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Statale 63, ieri come oggi

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Dieci anni, un giorno. Un lettore ci inoltra una lettera, datata 8 marzo 1999, inviata ai vertici di Provincia, Comunità montana, Comune di Castelnovo ne' Monti, Anas, sindacati e stampa locale, in cui si parlava della variante d'ingresso al paese dalla pianura, lungo la statale 63, e di come attraversarlo. In essa si poneva soprattutto - parole dell'estensore - "una questione di metodo", un punto sempre d'attualità (vedi il caso della recente assemblea di Felina). E cioè: la gente verrà informata a cose fatte? In ogni caso ciò di cui si dibatteva all'ora è materia ancora tutta in divenire. Vi proponiamo di seguito la missiva.

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Da qualche giorno a Castelnovo ne’ Monti, paese dove abito da sempre, si sente di nuovo parlare di variante alla Statale 63. Si dice che vi siano stati incontri ai massimi livelli istituzionali e che altri siano in programma per valutare tempi e modi per la realizzazione del progetto che prevede l’aggiramento del paese nella parte sud (Croce, via Canossa, Tavernelle). Si dice anche che i fondi siano pochi e che, pertanto, occorra procedere per stralci. Per il primo stralcio le ipotesi in discussione sarebbero due: 1) Variante che da Croce costeggia il Centro CONI, poi si immette in galleria sbucando alla Fontana di San Pancrazio, dove verrebbe realizzato un maxi-incrocio; 2) Variante che da Croce attraversa la zona PEEP-Centro CONI per poi ritornare sul vecchio tracciato all’altezza dell’incrocio via F.lli Cervi-via Micheli. Mi sembrano due ipotesi così assurde da stentare a credere che possano essere vere, però di questo si parla in paese. E il rimedio viene giudicato peggiore del male!
Credo sia giusto invitare a riflettere su cosa significhi far sbucare una galleria alla Fontana di San Pancrazio, proprio davanti all’Ospedale, con conseguente immissione del traffico in Viale Enzo Bagnoli e se una strada a rapido scorrimento è compatibile con un un’area dove, oltre al Centro Coni, ci sono un palazzetto dello sport, una scuola elementare, una materna, un nido e un quartiere residenziale.
Ma veniamo alle ragioni sostanziali che motivano questa lettera. La mia prima intenzione è quella di sollevare una questione di metodo.
Anche in questa occasione, come purtroppo è capitato troppo spesso negli ultimi quattro anni, la gente verrà informata a cose fatte? Chi governa, forte di maggioranze blindate sia localmente che in Provincia e in Regione, ha sicuramente il potere per decidere, ma su di una scelta di tanta e tale importanza, che inciderà non solo sul traffico, ma anche sull’assetto urbanistico e sulla qualità della vita dei residenti, i cittadini hanno non solo il diritto di essere informati, ma anche quello di essere coinvolti e ascoltati nella fase di maturazione della decisione.
In secondo luogo intendo contestare la bontà, non tanto del progetto, ma dell’idea di costruire una variante a sud del paese, nella parte, per intenderci, che guarda la Pietra. Non sono solo ragioni tecniche a sconsigliare quel tracciato (il traffico dovrebbe essere convogliato in prevalenza sullo svincolo di Tavernelle in quanto quello su via Matilde di Canossa si trova in posizione particolarmente disagiata), ma anche e soprattutto paesaggistiche. Si provi a salire sulla Pietra e là giunti a volgere lo sguardo verso Castelnovo e ad immaginare un serpentone di cemento e asfalto che corre proprio lì sotto. Davvero un bello spettacolo!
Io mi rifiuto, e sono convinto che così faranno anche tutte le persone munite di un minimo di buon senso, di prendere in considerazione le due ipotesi-stralcio di cui pare si discuta. Lo faccio anche perché sono convinto che esiste un’ipotesi alternativa che risolverebbe per sempre tutti i problemi di traffico in entrata, uscita e interni di Castelnovo. Si tratta della variante nord: Croce, margine nord delle Piane della Pieve, via Boschi, Maiago, galleria fino a via Grieco, incrocio con la Statale 513 in zona Botte, galleria fino al lago di Virola.
Alcuni anni fa inviai una lettera alla stampa sollevando il problema e illustrando i vantaggi della variante nord. Ricevetti non pochi attestati di stima da parte di gente comune, di tecnici e di turisti stanchi di trovare a Castelnovo la stessa situazione della città per quel che riguarda il traffico, i parcheggi, l’inquinamento da gas di scarico delle automobili. Che risulti a me quell’ipotesi non è mai stata presa in considerazione. Perché? Eppure non mi sembra più peregrina di quella di far sbucare una galleria davanti all’Ospedale!
Ora rilancio l’idea, augurandomi che venga valutata serenamente e senza pregiudizi.
Si tratta di rifare la progettazione? Certo è un costo aggiuntivo, ma, se non erro, per la variante di Reggio di progetti ne sono stati fatti tre o quattro e non mi risulta che qualcuno si sia posto il problema del moltiplicarsi delle spese.
Per una più completa comprensione della mia proposta allego copia della lettera che inviai ai giornali: si converrà che conserva intatta la sua attualità.
Distinti saluti.

(Armido Malvolti)

3 COMMENTS

  1. Apriamo gli occhi
    Complimenti Armido, hai centrato il problema, non sono un cittadino di Castelnovo ne’ Monti, ma, dopo aver visto il tracciato della variante di Ponte Rosso presentato al convegno del Pd, sono rimasto allibito. Più volte ho segnalato il problema, con le stesse valutazioni. Mi scuso se mi intrometto nelle ipotesi di sviluppo di Castelnovo, ma questa scelta credo sia a danno del capoluogo montano e non risolva nulla, anzi manterrà l’inquinamento da gas di scarico dei veicoli, che continueranno a transitare in pieno centro, vicino all’ospedale e addirittura vicino all’area sportiva e ricreativa. Sarebbe interessante sapere cosa dicono o cosa diranno i pareri Usl Arpa e ambientali.
    Di nuovo complimenti ad Armido, spero che la tua voce trovi ascolto negli amministratori; ma ne dubito, i cittadini, se non impegnati attivamente in “politica” con la P… maiuscola, sono incompetenti e non si devono ascoltare!!!

    (Fabio Leoncelli)