Riceviamo e pubblichiamo.
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A coloro che parlano senza aver competenze scientifiche, l’associazione Amici della Terra sottopone alla valutazione quanto attestato dalla nota prot. 1663 del 20 aprile 2001 dell’Autorità di Bacino del Fiume Po con la quale si rammenta che “a giudizio della scrivente Autorità di bacino appare quanto meno poco opportuno, oltre che idraulicamente avventato, attribuire valenza pubblica ad un’opera viaria sorta come pista di servizio al locale frantoio fluviale ed avente caratteristiche tecniche e strutturali del tutto inadeguate al contesto idrogeologico in cui è collocata; il rilevato stradale, essendo situato all’interno della naturale area di divagazione del fiume Secchia, in una zona dove non sono tra l’altro presenti significativi insediamenti umani, è destinata infatti a subire, come d’altronde in passato, periodici danneggiamenti con oneri di manutenzione conseguentemente elevati ed il rischio concreto di risultare non transitabile proprio nei periodi in cui dovrebbe costituire l’ipotizzata alternativa alla viabilità provinciale”.
Parole dell’Autorità di Bacino del Po rimaste purtroppo inascoltate; la pista di è realizzata ed è costata alcuni milioni di euro (il preventivo era di 2.130,00 milioni di euro nel novembre 2002). Quanto rimane di quei milioni buttati nel fiume oggi è sotto gli occhi di tutti.
Cordiali saluti.
(Stella Borghi, presidente Amici della Terra di Reggio Emilia)