CASTELNOVO MONTI (24 novembre 2009) - Ci sono forme di protesta che passano anche attraverso modi silenziosi. Ne riportiamo notizia perché è una protesta/proposta che sa di buon senso anche se pecca di non essere firmata. E della quale comunque si discute.
La prima volta che questi volantini sono apparsi era alla Fiera di San Michele. E alcuni di questi continuano ancora a circolare.
“Ci vuole un canile perché anche in montagna c’è il randagismo canino” è l’incipit del volantino pare stampato in alcune centinaia di copie.
Perché questo fenomeno è pericoloso?
“Perché i cani abbandonati, spaventati, affamati, assetati possono diventare aggressivi”, si legge.
E allora che fare?
“Ci vuole un canile, come prevede la legge. E’ lì che dovrebbero essere accolti per la tutela degli animali e dei cittadini”.
“In pianura – continua il documento – i canili sono 10. In montagna 13 comuni non ne hanno nemmeno uno”.
Una domanda per gli amministratori: “che fanno? Aspettano che accada la tragedia?”.
Conclusione, ovvia: “Ci vuole il canile”.
Oltre a questo
Oltre alla necessità esiste anche un problema di costi: qual è la cifra che compare a bilancio dei vari comuni montani per usufruire dei canili di pianura? Mi piacerebbe che questo dato venisse fornito.
Purtroppo noi montanari siamo sempre pronti ad indicare legittimamente le necessità salvo poi contestare qualsiasi proposta.
Il canile ci vuole ma dove metterlo: ah, beh, mi va bene purchè non sia vicino a casa mia, perchè il rumore, perchè l’odore, perchè l’immagine, perchè… perchè… perchè l’egoismo è illimitato.
Proviamo a fare un esercizio: dove collochereste voi il canile nel comune di Castelnovo ne’ Monti? Il territorio è ampio e non ditemi che non ci sono zone idonee.
Cordiali saluti.
(Enzo Fiorini)
“Se non fosse per il giro di denaro che la gestione di un canile produce non ci sarebbe un approccio così allarmistico nei confronti dei cani randagi. Se si facesse una statistica dei problemi arrecati dai cani randagi nel comprensorio montano ci si renderebbe conto che poi, tutto sommato, il cane randagio non è così pericoloso. Un animale ‘spaventato’ come un animale selvatico vive lontano dall’uomo e ben attento a non incontrarlo. Quanto ha sete e fame fortunatamente la natura ha dotato gli animali di abilità sufficienti a sopravvivere. Il canile potrebbe servire non per proteggere l’uomo dai cani ma i cani dagli uomini. E’ scorretto che per motivi di carattere economico si rappresentino i cani randagi come ‘soggetti pericolosi’. Non rende merito a questi esseri che pagano per l’ignoranza degli uomini e li trasforma in prigionieri di altri uomini che vedono nella loro cattura e custodia solo benefici economici o al massimo la possibilità di avere qualcuno sul quale riversare il loro affetto deviato. I canili non sono una terapia per volontari psicolabili. Insegniamo ai nostri figli a rispettare gli animali e ad essere responsabili nei loro confronti e non avremo più bisogno di canili. Vengono spesi centinaia di migliaia di euro per la gestione di canili/prigione e non un euro in formazione e sensibilizzazione. Meditate gente… meditate…”.
(Lorena C.)
Ubicazione canile
…intanto dove sta scritto che deve essere per forza nel comune di Castelnovo ne’ Monti? Ho ancora i brividi al pensiero della proposta fatta la scorsa primavera (che aveva sollevato un discreto polverone, mitigato da incontro pre-elettorale con il sindaco Marconi) di ubicare il canile comprensoriale alla Croce ai piedi della Pietra di Bismantova… Personalmente lo ubicherei, tanto per fare un esempio, nella zona di Fora di Cavola: facilmente raggiungibile e lontano da centri urbani.
Vogliamo stare nel comune di Castelnovo ne’ Monti? Beh, allora proviamo a scendere lungo via Bellessere…
(Denis C., residente alla Croce)
Ricordo male?
Ma i soldi messi a bilancio nei vari anni dello scorso esercizio della Comunità montana a favore del canile in comune di Castelnovo ne’ Monti che fine hanno fatto?
Io ero consigliere ed abbiamo votato più volte documenti che prevedevano fondi destinati a questa criticità…
Grazie e buona serata.
