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Montagna addio: veemente protesta dei sindaci comunitari

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Si è svolta questa mattina in Municipio a Castelnovo Monti la Conferenza stampa indetta dalla Comunità Montana insieme ai Comuni dell’Appennino reggiano per richiamare l’attenzione sulla proposta del Ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, inserita nella Finanziaria, che imporrebbe quale indice per valutare perché un comune possa essere definito montano una altitudine di 600 metri per almeno il 75% del territorio. Alla conferenza erano presenti il Sindaco di Vetto e Presidente della Comunità Montana Sara Garofani, il Sindaco di Castelnovo ne' Monti e vice Presidente dello stesso ente comunitario, Gianluca Marconi, il Sindaco di Carpineti Nilde Montemerli.

Alcuni Sindaci che non hanno potuto presenziare per il maltempo avevano comunque dato delega di rappresentarli.
Ha spiegato Marconi: “Sono diversi gli aspetti di questa Finanziaria che ci inducono a chiedere con forza un ripensamento al Governo. Nell’articolo 2 ad esempio lo Stato cessa di distribuire qualsiasi forma di sostegno alle Comunità montane, e nel comma 187 è inserita la norma di definire montani solo i Comuni con il 75% di superficie superiore ai 600 metri. Ciò per la nostra realtà vorrebbe dire non ritenere più montani i comuni di Casina, Carpineti, Vetto, Canossa, Viano, Toano, Baiso e Castelnovo ne' Monti. Ciò significherà non soltanto la perdita dei fondi statali destinati a tali Comuni, ma anche l’impossibilità di accedere agli aiuti che a tali territori attribuiscono Regione e Unione Europea”.

Ha aggiunto la Garofani: “Proiettando l’attuale proposta come se fosse confermata definitivamente, dato che non vi è alcun segnale da parte del Governo di voler cambiare la Finanziaria, per fare esempi molto concreti la Comunità Montana si vedrebbe venir meno circa 200 mila euro, con l’impossibilità pratica di chiudere il bilancio di previsione 2010 in parità. E per un Comune come Vetto si perderebbero fondi essenziali per mantenere gli attuali servizi. C’è insomma da parte del Governo una grave disattenzione verso i territori montani, ed una evidente discriminazione tra i cittadini, ad esempio tra i comuni delle Alpi e quelli degli Appennini, in una maniera che non mi sembra affatto casuale, ma invece studiata a tavolino perché a qualcuno fa comodo. La Regione ormai può sopperire fino ad un certo punto a questi fondi che vengono meno, come ha fatto negli ultimi anni, ma sicuramente non del tutto”.

Ha aggiunto Marconi: “Tra l’altro nei prossimi tre anni sono previsti ulteriori tagli di 216 milioni di euro sui fondi ordinari, quelli che permettevano agli enti di funzionare. Mi chiedo come possa sostenere queste scelte un partito come la Lega Nord, che si dice legata al territorio e fa del federalismo la sua bandiera, una forza ormai anche in Emilia ben rappresentata. Queste nuove norme, al contrario, alla prova dei fatti, ingessano ed impediscono l’autonomia finanziaria degli Enti locali. Credo che in una giornata come oggi basti guardare fuori dalla finestra, dove sta nevicando copiosamente, per capire senza ombra di dubbio che siamo in un paese di montagna, con tutte le problematiche a ciò legate”.

