Perché tutti gli anni c’è attesa per l’uscita del “Pescatore Reggiano”, sempre puntualissimo all’appuntamento con i lettori per la festa di San Prospero? Risposta semplicissima: perché da ben 164 anni fa parte della nostra reggianità, della nostra tradizione culturale ed editoriale; perché è una preziosa antologia di notizie di storia locale a 360 gradi, che gli appassionati di storia locale avidamente leggono.
Ma da dove deriva il nome della pubblicazione? Sull’origine ne scrive Glauco Bertolini in un contributo pubblicato sul “Pescatore Reggiano 2010” edito da Bizzocchi e disponibile dal prossimo 24 novembre. Il Pescatore ha conquistato anche il merito di aver costituito nel corso dei decenni come un’ideale galleria di ritratti di personaggi reggiani di varie epoche: facendone memoria e tramandandone il ricordo. Inoltre, ogni anno, i collaboratori aggiungono preziose notizie storiche ed artistiche sulla città e il territorio reggiano.
Di Dante Soliani, valente educatore, musicista e poeta scrive Laura Margherita Alfieri; Giacomo Borgatti si occupa degli Aldrovandi di Viano; Sergio Gabbi guida alla scoperta dell’antica saggina; Eligio Grasselli ricorda il 490° anniversario della morte di Lucrezia d’Este Borgia duchessa di Reggio. Fabrizio Anceschi scrive di quando Reggio – fatto non usuale - fu corte di giustizia dell’imperatrice Richenza, moglie di Lotario; Luigi Pecchini descrive un’inedita Italia rappresentata in una carta geografica; Valledo Bolondi ricorda il bar “Ala d’oro” dei colombofili; Giovanni Tadolini rievoca a distanza di 16 lustri la scuola elementare di San Savino da lui frequentata; Adriana Toffanetti ricorda il fabbro Franco Montanari che aveva bottega in via del Guazzatoio.
Del martirio del servo di Dio Rolando Rivi si occupa Danilo Morini; della scienziata reggiana Ileana Iori scrive Learco Coccolini; delle famiglie Corghi e Seidenari si occupa Corrado Corghi. Sull’antica tradizione delle rogazioni scrive Mario Mazzaperlini; il profilo di Camillo Rossi, che del Pescatore è stato collaboratore, è tratteggiato dal figlio Giuseppe Adriano; dell’ultima duchessa di Modena così come ricordata da Francesco Crispolti si occupa Riva Clemente di Sanseverino; il contributo di Sandro Chesi è dedicato alla zio Elmo Abramo e al “Maggio della Passione”; su mons. Nerio Artioli poeta – lato quasi sconosciuto dell’illustre storico dell’arte – scrive Giuseppe Giovanelli; notizie sulla scultura di Ferruccio Orlandini rappresentante la Fede per l’Istituto San Lazzaro sono proposte da Gian Andrea Ferrari; infine Giuliano Bagnoli si occupa del cremortartaro, sottoprodotto della vinificazione.
Altra peculiarità del lunario è di ospitare poesie dovute alla penna di Francesco Giuseppe Sassi, Giacomo Borgatti, Luciano Serra, Luigi Pecchini, Edda Infanti, Gianfranco Romani, Giacomo Aicardi, Lina Maisto, Paola Bigi Moscatelli, Federica Tavernelli.
Tra i pregi dell’almanacco c’è anche quello di contenere utilissime rubriche, tra cui quelle relative alla diocesi: sacerdoti, religiosi, chiese, uffici con indirizzi e telefoni.
Ricordi
Io, che ho superato gli 82 anni, ricordo benissimo quando il Pescatore Reggiano usciva in foglio unico formato A0 o A1 e veniva inchiodato sul muro della cucina. Si pubblica ancora in quella forma?
(Ermete Muzzini)
La strenna
Non c’è che dire: il Pescatore Reggiano è il Signor Calendario che da lustri e lustri accompagna i nostro vivere quotidiano. Interessante in quanto rappresenta un vero e proprio almanacco con informazioni utili per tanti aspetti della nostra vita. Per non parlare poi della Strenna che esce ogni Natale e che raccoglie brani di cultura reggiana, addirittura scritti in dialetto. Io stessa ho contribuito con una poesia in dialetto reggiano sul Crostolo. W Reggio e il nostro almanacco!
(Scrittrice Annalisa Bertolotti)