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Gatta-Pianello / “Oggi si pone un problema di sicurezza e servizio che viene meno”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Dieci anni fa la priorità era rendere usufruibile la pista Gatta-Pianello. Come ingegnere sapevo che quel tipo di struttura fragile, contigua al fiume, in caso di piena si sarebbe deteriorata presto. Avevamo previsto una durata media di vita del tracciato, nei punti a rischio, di circa cinque anni, e così è stato. I costi di realizzazione erano stati modesti, quindi non risultava particolarmente oneroso, a cadenza quinquennale, ripristinare il manto in alcuni tratti della pista.

Oggi si pone però un problema di sicurezza e di un servizio che viene meno. Non era stato previsto che a seguito della realizzazione del nuovo manto di tappetino-compattato di ghiaia della Gatta-Pianello il tracciato sarebbe stato utilizzato tanto, dai pendolari e dai turisti e soprattutto, tanto amato. A favore di questa strada sono sorti comitati e i montanari di Villa-Minozzo e Ligonchio combattono per la salvaguardia di tale strada che è loro ed è una loro conquista sudata e sofferta. Sono in tantissimi che quotidianamente percorrono la pista per motivi di lavoro o per altre esigenze. La pista rappresenta oggi, per i montanari, e non solo per loro, un servizio irrinunciabile.

La Gatta-Pianello viene sfruttata più di tante altre strade della nostra provincia, va pertanto al più presto ripristinata e resa sicura. Questa volta dobbiamo prevedere un progetto vero che prevenga ogni tipo di rischio. Bisogna promuovere la pista provvisoria a vera e propria strada definitiva e prolungarla fino a Giarola. La provincia deve togliere i vincoli, i comuni approvare il progetto e poi andremo a caccia dei finanziamenti. Intanto, per rendere percorribile il tratto stradale, è necessaria la realizzazione di una struttura di protezione verso il fiume formata da gabbioni di sassi oppure, un’intelaiatura in cemento armato che sorregga la carreggiata e che sia adatta a contrastare le piene del Secchia. In alternativa si può pensare ad un solido muro costituito da grossi massi di protezione. Le soluzioni tecniche sono molteplici, i costi non sono elevati. E’ necessario realizzare un’opera che duri nel tempo, evitando pericoli e interruzioni di ogni sorta.

Producono invece ilarità i suggerimenti di alcuni ambientalisti reggiani, quando propongono di distribuire voucher benzina agli automobilisti costretti a fare più chilometri e a inquinare di più. Soluzioni demenziali che evidenziano quanto siano inconsapevoli e distanti dalle nostre realtà appenniniche. I nostri ambientalisti, se tanto amano la montagna, che vengano ad abitarci e attraversino anche loro, come i montanari, quotidianamente la provincia per raggiungere il posto di lavoro. Ma credo che preferiranno optare per i loro comodi attici in centro città e fare i finti verdi come hanno sempre fatto.

(Fabio Filippi)