Duro anche l’intervento di Nilde Montemerli: “Al di là della perdita di identità per i nostri Enti nel non potersi più definire montani, le ricadute negative di questa scelta sono evidenti, e nella loro negatività si comprenderanno completamente solo dopo che sarà entrata in vigore: mi stupisce che da parte degli esponenti locali del centrodestra finora sia arrivato solo qualche tiepido commento in merito. E’ una norma che non possiamo permetterci di lasciare passare: credo che dovremmo autoconvocarci insieme a tutti i 94 comuni dell’Emilia Romagna che verranno esclusi dalla montagna con questa norma. La semplice altitudine come unico criterio distintivo non è ragionevole. Noi abbiamo ragazzi e bambini che si alzano alle 5 per andare a scuola, proprio per la conformazione del territorio: ci rubano davvero troppo”.
In conclusione i Sindaci hanno anche sottolineato alcuni altri aspetti a loro parere negativi della proposta: “Ci saranno ricadute che non riguarderanno solo gli enti locali. Prendiamo le scuole: sul mantenimento delle Direzioni e delle Presidenze ad esempio al momento riusciamo ad operare in deroga ai criteri numerici perché si tratta di istituti montani, e tali non saranno più (è stato fatto l’esempio delle scuole di Casina e Carpineti, ndr). Poi per le aziende del territorio: quelle agricole non potranno accedere ai finanziamenti previsti per chi opera in montagna, ed altre non potranno avere punteggi più alti riservati alle aziende montane. Se nei prossimi mesi sul territorio si dovrà chiudere un micronido, si potranno salare meno le strade, si potrà intervenire in modo più ristretto sulla viabilità comunale i cittadini verranno a chiedere spiegazioni a noi: vorremmo che capissero che questa scelta del Governo porterà a quelle conseguenze”.

DICHIARAZIONE A MARGINE DI SANDRO GOVI Presidente Unione del crinale
"Sono vicino alla protesta dei Comuni che rimarranno esclusi dalla qualifica di montani. La loro è una battaglia assolutamente legittima.E voglio aggiungere due riflessioni:
La prima è che questo è un federalismo alla rovescia: si ridurranno i consiglieri e gli assessori nei piccoli Comuni, mentre non si tocca il sistema centrale, il Parlamento. Invece gli amministratori periferici sono molto importanti per la democrazia, per il contatto diretto con la popolazione che garantiscono. Secondo punto: sono d'accordo che si possa ragionare su una definizione nuova delle Comunità Montane, ma con queste riforme si tolgono solamente soldi alla montagna, si danneggia il territorio, e questo non va assolutamente bene".

12 COMMENTS

  1. Chi ci rappresenta??
    Io mi sono sempre chiesto: ma al governo esiste qualcuno che mi possa rappresentare? Perchè con le votazioni è questo che dobbiamo fare, giusto? Eleggere qualcuno che rappresenti noi “montanari” laggiù dove conta. E da questa notizia ho avuto la conferma dei miei dubbi… Che sia di sinistra che sia di centro o di destra nessuno pensa alla situazione della propria provincia ma segue il gruppo anche se non fa la cosa giusta. Già la situazione della viabilità e dei servizi è al limite, togliendo pienamente i fondi perderemo anche quel minimo di aiuti che ci tengono in questa situazione e alla fine su chi cadrà la colpa? Sarà proprio sui sindaci dei comuni coinvolti.
    Ma mi sorge un’altra domanda… Noi le tasse le versiamo ugualmente e per molti è un 50% dei nostri guadagni… Dove andranno a finire tutti? Per questo sono dalla parte di quei sindaci che si stanno vedendo esclusi dalla Comunità montana e spero veramente che verranno modifiche alla legge, perchè altrimenti si vedranno tutti i cittadini dei comuni contro di loro che non hanno colpe… E viste queste cose… Non mi stupirebbe che nascessero in futuro “Comunità collinari”… con ulteriori presidenti, vicepresidenti e varie cariche a cui pagare uno stipendio…
    E a rimetterci saremo sempre noi cittadini.

    (p.g.)

