Faremo anche quest’anno la marcia della pace, in alternativa al cenone, la sera del 31 dicembre per le strade della città.
Continuare a Reggio questa più che decennale tradizione significa riaffermare che la pace cammina con noi e che tale cammino non si arresta con l’anno che finisce; significa andare incontro al nuovo anno e iniziarlo in piedi, in cammino, con le fiaccole accese, facendo soste di riflessione per rinnovare e rilanciare un impegno fondamentale e comune. Inoltre, concludere la marcia con un breve momento per gli auguri e la benedizione del Vescovo e poi, per chi lo desidera, continuare con la Veglia di preghiera, significa affidare la nuova tappa del cammino a Colei che ci ha dato il Re della Pace e della Giustizia; significa affermare che la Pace per noi ha un nome, un volto, uno stile, ed è anzitutto un dono da chiedere, da accogliere, da custodire e da condividere con tutti coloro che incontreremo nel nostro cammino o che affiancheremo nel loro, nella quotidianità dei giorni, nella molteplicità degli incontri e delle relazioni, nella diversità dei luoghi, delle culture e dei ruoli.
Il tema della marcia è tratto dal Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace, il 1° gennaio, tema già annunciato da tempo: “Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato”.
Va detto che la pubblicazione del Messaggio stesso è stata posticipata al 15 dicembre, in coincidenza con il “vertice dei 27” sul clima a Copenaghen. Come da previsioni, le trattative sono state complesse e faticose, sofferte e insoddisfacenti. E non è detto che poi saranno realizzate con coscienza e coerenza. Oltretutto i Paesi più poveri, che pagano pesantemente le conseguenze dei cambiamenti climatici (siccità o alluvioni, scarsità di cibo, di acqua potabile, di medicine, crescita di epidemie, etc.) hanno già espresso la loro insoddisfazione e preoccupazione.
Mediteremo il Messaggio del Papa durante la Veglia. Nel corso della marcia rifletteremo su problemi locali legati al tema dell’ecologia sia umana che ambientale, come l’intercultura e la legalità, l’acqua, bene comune, gli stili e una disciplina di vita, la produzione e lo smaltimento dei rifiuti, la riqualificazione del territorio, la bellezza del creato. Realtà concrete, di fronte alle quali i promotori (Pastorale Giovanile, Caritas, Centro Missionario e Coop. “L’Ovile”) e i gruppi coinvolti (i giovani de “La Gabella”, del Comitato provinciale Acqua Bene Comune, de “Il Granello di Senapa”, l’Associazione dei Rurali Reggiani e il Seminario diocesano) si sono impegnati ad offrire una breve analisi della situazione locale, insieme a poche ma precise proposte di comportamenti virtuosi individuali e collettivi.
La crisi ecologica va affrontata globalmente dai governi e dalle autorità competenti… ma va vissuta con tenacia e responsabilità, con coscienza e disponibilità al coinvolgimento anche da parte dei singoli cittadini e dalle organizzazioni e forze della cosiddetta società civile: “tutti gli esseri dipendono gli uni dagli altri nell’ordine universale stabilito dal Creatore… Se la famiglia umana non saprà far fronte alle nuove sfide con un rinnovato senso della giustizia ed equità sociali e della solidarietà internazionale, si corre il rischio di seminare violenza tra i popoli e tra le generazioni presenti e quelle future” (Comunicato del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace).
L’aumento delle tragedie umanitarie e ambientali sul pianeta terra rende ancora più urgente un sussulto di coscienza e un impegno permanente: ecco perché invitiamo a marciare e a vegliare, proprio in una notte in cui molti cederanno alla tentazione di non pensare o di aggravare la situazione…
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DIOCESI REGGIO EMILIA-GUASTALLA
MARCIA della PACE - 31 dicembre 2009, ore 21, Reggio Emilia
Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato
Gruppo di Coordinamento: Servizio Pastorale Giovanile, Caritas Diocesana, Centro Missionario Diocesano, CdC, Coop. “L’Ovile”.
Gruppi coinvolti: Centro Giovanile “La Gabella”, Comitato provinciale Acqua Bene Comune, Il Granello di Senapa, l’Associazione Rurali Reggiani, Pax Christi, Case della Carità e il Seminario diocesano.
