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Viaggio all’inferno: andata e ritorno

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COLLAGNA (11 dicembre 2009) - "Un vero inferno". Parola di Roberto Malvolti che, su you tube, denuncia quanto da tempo va dicendo col Comitato strada statale 63. Questa arteria è abbandonata a sè stessa. E i montanari che scendono a valle per lavoro sono ormai avvezzi a questo stato di trascuratezza. Che però può risultare estremamente pericoloso se si considera, come si vede nel video su You tube, che con l'abbassarsi delle temperature e la prolungata mancata manutenzione il manto stradale può diventare un torrente da guadare o, peggio, una pista ghiacciata sulla quale è meglio... non pattinare.
Segnalazioni ai carabinieri e all'Anas, ma il giorno dopo altro video: tutto come prima.

* * *

Proproniamo di seguito l'ultimo documento del Comitato

Viaggio nell’inferno della SS63, la storia di 2 viaggi da Castelnovo ne’ Monti alla Biola “frana alla variante” andata e ritorno.

"A noi del comitato basterebbe solo il titolo, per far capire al lettore di cosa parliamo, di cosa abbiamo visto e documentato con macchina fotografica e telecamera, ma vogliamo raccontarvi le nostre sensazioni, le nostre emozioni e il nostro sconforto.
Partenza alle ore 06,50 del 09/12/2009 alla volta della FRANA, per documentare quanto accaduto, la giornata è tersa, inizia ad albeggiare, fa freddo, saliamo in macchina ed il nostro viaggio inizia, il traffico è poco o nullo, solo alcuni camion in direzione Collagna, e qui ci domandiamo: dove sono le forze dell’ordine? Questi bisonti salgono, mangiano la strada, sorpassano auto, velocità folli per un mezzo di tale mole, mentre pensiamo abbiamo già percorso alcuni Km ed arriviamo al 63,00, la strada luccica, per circa 10 metri una lastra di ghiaccio, l’acqua che fuoriesce dalla cunetta “inesistente” in quanto colma, attraversa tutta la strada e ghiaccia.

Pochi minuti e facciamo la prima telefonata ai Carabinieri di Castelnovo ne’ Monti, segnalado il problema e la gravità della situazione.
Il viaggio continua, passiamo Monteduro e poco prima dell’incrocio per Regnola a ridosso di una curva la stessa cosa, ci fermiamo e fotografiamo, ripartiamo ed al Km 60.800 i nostri occhi non credono, all’interno di un tornante, nelk tratto più pendente della Sparavalle, la cunetta colma ha creato un fiume di ghiaccio che attraversa la strada, ci fermiamo per far segno agli automobilisti che scendano verso Castelnovo, ci sbracciamo.

Indignati, ritelefoniamo ai Carabinieri segnalando il Km, l’operatore gentilmente ci spiega che ha già avvertito l’ANAS e ci raccomanda al bisogno di richiamare.
Ringraziamo e risaliamo in macchina, ma la macchina non né vuol sapere di ripartire, le ruote slittano, allora attiviamo le 4 ruote motrici e saliamo piano piano, il nostro pensiero è rivolto ai nostri concittadini che tutti i giorni fanno questa strada per recarsi al lavoro, nel mentre transitano 2 autobus pieni di ragazzi che si recano a Castelnovo per studio.

I nostri pensieri non si fermano, sono rivolti a colui o coloro che dovrebbero garantirci la sicurezza, la transitabilità della strada, invece i fatti sono diversi, lo sguardo va all’orologio e la mente ELABORA che a quell’ora l’Ingegnere sarà al CALDUCCIO, incurante del PENDOLARE che scivola sul ghiaccio.

La strada davanti a noi scorre ed arriviamo al Km 59.100, pensiamo di sognare, la strada è bianca, 2/4 centimetri di ghiaccio per 20 metri di strada, ci fermiamo a guardare il perché, cerchiamo il motivo di tanto DISASTRO, siamo in curva, alla fine di un rettilineo ove le macchine vanno forte e in piena curva, UNA PISTA DA BOB.

Attraversiamo la strada e ci vien da ridere, tutto questo è causato perche 2 metri di cunetta ostruita non permettono all’acqua di defluire nel TOMBINO, che è li che dice:
Sono qui sono qui, acqua dove vai!
Se avessimo un badile, puliremmo noi, ma poi la mente va alla lettera dell’ANAS dove ci diffidava dal pulire le cunette ed i tombini con tanto di “promessa” denuncia per danneggiamento, che la SS63 era dell’Ingegnere e cha a tutto pensava Lui. Ed all’ora Ingegnare Lei d’ove, le macchine qui sfrecciano, non un cartello, non un chicco di sale!!!

Ma che c…o di strada, dimenticata non da Dio ma dagli uomini!!!

Altra telefonata ai Carabinieri.

Si riparte, i rigagnoli di ghiaccio abbiamo smesso di contarli, ovunque ti giri ne conti uno, due , tre e poi pensi:
Ma non vedi che è tutto uguale, cunette ostruite, tombini pieni, muri diroccati, i nostri pensieri vanno ai viaggi in moto, alle strade delle altre provincie, un confronto impietoso il nostro.

Quelle sono strade, la nostra una mulattiera allo sfascio, carica di grandi promesse mai mantenute, promesse da mercante come direbbe un mio amico.
Il viaggio continua, le domande pure, ci chiediamo:
Chi ha permesso ciò, chi ha permesso lo sfascio di una strada, delle case cantoniere, ed allora mi viene alla mente le grondaie di casa mia, paragone strano, ma che calza a pennello!, le mie mantenute e riverniciate, in 20 anni 150 € di vernice, quelle del vicino mai fatto manutenzione in 20 anni sostituite 1 volta e spesi oltre 2000,00 la morale? Nella SS63 non è stato speso 100 per manutenzione ora si spende 10000 per rimediare! Altra domanda? Chi paga, NOI NOI NOI riecheggia nella mente.