  2. La sinistra si è buttata a capofitto nella campagna elettorale
    Peccato lo faccia senza informarsi in modo concreto o forse, peggio ancora, riempiendo i montanari di notizie demagogiche. Stupisce ancora di più che a tutto questo si presti una tv autorevole come Telereggio, senza convocare un contraddittorio. Dico questo perchè sembra nessuno di loro sia al corrente della riforma presentata nel 2007 dal governo Prodi, non andata in porto solo perchè cadde il governo, con un fine
    peggiorativo dalla proposta Calderoli, cioè la definizione dei comuni montani, con 80% (e non il 75%!!) del territorio sopra il livello del mare (quotidiano @CL’unità#C del 14 aprile 2007, pagina 4). E tutto ciò senza nessun disegno di legge sul federalismo fiscale, dove, a differenza, questo governo ha già approvato in prima istanza ed in ritardo sui tempi a causa di chi ora lo invoca come fosse l’acqua santa, avendo indotto i cittadini a non votarlo nel referendum del precedente governo di centrodestra. Un po’ di coerenza di certo non guasterebbe. Falsa poi la dichiarazione che non ci saranno più fondi per i comuni esclusi da quelli definiti montani. 50 milioni saranno distribuiti per il 30% ai soli comuni montani ed il 70% ai restanti comuni sotto le vecchie comunità montane. Tutto questo in via provvisoria, per arrivare alla definitiva approvazione del federalismo fiscale “finanziaria 2010, voce contributi montani”. Sulla soppressione delle comunità montane, anche qui proposta governo Prodi volta allo stesso risultato. Si potrebbe obiettare che i 200mila euro di finanziamento persi non basterebbero a pagare i costi di mantenimento dalla comunità montana stessa.
    Per concludere sulle accuse alla Lega meglio sarebbe, come ripeto da tempo, più collaborazione seria da parte dei sindaci, per aiutare la montagna, e più coerenza da parte di alcuni di loro nel chiedere aiuto ad Alessandri, negli incontri avuti con lui, e poi accusare la Lega di demagogia.
    Curiose poi le dichiarazioni di Govi.

    (Romano Albertini, consigliere provinciale Lega Nord)

  3. Finalmente!!!!
    Finalmente!!!! Vivere sul crinale è diverso che vivere a Castelnovo ne’ Monti e dintorni!! Sfido chiunque a dimostrare il contrario!!! Finalmente si prova a cambiare!! So che a chi tocca rode, ma è da troppo tempo che territori collinari si reputano montani e vivono e si spartiscono contributi alle spalle di chi come noi è numericamente inferiore. Ora che saranno solo i terrirori montani a godere di diritto di alcuni privilegi, forse qualche cosa cambierà!!! Sempre che chi ci amministra sappia cogliere questa grande opportunità!! Ma fino a quando un montanaro doc come Govi non è contento di tutto questo sarà davvero dura!!! Non riesco a capire come il buon senso non prevalichi una vecchia mentalità politica.

    (Enrico Ferretti, Cerreto Alpi)

  4. Aspettando…
    Dove sono il Partito delle Libertà e la Lega Nord, sempre pronti a commentare localissime vicende politiche? Da “Roma ladrona” ci stanno tagliando SOLDI ogni giorno (esempi?: scuola, comuni, comunità montane) per ripianare debiti probabilmente fatti altrove. Vale la pena dire ciò che si pensa anche se può disturbare il manovratore? Non è il caso di offrire fattiva collaborazione alle istituzioni locali in questo frangente? Aspettiamo…

    (Elio Peri)

  5. Energica protesta contro il ridimensionamento della Comunità montana
    Anche le istituzioni stanno perdendo il significato della democrazia rappresentativa. Il presidente della Comunità montana, sindaco di Vetto, deve protestare o deve convocare il Consiglio comunale e il Consiglio comunitario per affrontare le scelte fatte dalla finanziaria, di ridimensionamento della Comunità? Le opposizioni cosa fanno? Tacciono o prendono posizione all’interno degli organismi comunitari? Svegliamoci ed applichiamo prima le regole della democrazia, poi possiamo anche sbizzarirci in autoconvocazioni!!! Purtroppo anche questo è un segnale preoccupante di decadenza politica ed istituzionale a cui nessuno si oppone.
    E i cittadini chi li ha consultati e i consigli comunali chi li ha convocati? In ogni caso, piaccia o no, vale la regola secondo cui o si è capaci in materia di scelte ammnistrative eque, di autoriorganizzazione, cosa che le istituizioni locali non hanno mai fatto, oppure lo Stato interviene e chi paga i costi delle inefficienze amministrative sono i cittadini. I sindaci e i consiglieri comunali o comunitari sopravvivono a se stessi.

