Home Cronaca “Più risorse alle forze dell’ordine e meno ronde”

“Più risorse alle forze dell’ordine e meno ronde”

5
0

Il Pd della Provincia chiede per il territorio reggiano almeno 30 agenti in più. Questo in sintesi quanto contenuto in un ordine del giorno sulla sicurezza approvato dal Consiglio provinciale di Reggio Emilia, presieduto da Gianluca Chierici, con 18 voti favorevoli (Pd, Italia dei valori, Udc e Rifondazione
comunista) e 8 contrari (Pdl e Lega nord). Nel documento, illustrato in aula dal consigliere del Pd Paolo Croci, si esprime inoltre solidarietà alle forze dell'ordine e ai loro sindacati in relazione ad una situazione definita "preoccupante a causa dei tagli del governo".

Il documento del Pd esprime una "forte critica alle scelte del governo che sostiene un sistema di sicurezza dove hanno più importanza le ronde dei cittadini che le forze dell'ordine dello Stato". Respinto un ordine del giorno della Lega Nord nel quale invece si affermava sostegno alle politiche in materia di sicurezza attuate dal governo e si chiedeva anche per la provincia di Reggio Emilia la sottoscrizione di uno dei cosiddetti Patti per la sicurezza. In particolare, la Lega Nord nel documento indicava tre soggetti quali del modello della sicurezza portato avanti dal ministro Roberto Maroni: "Le forze dell'ordine, i diversi livelli di governo e i cittadini".

Ed è proprio su quest'ultimo punto, relativo di fatto alle ronde, che emersa la maggiore divergenza di vedute delle parti politiche. Per il consigliere leghista Paolo Roggero occorre parlare di "sicurezza partecipata e attivare i Patti per la sicurezza", mentre dalla capogruppo del Pd Ilenia Malavasi è arrivato un secco no alle ronde: "I tagli del governo vanno a minare la coesione sociale, alimentano quelli che sono già gli effetti negativi della crisi economica. Come risposta, non possiamo accettare l'indicazione come pilastro di gruppi organizzati di cittadini, che non hanno le competenze e non possono supplire alle carenze del governo".

Nel merito degli organici delle forze dell'ordine locali è entrato il consigliere del Pd Dumas Iori: "La politica dei tagli attuati dal governo ha avuto pesanti conseguenze anche nel territorio reggiano. A Reggio, infatti, la Polizia stradale ha subito un taglio del proprio organico che è passato da 54 a 39 agenti e a causa di tale taglio non è più in grado di assicurare servizi di sorveglianza e di intervento su incidenti stradali, i cui rilievi sono spesso affidati ad altre forze dell’ordine. Anche la Polizia ferroviaria, passata negli ultimi anni da 18 a 9 poliziotti, non è più in grado di assicurare sorveglianza e controlli all’interno della stazione ferroviaria e nel quartiere limitrofo. Infine, i tagli degli organici hanno avuto conseguenze pesanti anche sul commissariato di S.
Lazzaro che si è trasformato in un piccolo presidio nella zona nord-est della città, che non riesce a garantire una presenza continua".

"L'Udc non condivide la politica della sicurezza messa in campo da questo governo", ha detto il capogruppo Mario Poli, che ha così motivato il proprio voto contrario al documento della Lega Nord: "Si valorizza l'idea delle ronde che abbiamo sempre contestato, perché siamo in un’istituzione democratica repubblicana, perciò non accettiamo invenzioni strane e riconosciamo in questo settore solo il ruolo delle forze dell'ordine".

"Non è possibile parlare di sicurezza senza implicare la coesione sociale - ha ribadito la consigliera del Pd Lucia Gianferrari - e il terzo pilastro non può essere costituito da gruppi più o meno organizzati di cittadini". La consigliera Gianferrari ha poi criticato "chi induce a pensare che la sicurezza dei cittadini sia messa a repentaglio dalla sola presenza degli immigrati o che le soluzioni stiano in azioni eclatanti come i censimenti nei campo rom. In realtà la nostra sicurezza è minacciata da altre cose che il governo cerca di far passare per il bene della collettività, come i processi brevi".

"Va bene che il presupposto della sicurezza deve essere anche di natura sociale - ha replicato il capogruppo del Pdl Giuseppe Pagliani - ma la legalità si impone e, prima ancora, alla legalità si educa. Infatti, la coercizione può essere una risposta solo episodica, i principi devono
essere educativi e costruttivi". Secondo Pagliani però "nel Paese ci sono anche delle emergenze da risolvere, come la criminalità organizzata, che spesso è un ostacolo pesantissimo, uno stato parallelo. L’educazione alla legalità passa anche attraverso lo smantellamento di questo antistato. Su questo fronte il governo attuale è molto combattivo".

Il capogruppo del Prc Alberto Ferrigno ha presentato un proprio documento - respinto con 23 voti contrari (Pd, Pdl, Lega nord, Udc) e 3 favorevoli (Prc e Italia dei valori) - nel quale criticava i "pesanti tagli che il governo sta attuando nell'ambito del welfare, della sanità e della sicurezza" e chiedeva alla Provincia di "aderire alla manifestazione, nota come No B-Day, organizzata a Roma per il prossimo 5 dicembre, volta a chiedere le dimissioni del governo".

Per la consigliera della Lega Nord Francesca Carlotti "con questo governo sono stati importanti i risultati ottenuti, dal momento che si registra una netta diminuzione dei reati". La consigliera Carlotti ha poi chiesto "perché Reggio Emilia, che peraltro ha grossi problemi di sicurezza, non ha voluto chiedere al governo la presenza dei militari in città?". Il consigliere del Pdl Tommaso Lombardini, riferendosi alle ronde ha detto: "Molte amministrazioni hanno individuato questa come una soluzione possibile, che sicuramente non è l’unica perché personalmente sono convito che sia lo Stato a dover controllare il territorio, ma a questo punto laddove ci sono di volontari sarebbe giusto perlomeno formarli, onde evitare situazioni critiche".

"Non possiamo chiedere ai cittadini di farsi carico della loro stessa sicurezza, che è un loro diritto e che lo Stato ha il dovere di garantire - ha detto la consigliera del Pd Roberta Mori - Il sistema delle ronde è un pretesto per discutere di un problema che esiste, ma non può andare oltre, non è la risposta".

Il consigliere della Lega Nord Romano Albertini è intervenuto sottolineando che "camminando per Reggio Emilia oggi si stenta a riconoscere alcune vie, per la presenza massiccia di insegne straniere". Albertini ha i infine espresso "contrarierà al documento del Pd".