Arriviamo ad Acquabona, appena fuori dall’abitato troviamo l’inimmaginabile, 100 metri di strada a specchio, una lastra unica di ghiaccio, non un cartello, non un po’ di sale, anche se quest’ultimo farebbe ben poco vista l’acqua che esce dalle cunette PIENE , altro filmato, foto e si riparte.

Saliamo verso l’incrocio per Collagna, la strada è piena di terra, foglie, ghiaccio, le cunette sono piene, avanti a noi è tutta così.
Arriviamo al ponte della Biola, pieno di terra, l’asfalto è marrone, un misto di ghiaccio e terriccio, appena avanti posteggiati escavatori e il furgone PRONTO INTERVENTO ANAS, con adesivo Global Service, ridiamo per non piangere saliamo, un gruppo elettrogeno, arriviamo alla curva dopo la frana, a poche decine di metri da quel tombino INCRIMINATO e segnalato a NOVEMBRE ad ANAS da Comitato, forse siamo stati VEGGENTI, o forse solo realisti, la segnalazione era precisa al METRO, ma nulla è stato fatto , e puntuale ad un anno esatto il TEMPO ha PUNITO gli uomini per la loro inefficienza, la loro superiorità, si perché loro che siedono a BOLOGNA sono troppo superiori per ASCOLTARE dei poveri montanari che segnalano un problema REALE, la memoria va a circa 1 anno quando Malvolti scriveva su REDACOM di questo dirigente ANAS che accompagnato dall’autista, si recava a vedere la frana e come lui tutti i politici, poi proclami faremo, presto e bene dicevano!!! Ed invece la triste realtà, il clima, una pioggia di 1 giorno ha fatto ricordare agli UOMINI quanto piccoli sono e quanto le BALLE hanno le gambe corte.

Filmiamo, fotografiamo e ci domandiamo:
quanti disagi dovranno ancora patire questi montanari, gli scolari, i turisti, quanti danni dovranno ancora patire gli operatori commerciali della nostra montagna! Fa freddo e l’ultimo pensiero lo rivolgiamo a quell’omino del PRONTO INTERVENTO ANAS e di riflesso a quell’Ingegnere che a quell’ora sarà nel suo letto bello caldo.

Si riparte, giù per questa mulattiera, gli occhi alla strada e ogni tanto alle rovine di essa, muri, ponti, buche, ghiaccio, mentre scendiamo verso Castelnovo ne’ Monti si pensa ai rischi che corre un’utente della SS 63 nel percorrere questa strada, quante insidie, ma non create dalla strada, ma dall’UOMO che dorme caldo nel suo letto, che sicuramente nulla SA di noi montanari.

Arriviamo a Castelnovo alle 8,30 il ghiaccio è ancora tutto li dove era all’andata, nonostante che i Carabinieri abbiano avvertito il personale ANAS preposto, siamo incolumi e forse andare in chiesa ad accendere un cero non farebbe male.

Ci la lasciamo, con la promessa di ripartire domani mattina alla stessa ora, per vedere se le segnalazioni, le telefonate ai Carabinieri sono servite a qualcosa.
Giovedì 10/12/2009 partenza ore 7,00, alla volta del Cerreto, sono solo, il mio interlocutore di ieri non ha potuto accompagnarmi, si parte, ma l’inizio non è buono tutto come ieri, con una sola differenza, IL SOLE, l’amico dell’uomo a differenza dell’uomo che dorme, ha dato una mano agli utenti della SS63.

In alcuni punti i rigagnoli sono cessati, non perché l’uomo mandato da BOLOGNA ha pulito o ha gettato il sale, ma solo perché il sole ha asciugato.
Mi basta arrivare all’incrocio di Ramiseto e tornare, ho capito che ieri è servito a poco, nulla è cambiato, le mie telefonate ai carabinieri sono servite a zero, tutto è come immortalato in una foto il tempo è bloccato, l’acqua scorre e l’incuria rimane.

Ora lascio al lettore decidere cosa pensare di ANAS, oppure se decidere di passare dalla chiesa per accendere un cero prima di partire, forse serve, Io spero che un giorno non si debba piangere un morto, si perché tutti dicono che la velocità UCCIDE, ma sicuramente una strada così da una forte mano.

Il mio ultimo pensiero lo rivolgo a Lei Ingegnere, si faccia vivo, mi chiami, la invito ad un viaggio andata e ritorno nell’inferno della sua Strada, la accompagnerò io personalmente, con la mia macchina, non si preoccupi pago Io, le offrirò anche il pranzo, in modo da avere un po’ di Tempo per spiegarLe cosa i montanari vogliono da lei.
Non abbia paura il Comitato non mangia, forse incontrandoci capirà come sono fatti i montanari".

1 COMMENT

  1. Ghiaccio
    Domenica 06/12/2009 salendo da Fivizzano verso Castelnovo la statale 63 era salata fino al passo. Mi chiedo come è possibile che nello scendere non era stato sparso un chicco di sale. Io vivo a Genova da molti anni e in inverno è sempre peggio la transitabilità della statale. Le istituzioni dove sono? Non è solo la velocità causa di incidenti, è anche il ghiaccio. Chi è preposto a controllare la viabilità mi sembra che non lo faccia. Auguri statale.

    (Danilo Martinelli)