    (Giano bifronte)

  6. Tagliare sì, ma non nelle nostre montagne
    Protestare ad alto livello (sindaci) non conta molto, credo che si debbano coinvolgere anche le minoranze e soprattutto la gente, la cosiddetta base. Eppure i sindaci della nostra Comunità montana si sono riuniti ed hanno escluso i rappresentanti di minoranza, che guarda caso sono del Pdl, della Lega, dell’Udc. Uno Stato che deve ridurre le spese deve pur tagliare da qualche parte. Incominci dalla riforma del Parlamento con la riduzione dei parlamentari e dei loro privilegi, dalla riduzione delle varie commissioni, dagli enti inutili, dalle macchine blu, ecc. ecc. Per quanto riguarda la montagna credo si debba scegliere: o la formazione delle unioni di comuni montani o le comunità montane, enti comunque che devono funzionare e non carrozzoni offri-poltrone. Per tutto ciò che riguarda il merito mi associo alle dichiarazioni di Albertini, che mi sembrano piuttosto veritiere e documentate.

    (Bruno Tozzi, capogruppo Pdl Comunità montana)

  7. Era ora
    Speriamo sia la volta buona. Forse qualcuno ha capito che non si può parlare in generale di montagna. Forse qualcuno ha capito (ma non lo vuol dire) che nella montagna esiste il crinale ed i paesi e comuni dei crinali, almeno quelli emiliani, sono svantaggiati rispetto alle altre zone della “montagna”:
    – disagi e costi aggiuntivi per la mobilità…;
    – disagi e costi aggiuntivi per la gestione dei servizi alle persone;
    – calo ed invecchiamento demografico e successive conseguenze disastrose;
    – ambiente sempre più abbandonato al dissesto idrogeologico, causa la non più presenza dell’uomo (coltivatore dei terreni);
    – difficoltà nel mondo del lavoro manuale causate dal clima e dalle intemperie;
    – maggiori spese per il riscaldamento;
    – paesi senza punti vendita almeno di generi alimentari e punti di ritrovo;
    – beni immobili sempre più svalutati e mercato immobiliare fermo da anni;
    – aziende che non vengono ad investire da noi, o nemmeno tentano; troppi costi e rischi futuri, anche di eventuale ritorno.
    Potrei continuare, ma ho già detto le stesse cose parecchie altre volte. Anziché la solita contrapposizione politica, chiediamo, tutti, semplici residenti del crinale ed amministratori, una maggiore attenzione alle nostre zone ed una “fetta di torta” leggermente più grande rispetto alle altre zone. Chiediamo a tutti i livelli amministrativi, e questa è una buona occasione, di non valutare i trasferimenti e tutte le azioni concrete, in termini di popolazione, ma di “TERRITORIO DISAGIATO E SVANTAGGIATO”.
    Sono curioso di conoscere il parere dei sindaci del crinale a tal proposito.

    (Fabio Leoncelli)

