiti non sono da imputare a questo governo ma a quello precedente, vista la dimenticanza del ministro Fioroni, che, anche se non si trattava di riforma ma di correzioni, si è dimenticato di mettere a bilancio i soldi per i supplenti; potete tranquillamente verificare. Vedete, non tutti i presidi d’istituto sono iscritti alla Cgil e sentire due campane è sempre meglio di una.
Io l’impegno nello studiare i documenti l’ho messo, e se bocciatura deve essere che bocciatura sia!!!
(Romano Albertini, consigliere provinciale Lega Nord)
Il consigliere Albertini, mentre ritiene che fare polemica politica sia disdicevole, non perde l’occasione di criticare il governo precedente, al quale attribuisce la colpa di essersi dimenticato di pagare i debiti. Il problema, in questo caso, per gli operatori e gli utenti della scuola, non è stabilire di chi è la colpa, ma porre mano ad una situazione di fatto che avvilisce e demotiva chi nella scuola lavora e danneggia chi ne fruisce, rendendo difficoltoso e meno produttivo il servizio che la scuola offre ai cittadini.
(Commento firmato)
Caro consigliere…
Caro consigliere, sono il presidente del Consiglio di istituto di Villa Minozzo. Da quanto letto, le chiedo se può “intercedere”, visto la sua appartenenza al centrodestra, affinchè questo governo apra il portafoglio e si decida a pagare:
1) il contributo per il funzionamento della scuola (legge statale), che da due anni non riceviamo (2008-2009). Sono pochi euro, ma a noi sevono per quadrare il bilancio;
2) il corrispettivo per i pasti consumati dal personale docente e non docente, anche questo obbligo in capo al ministero. Le faccio l’esempio dell’istituto che rappresento. Nell’anno scolastico 2008/2009 a fronte di una spesa di quasi 10.000,00 euro il ministero ha rimborsato circa il 30%, pari a euro 3.000,00. Capisco che la coperta è corta per tutti, ma sarebbe opportuno onorare gli impegni che sono obbligatori… per legge. Soprattutto per garantire il funzionamento e l’autonomia scolastica.
Saluti.
(Massimo Bonini)
Insufficiente anche in storia… BOCCIATO!
Il tentativo del consigliere Albertini di attribuire la responsabilità dell’attuale situazione economica delle istituzioni scolastiche statali al ministro Fioroni mi “strappa” due semplici riflessioni:
1) l’ultimo intervento legislativo realmente efficace per ridurre le sofferenze economiche delle scuole, dovute al pagamento delle supplenze, è stato fatto dal ministro Fioroni che ha trasferito al Tesoro gli oneri per la sostituzione delle insegnanti in maternità (astensione obbligatoria), che rappresentavano la più onerosa voce di spesa per molte istituzioni scolastiche;
2) dall’inizio della 14^ legislatura (11.06.2001) la carica di presidente del Consiglio è stata ricoperta per 722 giorni dal sig. Romano Prodi e per 2.375 giorni dal Sig. Silvio Berlusconi. Per quanti secoli ancora dovremo sentirci dire che la causa di ogni male e di ogni iattura deve essere ricondotta a quei “tragici” 722 giorni? Mi sembra che insistere su questo tasto possa essere considerato ormai un insulto all’intelligenza degli italiani.
(Commento firmato)
Per il sig. commento firmato
Invece di contare i giorni di chi ha governato meglio sarebbe che prima di bocciare con insinuazioni di chi non dispone dei dati per poter sostenere ciò che afferma avesse almeno il coraggio di firmare le sue dichiarazioni. A questo punto mi permetto io di bocciare lei, anche senza averne la qualifica. Allo stesso modo rispetto le opinioni del signor Bonini, perchè ha la correttezza di dare un nome alle proprie affermazioni.
(Romano Albertini)
Apprezzo… ma non mi ha risposto
Gent. Sig. Albertini, apprezzo il suo ultimo post, ma non ha risposto alla mia domanda. Allora la ripropongo. E’ disposto a “spendersi” affinche da Roma giungano buone notizie per gli istituti montani e non solo che ad oggi non hanno visto il becco di un quattrino nonostante gli obblighi di legge in capo asll’esecutivo?.
Saluti.
(Massimo Bonini)
E’ veramente poco significativo di chi sia la colpa… Personalmente non mi interessa se tutto è iniziato con un governo piuttosto che con un altro. So per certo che lo stato di dissesto in cui versa la scuola oggi è veramente troppo. Ma quando si è parlato del maestro unico i commenti che ho raccolto sono stati: anche noi avevamo un’unica maestra e guarda come siamo cresciuti… D’altra parte è ora che gli insegnanti si meritino lo stipendio che sembra regalato visti i tre mesi di vacanza… Come addetta ai lavori sono stanca di riflettere su un orario elastico che permetta compresenza e che invece si utilizza per le sostituzioni con ore aggiuntive non pagate e sono stanca di recuperare settimanalmente dalle varie tipografie scarti di materiale per poter far disegnare i bambini a scuola o di portare i pennarelli da casa o di regalare ore tutte le settimane per riuscire a portare i bambini in palestra. Se oggi la scuola funziona, e come dicono in tanti male, beh, quel poco che funziona è grazie agli insegnanti che non guardano l’orologio, che organizzano feste e attività con i genitori, che progettano per rendere qualificante il loro operato, che di fronte ai genitori e ai bambini non riescono a fregarsene e si rimboccano le maniche a loro spese, offrendo del loro tempo e della loro professionalità. Ed è poi veramente demotivante partecipare a corsi di formazione in cui ti sottolineano l’indispensabile concetto di individualità e di percorsi educativi personalizzati, quando tutti i giorni senti che ti viene tolto un pezzo di quella scuola in cui tanto credevi. Quindi fatela finita con questo inutile rimpallo di colpe. Credo che ormai non interessi più a nessuno!
(Tiziana Bizzarri)