La cappella diventa una chiesa, piccolo gioiello di semplici ed eleganti soluzioni architettoniche. “Per ora è assicurata l’accessibilità alla chiesa; ci si augura che in futuro si possa intervenire realizzando quello spazio vivo di incontro e di relazioni che il progetto si proponeva”. L’architetto Quintilio Prodi – uno dei fratelli della numerosa famiglia dell’ex presidente del Consiglio, con cui condivide nella vicina Bebbio la residenza estiva - conferma i legami affettivi con le terre reggiane e le sue montagne. Il nesso tra architettura e sacro è tra i più delicati della nostra epoca. Con esso, Prodi si confronta con disinvoltura nel progetto per la chiesa parrocchiale di Colombaia, inaugurata ieri, 6 gennaio 2010, giorno della Befana, durante la messa delle 10.
“A questa giornata – ha detto il parroco don William Neviani - Seguirà la celebrazione ufficiale, con la partecipazione del Vescovo. La ristrutturazione della piccola cappella ha condotto a risultati importanti, sia dal punto di vista funzionale-liturgico, sia da quello della restituzione di quell’atmosfera sacra che non può mancare a un luogo come questo. Ne sono orgoglioso e ringrazio le tante persone che hanno collaborato, partendo dall’architetto Prodi, alle imprese e, in particolare, ai tanti volontari”.
L’inaugurazione di una nuova chiesa, rara in tempi di ristrettezze economiche e crisi delle religioni, quanto meno nella nostra cultura, è un evento che si è ugualmente dimostrato importante e partecipato. Al punto da richiamare una folla di fedeli di diverse parrocchie, con una celebrazione liturgica ottimamente allietata dai canti natalizi del Coro dell’Unità Pastorale di Valestra, diretto da Elena Gandolfi.
Si può dire che il restauro della chiesa, fin dalle origini dedicata a Sant’Andrea, è stato a lui fedele. Reso possibile dai fondi ricavati dalla dismissione di beni parrocchiali, alle attività di demolizione della campata del vecchio presbiterio, sono seguite quelle di ricostruzione del nuovo edificio ampliato, e si è spostato il del presbiterio all’estremità opposta. “Altra demolizione ha interessato la copertura in cemento armato, particolarmente opprimente agli occhi. È stata sostituita con una nuova struttura lignea assai più leggera e attraente”, scrive l’architetto sul bollettino parrocchiale.
Alle spalle dell’altare, sulla parete di fondo, ecco l’incanto: l’opera di Prodi convive con una realizzazione moderna dell’artista Francesco Fontanesi. “La piccola croce si Sant’Andrea – altro particolare originale della chiesa – inserita in facciata nel piccolo ‘rosone’ è solo un accenno, ripreso all’interno dal pittore Francesco Fontanesi, che, con vigore e fantasia, ha raccontato il martirio del santo in una raffigurazione”. Siamo lontani da importanti sodalizi, noti al mondo dell’architettura e dell’arte del sacro, tuttavia la chiesa è da vedere, quanto meno per l’impatto che ha avuto e ancora avrà sulla socialità locale.
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Guarda le immagini (fotoservizio di Loretta Amorini e dell'autore)