  8. I bla, bla, bla…
    …e puntualmente i bla bla bla sono arrivati! Si sono riuniti i sindaci? Questa non è democrazia! E via con i richiami al popolo ed alla “base”, quasi vivessimo quarant’anni addietro! Chi ha votato la legge finanziaria ha consultato il popolo, la “base”? I più disagiati non siete voi, siamo noi: evviva il taglio alla comunità montane! Quasi che a Vetto non sappiano più dove collocare le imprese che migliaia di imprenditori (chissà perché devono sempre essere non montanari gli imprenditori!) vogliono impiantarvi o che da Ligonchio in giù siano stati fatti investimenti faraonici per la SS 63 (chiedere al Comitato, per informazioni). Ci hanno ridotto alla guerra tra poveri che ricorda brutti momenti della nostra storia e brutte situazioni ancor oggi esistenti nel mondo.
    Hanno tagliato 200mila euro? Briciole! Non basterebbero a pagare i costi di mantenimento dalla Comunità montana stessa. Vero, briciole. Non bastano nemmeno a pagare l’“assegno di reinserimento sociale” a cui, secondo Stella e Rizzo, hanno avuto diritto diversi candidati ex-parlamentari che noi, colpevolmente, non abbiamo eletto e che, in alcuni casi, ammontano a cifre superiori ai 340mila euro. Ma bastano per il sale per le strade o a fare in modo che 2 coltivatori non abbandonino la montagna.
    Chi ha elargito o sta per elargire questi “doni” ha consultato il popolo, la “base”? I sindaci protestano? Male, se non lo fanno con Pdl, Lega ed Udc! Si vede dai commenti quanto Pdl, Lega ed Udc siano disponibili a protestare. A parte una nota di Tozzi (“Uno Stato che deve ridurre le spese deve pur tagliare da qualche parte. Incominci dalla riforma del Parlamento con la riduzione dei parlamentari e dei loro privilegi, dalla riduzione delle varie commissioni, dagli enti inutili, dalle macchine blu, ecc. ecc.”) alla quale decine di esempi, anche più consistenti (esempio: Alitalia o Ponte di Messina) possono essere aggiunti, il ritornello della difesa d’ufficio di quanto deciso altrove sulla nostra pelle è, tristemente, ricominciato.
    Brutta situazione! Una comunità divisa in bianchi e neri dove il bianco legittima sempre e solo il bianco ed il nero mostra di essere molto, molto malata perché non esercita in alcun modo la democrazia. Diventano inutili i continui richiami al popolo se i bianchi non ascoltano i neri e viceversa. E di passo in passo presto saremo disponibili ad accettare, solo perché l’ha detto o fatto un bianco o un nero qualunque cosa. Non sono un appassionato di strutture, soprattutto se pubbliche, che non rispondano a requisiti di efficienza ed efficacia e laddove ne esistano che non corrispondono a tali requisiti ritengo debbano essere sistemati, ristrutturati, financo aboliti (a proposito: a turno tutti i maggiori partiti, Lega compresa, negli ultimi anni si sono fatti paladini dell’abolizione delle province; dove sono finiti quei grandi propositi, sotto qualche poltrona provinciale conquistata?). Qui, però, in una zona dove comunità montane a livello del mare non sono mai esistite, si stanno togliendo soldi ai cittadini: ai servizi che li aiutano a vivere meno indecentemente in montagna (anche sotto i 700 metri); alle agevolazioni a chi cerca di mantenere in montagna il proprio lavoro; ai fondi (di quelli comunitari nessuno parla da Busana in giù?) che verrebbero a mancare. Ma non preoccupiamoci. Presto ci saranno le elezioni regionali. Qualche leggina verrà pur fatta, che dimostri la magnanimità di chi governa! E tante saranno le promesse di sviluppo delle zone montane!

    (Elio Peri)


  9. Che qualcosa andasse fatto anche sul versante delle comunità montane vere o presunte mi pare sacrosanto. Purtroppo quello che ne esce è il solito pastrocchio all’italiana a cui, questo come i governi di centrosinistra, ci hanno abituati. Per timore di fare l’unica cosa giusta ma impopolare (eliminare definitivamente le comunità montane e dare più poteri e più soldi ai comuni del crinale che effettivamente li meritano) si è preferito, appunto, una leggina che facese morire d'”inedia” le comunità montane. Se questo è l’andazzo è inutile aspettarsi un radicale taglio degli enti inutili a cominciare dalle province (eliminazione promessa in campagna elettorale, peraltro). Se i fondi che potevano giungere a Castelnovo venissero dirottati ai comuni del crinale (andando ad incrementare quelli che già hanno) ne sarei solo contento; se Castelnovo ed altri comuni non ricevessero più tali fondi e i comuni del crinale non vedessero un euro in più da questa sottrazione allora sarebbe veramente una fregatura.
    Salute.