(Riccardo Bigoi)
Emergenza
Di promesse, in campagna elettorale, se ne sono sentite tante. Ancora una volta sono state disattese. Era stato promesso un parco canile, più o meno nella zona della località Croce; un luogo dove si potevano custodire dignitosamente gli animali abbandonati unitamente all’esercizio di attività di addestramento e pet-therapy che avrebbero permesso una sorta di autofinanziamento alla struttura. E non parliamo di progetti utopistici: nelle zone limitrofe ne sono già stati aperti di simili e con ottimi risultati. Oggi, invece, abbiamo in mano solo un mucchio di parole unite all’amara consapevolezza che i cani abbandonati in montagna devono essere portati in pianura, con un costo molto superiore rispetto a quello che si avrebbe con una struttura locale. Dobbiamo, per ora, dire solo un immenso GRAZIE all’impegno dei numerosi volontari che si stanno occupando di questa emergenza, magari anche troppo bene, perchè sembra che ai politici locali la situazione vada bene così com’è.
(Alessio Zanni)
Serata conclusiva – giovedi 26 novembre – Comune di Casina
E’ necessario operare una rivoluzione concettuale… evolvere il canile inteso come “luogo di reclusione di cani di nessuno, cani di serie B” a canile inteso come “centro servizi cinofili”, con la principale funzione di promuovere adozioni adeguate e definitive in nuove famiglie, riabilitazione comportamentale e clinica di soggetti problematici, consultorio aperto al pubblico per fornire informazioni-servizi e supporto alla cittadinanza, luogo di attività didattiche e formative dove possibile anche sviluppare progetti di pet-therapy… Insomma un luogo dove i bisogni umani si incontrano con quelli dell’animale, perfettamente collocato e integrato nella comunità. Per questo va assolutamente cambiata la visione del canile e dei cani di canile; la presenza di una struttura adeguata e ben gestita permette infatti di ridurre l’impegno di spesa delle amministrazioni comunali e contemporaneamnete può diventare un ottimo strumento di sensibilizzazione, un veicolo di cultura del rispetto di tutti gli esseri viventi, unico mezzo per disincentivare maltrattamenti ed abbandoni.
Un primo passo per evolvere il concetto del “cane” e della relazione/rapporto che lo lega all’uomo è stato promosso dall’Amministrazione di Casina con una serie di incontri tematici molto interessanti. Domani – giovedi 26 – si terrà l’ultima serata e si parlerà anche di canili-randagismo-abbandono, prendendo spunto probabilmente proprio da questo volantino allarmistico che pone il cane come “problema” da recludere in un canile ai margini della società e non come “diamante grezzo” sul quale lavorare per inserirlo in una nuova famiglia.
(Aura Pagani)
Domandina
Perchè costruire un canile ex novo quando è già esistente quello di Villa Minozzo? Perchè non ristrutturarlo e rimetterlo in funzione?
Grazie.
(Commento firmato)
Per domandina
Nel gennaio del 2005 sono andato al canile di Villa Minozzo, alle Salatte, per adottare il mio amato Gordon… Un’ora di viaggio, una strada dissestata che non finiva più, per non parlare del posto in se… E comunque in quell’occasione sono venuto a sapere che la struttura era privata e che pagavano pure un cospicuo affitto. Quindi domandina a domandina: vogliamo pure continuare a buttare dalla finestra i nostri soldi?
(Roberto Franceschini)
Scusate se mi intrometto a freddo in un discorso già ben avviato. Dove sono i cani randagi? Si sa chi ha messo in circolazione questi volantini? Ora se si vuole fare un canile ben venga, perchè secondo me è utile; si può dialogare sull’ubicazione (e credo che un buco nel comune si trova per farlo senza difficoltà e sfavorire nessuno), ma non mi venite a dire che ci sono tutti questi cani randagi che scorrazzano per il nostro comune… Per lavoro giro in paesini, campi, boschi e in tutto il nostro territorio e ho sempre visto dei gran caprioli e cinghiali, ma vi garantisco che ho visto più daini albini che cani randagi da noi…
Vorrei precisare che ho girato per qualche canile in pianura ma di 10 qui citati nel volantino i 6 che ho visto io erano privati e facevano allevamento per vendita, non erano per raccolta dei randagi. Un canile comunale credo abbia necessità di una notevole mole di denaro per essere realizzato e soprattutto gestito, e allora lancio una proposta: in altri comuni italiani il porblema lo risolvono cedendo in comodato un terreno comunale o privato in uso a persone che in quella zona possano aprirvi un allevamento per la vendita con la “peculiarità” e obbligo di servire la zona di competenza come canile per il randagismo. “Per niente non abbaia neanche un cane”.
Per il resto non dico altro perchè il mio pensiero è già stato espresso molto bene da Lorena C. Spero solo che non si creino finti allarmismi, perchè sono più pericolosi i proprietari di tanti cani che i loro cani stessi, anche se questi imparano da loro quindi…
Mi scuso preventivamente per eventuali imprecisioni o altro inerenti al volantino che non ho visto.
(Nicola M.)
Per sig. Franceschini
…appunto… La mia era una domandina e non un’opinione. Comunque grazie per la rispostina.
(Commento firmato)