Un po’ di storia della Marcia
Nel dicembre 1993 viene organizzata, per la prima volta, la marcia della pace a Reggio Emilia. Marcia che si ispirava e faceva riferimento alla marcia Nazionale della pace che Pax Christi e altri organismi promuovevano la notte di San Silvestro.
Erano gli anni della guerra nella Ex Jugoslavia e dei massacri in Rwanda e a Reggio Emilia c’era molto fermento nella società civile e in vari organismi di ispirazione cristiana sui temi della pace, della mondialità e della solidarietà.
Si costituì così un coordinamento composto da Caritas diocesana (sostenuta dai numerosi obiettori di coscienza che in quegli anni svolgevano il Servizio civile e dai nuovi impegni assunti dalla diocesi in Albania e Rwanda sotto la spinta propositiva di don Luigi Guglielmi), l’Oratorio Cittadino e il Coordinamento Giovani della città (sospinti dal vulcanico don Vittorio Chiari), Pax Christi e Beati i Costruttori di pace, (guidati da don Eugenio Morlini), i Servi della Chiesa e la Coop. Ovile (animati da don Daniele Simonazzi), le Case della Carità (guidate da don Romano Zanni), il Centro Missionario (presieduto da don Luciano Pirondini), il gruppo “Una Montagna di Aiuti” (impegnato nell’accoglienza di profughi della Ex Jugoslavia e in diversi campi in Bosnia) e tanti altri gruppi e uomini di buona volontà.
La marcia, ha inizialmente avuto un approccio molto laico al tema della pace, intesa soprattutto come momento di dialogo e di confronto con culture e religioni diverse, mostrando particolare attenzione ai bisogni dei più deboli. Ogni anno, veniva proposto di devolvere il corrispettivo del Cenone a chi soffre e ha meno di noi, primo passo per costruire la vera civiltà dell’amore. Durante la marcia, si alternavano letture di testi (sia testi sacri che testi di autori di varie religioni) e testimonianze. Si concludeva insieme, con un momento di gioia e di condivisione (qualcosa di caldo per riscaldarsi e una fetta di panettone o pandoro per festeggiare) e a volte con la S. Messa o la Veglia di preghiera.
Alcuni fondamenti
- La Marcia è nata ed è stata vissuta come “alternativa” al Cenone, dunque comprendente l’aspetto del digiuno e della sobrietà, da proporre.
- Altro aspetto importante è quello della riflessione - coscientizzazione - su alcuni temi di attualità sociale legati alla Pace.
- Il riferimento utile e significativo al Messaggio del papa per la Giornata della Pace.
- Segno importante è il camminare insieme e il sostare per riflettere …
- La Marcia è sempre stata aperta a tutti, è per tutti.
- Prevede un libretto con sopra i testi e le testimonianze fatte lungo il percorso.
Il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano aderisce alla marcia della pace e dell’ambiente promossa dalla diocesi di Reggio Emilia che si terrà nella serata del 31 dicembre per le vie del capoluogo reggiano. A poche settimane dal vertice di Copenaghen, ove è emersa una grande consapevolezza del mondo ma anche una distanza tra i bisogni della Terra e la capacità di decisione dei governi, diventano importanti le azioni diffuse, la cultura, l’affermazione dei valori dell’ambiente. L’Ambiente è bene comune, terreno di una nuova solidale responsabilità e di una innovazione nell’economia e negli stili di vita e nell’etica civile.
Il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano sente come propria ogni azione mirata a fare avanzare tutto questo in Appennino e sull’insieme del territorio della Provincia di Reggio Emilia.
(Claudia Vago)
C’è ancora bisogno di una marcia
Anch’io stasera parteciperò alla Marcia della Pace. Per sottolineare che tutti, proprio tutti, possiamo fare qualcosa, nel piccolo e nel grande. Anche solo rinunciare ad un cenone e marciare con altri. Ed è forse è questo il punto ancora più alternativo: camminare con, lentamente, parlando, pensando. In un mondo che corre, che non lascia più spazio alle relazioni, al dialogo, camminare e parlare con altri è già una sfida. Il tema quest’anno è molto vicino a quello del primo anno: giustizia, pace e salvaguardia del creato. Come a ricordarci che le sfide sono sempre le stesse ma ogni giorno possiamo fare qualcosa in più per affrontarle. Almeno un passo.
(Mauro Bigi, sindaco di Vezzano sul Crostolo)