    (R.S.)


  10. Solo per precisare, leggendo i commenti sull’argomento, sembra che alcune persone intervengano per sentito dire o solo per partito preso.
    1) Il taglio delle comunità montane parte dalla finanziaria Prodi per l’anno 2008, demandando alle regioni la facoltà di tenerle, ma con il taglio obbligatorio del 30% delle spese; la Sicilia e la Sardegna le hanno eliminate tutte, l’Emilia-Romagna le ha tagliate metà, forse non poteva tagliare tutte le poltrone di riserva???
    2) I comuni non hanno più bisogno come negli anni cinquanta di un ente che gli porti i soldi, ora sanno tutti come fare.
    3) Ripeto: sulla finanziaria 2010 ci sono 35 milioni che le regioni potranno decidere se darli ancora ai comuni non più montani o destinarli ad altre voci di spesa.
    3) L’eliminazione delle province: da consigliere provinciale spero la portino avanti, servono veramente a poco.
    4) Sui tagli delle poltrone di Roma è ora di smettere di dare la colpa alla Lega, visto che chi continua a nominarli di certo non è andato o ha votato contro al referendum sul federalismo (che ora tutti invocano, sindaci compresi), avendo così evitato il taglio del 30% dei parlamentari!!!!!!!
    Ok????

    (Romano Albertini, consigliere provinciale Lega Nord)

  11. Ok!!!
    Problema: se 35 milioni fanno circa 1.750.000 a regione e supponendo che il doppio (perchè siamo bravi?, perchè siamo di più?, perchè siamo “rossi”?, perchè finalmente non andranno a finire da altre parti?) arrivino all’Emilia-Romagna, calcolare quanto arriva a ciascuno dei 94 comuni esclusi (cifra non contestata alla presidente Montemerli), ammesso che la Regione sia tanto magnanima da darglieli proprio tutti. Soluzione: 37.235 euro. Da costruirci un’autostrada Appennini-Ande!
    Mi sembra la storia del TFR non opzionato “preso in prestito” dall’INPS (soldi di persone, non di enti inutili!) per coprire disavanzi del bilancio statale: intanto li prendiamo o tagliamo, poi qualche santo li restituirà!
    Qualche informazione sulle posizioni dei partiti sulle province e sulle poltrone provinciali (quelle presidenziali, non quelle di semplici consiglieri)? Ecco: http://laderiva.corriere.it/2008/12/.
    Qualche informazione su come si spendono i nostri soldi? Ecco:
    http://laderiva.corriere.it/2009/03/;
    http://laderiva.corriere.it/2009/04/;
    http://laderiva.corriere.it/2009/05/;
    http://laderiva.corriere.it/2009/09/.
    Non chiuderò con un arrogante OK?, ma con l’augurio che tutti possiamo cominciare a riappropriarci del senso del bene comune.

    (Elio Peri)


  12. Era ora che qualcuno ammettesse la differenza tra la montagna e la pianura. Come si può pensare che vivere a Gazzano di Villa Minozzo (o qualsiasi altro paese del crinale) sia come vivere a Viano o Casina?
    La vicinanza al posto di lavoro, la possibilità di trovare lavoro, la vicinanza alle scuole, le vie di comunicazione, la vicinanza all’ospedale, ecc. ecc. non sono sicuramente paragonabili; quindi ritengo giusto che gli aiuti destinati alla montagna vengano utilizzati come tali.
    Per rispondere a Enrico Ferretti il signor Govi sarà sicuramente stato costretto dal partito ad aderire; mi rifiuto di pensare che non sappia o non veda la differenza tra abitare a Collagna e abitare a Viano.
    Ciao a tutti.

    (Paolo Diambri)